Emozionato e “onorato” come ha ammesso lui stesso, Vincent Riotta, di essere presente alla serata inaugurale di “Marateale – Premio Internazionale Basilicata“, oggi 24 luglio 2024. Il grande evento, ormai giunto alla sua 16esima edizione ha visto avvicendarsi volti noti del panorama cinematografico italiano e internazionale.

Vincent Riotta si racconta al Marateale 2024: “Parlo inglese e siciliano, l’italiano l’ho imparato a 40 anni”

Fra risate e divertimento il grande attore inglese, Vincent Riotta, ha parlato un po’ di sé alla giornalista Annalisa Colavito, inviata per il Cusano Media Group all’evento. Naturale la battuta sulle origini siciliane dell’attore 64enne, volto noto di meravigliosi film come “Sotto il sole della Toscana” o anche “Black Butterfly” accanto ad Antonio Banderas e Jonathan Rhys Meyers.

Eppure, fra un po’ di italiano qua e un siciliano là, Riotta ha affermato:

Per fortuna nel lavoro mi sono servite tutte e tre. L’italiano imparato a 40 anni, il siciliano che è la mia lingua madre e l’inglese. Sono stato fortunato perché ci sono stati molti ruoli siciliani, americani, inglesi – che, poi, americano e britannico sono completamente diversi – e italiani“.

E ha aggiunto:

È tutta una questione di preparazione. Se tu ti prepari bene con qualsiasi accento – ovviamente se è la tua madrelingua c’è più scioltezza – allora sì che si arriva subito al pubblico. Se si parla di avere il tempo di prepararsi bene, si può arrivare a tutto“.

Riotta: “In America ci sono centinaia di autori per un film, in Italia 4 o 5 se sei fortunato”

Ma il punto dolente è arrivato al controverso tema del cammino del cinema nel nostro Paese, soprattutto se paragonato a quello estero e, in particolare, americano. Alla domanda, quindi, l’attore non ha potuto fare a meno di rispondere:

Ci sono tante differenze culturali. Ovviamente ci sono delle cose che sono più importanti in certe culture che altre, quindi tutti sono tutti valori umani. Poi, se si tratta del modo di lavorare, direi che in Italia e America è più o meno è uguale. La professionalità, ormai, è uniforme dappertutto, quindi, si lavora molto bene in tutte e due lingue e in tutte e due culture”.

Purtroppo, infatti, il Bel Paese, soprattutto negli ultimi tempi, ha dovuto affrontare una crisi sempre più profonda del comparto cinematografico. Non a caso, registi, attori e maestranze hanno deciso di riunirsi e manifestare per far sentire la propria voce e arrivare alle Istituzioni.

Come lo stesso Riotta ha sottolineato:

“Quello che manca qua in Italia sono i mezzi e i soldi che si possono investire nelle sceneggiature. Mi rendo conto che da tanti anni in America, se parli di una serie c’è un esercito di scrittori, qua se sei fortunato ce ne sono 4 o 5. Non so se si tratti di pochi investimenti o di priorità, quello che so è che anche l’Italia sta cominciando a cambiare questa cultura sulla sceneggiatura, che riesca a capire quanto sia importante. Se abbiamo i soldi e il tempo per scriverle, investire su quella sceneggiatura è cruciale. Certo, il budget americano medio è una cosa assurda, che noi possiamo solo sognare, ma questo ti permette di avere un una troupe più amplificata di persone di un certo livello“.