Demilitarizzare Gaza, eradicare dalla Striscia la presenza di Hamas, riportare a casa gli ostaggi e sconfiggere l'”asse del male” guidato dall’Iran: questi ed altri sono stati alcuni dei temi che il premier israeliano Netanyahu ha toccato oggi 24 luglio 2024.

Il suo discorso al Congresso Usa era molto atteso e ha messo la leadership americana davanti ad un fatto compiuto: per mantenere l’ordine in Medio Oriente (e per evitare che gli USA siano colpiti dal terrorismo) c’è bisogno di Israele.

La polizia, poco prima del discorso, usa lo spray al peperoncino contro i manifestanti anti-Netanyahu.

Cosa ha detto Benjamin Netanyahu al Congresso Usa? Tutti i temi del suo discorso

In un Congresso blindato dentro e fuori, con lo speaker repubblicano Mike Jonhson che aveva promesso arresti anche ai politici che avrebbero protestato, è arrivato per un discorso molto atteso il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

La tempistica di questa visita non poteva essere più critica, con l’attuale presidente degli USA Joe Biden che ha rinunciato alla sua candidatura a favore probabilmente della vice Kamala Harris. Netanyahu teneva particolarmente al discorso svoltosi oggi 24 luglio 2024, soprattutto per mostrare al mondo (occidentale e non) che Israele è ancora padrone della situazione nella Striscia di Gaza e nelle regioni circostanti.

Le richieste sempre più impellenti che in tanti, persino la Corte internazionale di giustizia, rivolgono alle autorità israeliane di fare passi più concreti per un cessate il fuoco nei territori palestinesi si scontra con il bisogno israeliano di chiudere una volta e per sempre il pericolo legato ad Hamas.

E Bibi a tal proposito è molto chiaro:

Quando stiamo insieme, vinciamo noi e loro perdono… Vinceremo noi! Hamas fa tutto il necessario per mettere i palestinesi sulla strada di Israele: per Israele ogni civile morto è una tragedia. E questi mostri, hanno violentato donne, hanno decapitato uomini, hanno bruciato vivi bambini. Hanno ucciso genitori di fronte ai loro figli e figli di fronte ai loro genitori. Hanno trascinato 255 persone, sia vive sia morte, nelle oscure prigioni di Gaza.

“Fra Israele e Stati Uniti c’è una solida alleanza, ma il futuro di Gaza lo decideremo noi”

Secondo Netanyahu, introducendo un altro passaggio del discorso molto applaudito dai presenti, non c’è nulla da chiarire nei rapporti fra Israele e Stati Uniti. Bisogna solo ringraziare Joe Biden, che ha mostrato a quei paesi (Iran, Yemen, Libano) che gli statunitensi tengono alla solidità e alla sopravvivenza dell’alleato israeliano.

Bibi a tal proposito fa un capolavoro di equilibrismo: non solo elogia le decisioni prese da Biden nel recente passato, ma ringrazia anche il predecessore, Donald Trump, per alcuni atti che all’epoca suscitarono tante polemiche, come il riconoscimento di Gerusalemme come capitale israeliana:

Ringrazio il presidente Biden per il suo sincero sostegno a Israele. Dopo il selvaggio attacco del 7 ottobre, ha giustamente definito Hamas ‘puro male’. Ha inviato due portaerei in Medio Oriente per impedire una guerra più ampia, ed è venuto in Israele per stare con noi durante la nostra ora più buia, una visita che non sarà mai dimenticata. Voglio anche ringraziare il Presidente Trump per tutto quello che ha fatto per Israele, dal riconoscimento della sovranità di Israele sulle alture del Golan al contrasto all’aggressione dell’Iran, fino al riconoscimento di Gerusalemme come nostra capitale e allo spostamento dell’ambasciata americana lì.

Al di là, infine, di chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca, ciò che Israele vuole dalla guerra contro Hamas è ben esemplificato da queste richieste di Netanyahu:

La mia visione per quel giorno è di una Gaza smilitarizzata e de-radicalizzata. Per il prossimo futuro dobbiamo mantenere un controllo di sicurezza prevalente per impedire la rinascita del terrore, per garantire che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per Israele.

Proteste fuori il Congresso: la polizia usa lo spray al peperoncino

Come accennato, la giornata di oggi è trascorsa con livelli elevati di tensione dentro e fuori il Congresso. Il bagno di folla e di applausi che Netanyahu ha ricevuto è stato contrastato da diverse immagini di segno opposto.

La deputata democratica Rashida Tlaib, unica deputata palestinese-americana, è rimasta seduta durante tutto l’intervento del premier israeliano, reggendo fra le mani un cartello che da un lato dice: “Criminale di guerra” e dall’altro: “Colpevole di genocidio“. Accusa ridicolizzata e respinta fortemente da Bibi, che pure critica la recente decisione della Corte penale internazionale (CPI) di considerare illegali gli insediamenti israeliani in Cisgiordania:

La CPI sta cercando di legare le mani di Israele e impedirci di difenderci. E se le mani di Israele sono legate, l’America è la prossima. La chiarezza inizia conoscendo la differenza tra il bene e il male. Eppure, incredibilmente, molti manifestanti anti-Israele, molti scelgono di stare con il male. Stanno con Hamas. Stanno con stupratori e assassini. Stanno con persone che sono entrate nei kibbutz, in una casa.

Assenze di rilievo sono state quelle dell’ex presidente della Camera Nancy Pelosi così come quella di Harris, l’attuale vice di Biden.

Fuori il Congresso, invece, si erano presentati migliaia di manifestanti che mostravano cartelli contro la visita di Netanyahu ed intonavano canti come “Free Palestine”. La polizia ha risposto come avvenuto in altre manifestazioni simili, specie nelle università americane: iniziando alcune cariche di alleggerimento e usando spray al peperoncino.

In una nota, la polizia ha spiegato di esser stata costretta a fare ciò a causa di alcuni atteggiamenti violenti assunti da una parte dei manifestanti.