Reddito di cittadinanza bis 2024. Saranno le ferree regole per l’accesso all’Assegno di inclusione e del Supporto per la Formazione e il Lavoro o, più semplicemente, la difficoltà di accedere al sussidio economico abbinato alla sospensione del beneficio a spingere verso la reintroduzione di un Reddito di cittadinanza regionale.

Alla fine, a prescindere dalla motivazione, c’è una Regione Italiana che intende tornare a spalancare le porte al Reddito di cittadinanza bis 2024. Vediamo insieme i punti principali della possibile reintroduzione del sussidio di Stato.

Reddito di Cittadinanza bis 2024

 In un passato non molto lontano, il Reddito di cittadinanza è stato erogato a gran parte delle comunità. La misura ha riscosso subito un grande successo e, purtroppo, non è stata erogata a piccole dosi, ma a un’ampia platea di aventi diritto e non.

Stavolta a ripresentare la mozione per la reintroduzione del Reddito di cittadinanza bis è una proposta di legge della Regione Sicilia. Fatto sta che questa volta non è il Movimento 5 Stelle a richiedere la reintroduzione del sussidio, bensì, contrariamente a quanto accaduto in passato, la mozione è stata presentata da Forza Italia.

Secondo quanto riportato da fanpage.it, la proposta a firma della deputata Luisa Lantieri Annunziata, vicepresidente dell’ARS, è stata depositata il 6 giugno 2024 e nei prossimi giorni dovrebbe iniziare l’iter burocratico.

Come detto, la deputata è un esponente di Forza Italia, una situazione anomala considerando che l’abolizione del Reddito di cittadinanza è stata promossa dalla maggioranza politica.

Tutto questo mentre il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, sottolinea l’ammissione dell’errore dell’abolizione del Reddito di cittadinanza da parte del partito del ministro Tajani.

A chi spetta il nuovo Reddito bis?

Come già raccontato, la proposta di reintroduzione del Reddito di cittadinanza proviene dalla Regione Sicilia, che prevede l’istituzione di un “Reddito regionale di cittadinanza“.

Vista la difficoltà delle famiglie nel far quadrare i conti, considerata l’impennata del costo della vita e non avendo alcuna intenzione di sostituirsi allo Stato nelle decisioni di emergenza nazionale, la Regione sta studiando una misura idonea a raggiungere i beneficiari dell’ex Rdc.

L’obiettivo è quello di far ritrovare alle famiglie la sicurezza economica minata dalla perdita del sussidio, dalle difficoltà di accesso all’Assegno di inclusione e al Supporto per la Formazione e il Lavoro, ma anche di garantire un aiuto economico a tutti i cittadini.

Tutto ciò nel rispetto delle misure introdotte dal governo italiano, che in alcune aree non sono sufficienti, oltre a garantire un progetto di inclusione lavorativa sul territorio.

A quanto ammonta il Reddito regionale di cittadinanza promosso dalla Sicilia?

Il nuovo Reddito di cittadinanza bis, o Reddito regionale di cittadinanza, conterrebbe nuovi principi e requisiti.

La Regione partirebbe con un progetto pilota o, meglio, con i numeri forniti dalle principali organizzazioni imprenditoriali al fine di raggiungere un accordo basato sull’inclusione lavorativa dei nuovi percettori del sussidio.

In sostanza, viene rimarcata l’istituzione di un progetto pilota distinto in due momenti:

  • la fase che anticipa il percorso con l’individuazione dei beneficiari;
  • quella successiva che porta all’avvio dell’inclusione lavorativa attiva con un percorso mirato volto a garantire l’assunzione con contratto di lavoro. Una condizione che riguarderebbe specialmente i giovani che rientrano nella fascia d’età tra 18 e 29 anni.

La Regione Sicilia, a fronte del nuovo Reddito di cittadinanza bis, riconoscerebbe un contributo economico pari a 200 euro al mese per ogni membro appartenente al nucleo familiare. La misura avrebbe una validità di dodici mesi.

Con l’introduzione dei beneficiari del Reddito nel mondo del lavoro, l’importo del contributo passerebbe da 200 a 400 euro ed erogato per due anni (24 mesi).

La Regione ha sottolineato che i beneficiari nel periodo di assunzione avrebbero diritto al Reddito che verrebbe integrato alla paga prevista dal contratto di lavoro regolarmente sottoscritto. Così facendo, la Regione sostiene le aziende con un contributo di 400 euro, nonché i fruitori del Reddito permettendone l’introduzione nel mondo del lavoro.