Riforma del premierato, arriva la bocciatura della Commissione europea. Nel report annuale sullo Stato di diritto, pubblicato oggi 24 luglio 2024, si fa riferimento alla preoccupazione che la “madre di tutte le riforme” (così come descritta da Giorgia Meloni) modifichi troppo in profondità l’architettura istituzionale italiana.

Musica per le orecchie di Giuseppe Conte, che pure però non rinuncia a bacchettare Ursula von der Leyen: “Questo report era nascosto in un cassetto, sono denunce che noi del M5S già avevamo fatto”.

Le critiche di von der Leyen al premierato fanno contento in parte Conte: “Sono una conferma di quello che avevamo già denunciato”

Agli inizi di luglio la riforma del premierato, tanto cara a Fratelli d’Italia, era arrivata all’esame della Camera: la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati aveva però anche avvertito che senza la disponibilità al dialogo delle opposizioni non ci sarebbero potuti essere stravolgimenti al testo in esame.

Il rapporto annuale della Commissione Europea sullo Stato di diritto, pubblicato oggi 24 luglio 2024, c’è un grosso problema di immagine per il governo di Giorgia Meloni: nel report si fa riferimento, parlando proprio di premierato, alla scomparsa dei necessari contrappesi politici quando si vuole intervenire in modo così pesante sull’architettura istituzionale.

Con questa riforma non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare una persona esterna al Parlamento come Primo Ministro. Alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sul fatto che ciò possa portare maggiore stabilità.

Non poteva esserci quindi assist migliore per Giuseppe Conte: il capo del M5S, arrivando al convegno “Una Repubblica fondata sul lavoro sicuro” svoltosi oggi a Roma, non ha potuto fare a meno di sottolineare come anche le istituzioni europee siano preoccupate che il premierato non sia una riforma politica sostenibile per l’Italia:

Grave la denuncia della commissione europea sulla riforma del premierato, conferma quello che noi stiamo dicendo, una riforma del tutto squilibrata, inadeguata a restituire il senso vero di una democrazia. Questo report era nel cassetto e forse sarebbe stato più corretto che gli italiani, prima di andare a votare, lo conoscessero…

Dalle parole del leader pentastellato quindi traspare sì la soddisfazione nel sentire una politica del peso di von der Leyen dare ragione, in una certa misura, a quanto il M5S sta denunciando da tempo (non soltanto contro la riforma del premierato), ma anche l’idea di aver ricevuto questo endorsement troppo tardi rispetto a quando sarebbe servito.

Naturalmente Conte ne fa anche una questione di partito, nel senso che sfrutta quest’occasione per ricordare anche le leggi dell’attuale governo che hanno scardinato alcuni punti chiave dell’agenda politica pentastellata:

Sono gravi tutte le osservazioni che si fanno e che abbiamo già denunciato, l’abolizione dell’abuso di ufficio, la necessità di intervenire sul conflitto di interessi, lo stato dell’informazione. Tutte cose gravi.

“Da Mattarella parole piene di cultura democratica. La cultura di La Russa? E’ quella dei busti del Duce”

L’altro argomento di attualità sul quale Conte interviene è il botta e risposta che La Russa ed opposizioni hanno avviato dopo la cerimonia del Ventaglio.

Il presidente del Senato, pur condannando l’aggressione dei militanti di Casapound ai danni del giornalista Andrea Joly, aveva anche affermato che sarebbe stato “più bello” se Joly avesse annunciato a quegli stessi militanti di essere un giornalista che voleva documentare ciò che stavano facendo fuori il circolo.

Le parole di La Russa, quindi, sembrano quasi giustificare un’aggressione fisica sulla base del fatto che il giornalista stava svolgendo il suo lavoro senza chiedere il “permesso” ai diretti interessati. Conte non si stupisce delle parole della seconda carica dello stato, perché derivano da un retroterra culturale ben preciso:

Il Presidente Mattarella e il presidente La Russa hanno due formazioni politiche e culturali completamente diverse. L’uno si è nutrito di cultura democratica, l’altro si è nutrito della visione dei busti di Mussolini. Sono cose completamente diverse.

Proprio oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva indicato che nel giornalismo è insita una quota di rischio, perché la necessità di un cittadino informato passa anche dalla capacità di resistere agli attacchi del potere:

Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni, nei confronti di giornalisti che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo