Sono stati interdetti temporanemanete dal lavoro due dei quattro indagati per la morte di Clelia Ditano, la 25enne che lo scorso primo luglio ha perso la vita precipitando nel vano ascensore di un condominio di proprietà di Arca Nord Salento di Fasano, in provincia di Brindisi: si tratta dell’amministratore condominiale e del responsabile tecnico della società di manutenzione dell’ascensore “incriminato”.

Chi sono gli indagati per la morte di Clelia Ditano e perché due di loro sono stati interdetti dal lavoro

L’accusa mossa nei loro confronti – e nei confronti di due tecnici addetti alla manutenzione e alla revisione dello stesso ascensore – è di omicidio colposo. Secondo la Procura di Brindisi, che oggi, 24 luglio 2024, li ha interdetti dal loro lavoro per la durata di un anno, avrebbero mostrato una

grave negligenza, imprudenza, imperizia ed inosservanza della normativa e degli obblighi contrattuali posti a base della regolare manutenzione dell’impianto ascensore del condominio.

Lo riporta il quotidiano locale Brindisi Report, spiegando che, in particolare, gli indagati non si sarebbero preoccupati di svolgere le “necessarie riparazioni per mettere in sicurezza l’ascensore” dello stabile o, comunque, di “inibirne l’uso a fronte della più volte accertata difettosità della chiusura delle porte dei piani”.

La ricostruzione della tragedia

Stando a quanto ricostruito finora, di ritorno da una serata trascorsa con gli amici, la 25enne – che lavorava come addetta alle pulizie per alcuni b&b della zona – sarebbe salita fino al quarto piano, dove si trova l’appartamento in cui viveva insieme ai genitori, per poggiare la sua borsa e altri effetti personali.

Poi avrebbe deciso di raggiungere nuovamente i suoi coetanei, ma, al momento di salire sull’ascensore, non si sarebbe accorta che la cabina era rimasta al pian terreno, precipitando. L’allarme era scattato qualche ora dopo, quando i genitori, rendendosi conto che non aveva dormito a casa, avevano provato a contattarla, scoprendo il suo telefono cellulare all’ingresso.

A quel punto, immaginando la tragedia, erano usciti, correndo, e avevano scoperto il corpo senza vita della giovane sul tetto della cabina. I vigili del fuoco lo avevano recuperato dopo tre ore di incessante lavoro. Poi l’ascensore era stato sequestrato per tutti gli accertamenti del caso.

Le parole del papà della vittima

Qualcuno mi dovrà spiegare cosa è accaduto. Era bella Clelia. Una ragazza solare, sempre sorridente e con tanta ambizione. Con lei se ne è andata anche una parte di noi,

ha detto il papà ai giornalisti. Lo riporta Il Mattino in un articolo uscito all’indomani della morte della ragazza. Dei passi in avanti, nel frattempo, sono stati fatti: gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati i nomi (non ancora noti) dei quattro presunti responsabili. Ora, per due di loro, è scattata l’interdizione.

Le ultime notizie

Si indaga per omicidio colposo, a Napoli, anche in relazione al crollo del ballatoio alla Vela Celeste del quartiere Scampia, che ha provocato la morte di tre persone, Roberto Abbruzzo, Margherita Della Regione e Patrizia Della Regione (madre del primo e zia della seconda) e il ferimento di 12, tra cui 7 bambini.

Farebbero tutti parte dello stesso nucleo familiare. Due di loro, secondo fonti locali, sarebbero in gravi condizioni: ne parlavamo in un articolo di qualche ora fa, facendo il punto sulla situazione.

Sui social e non solo, intanto, incalza la polemica: sono in tanti a pensare che la struttura abbia ceduto – trascinando nella caduta anche quelle dei piani sottostanti – per via della scarsa manutenzione. Se è davvero così potranno accertarlo solo le indagini.