Riforma Riscossione 2025, nuove regole per le cartelle esattoriali. Ci sono questioni care come i debiti tributari. E poi c’è la riforma della Riscossione. Il 22 luglio 2024 il Consiglio dei Ministri ha convalidato in via definitiva la riforma della riscossione, attuando le misure previste dalla riforma fiscale approvata in precedenza.
Le prime novità approvate in CdM il 3 luglio, riguardano:
- la possibilità di affidare la riscossione dei crediti non riscossi dall’AdEr a società private;
- la cartolarizzare i crediti inesigibili, ovvero cederli a soggetti terzi in cambio di denaro.
Vediamo insieme i punti salienti della riforma della riscossione.
Riforma Riscossione 2025: nuove regole cartelle esattoriali
Seppur sono in arrivo altre riforme, attesa la riforma delle pensioni 2025, il nuovo sistema introdotto dal governo italiano ha il compito di rendere affidabili le garanzie della riscossione dei crediti.
L’obiettivo della riforma è quello di agire sui tre pilastri della Riscossione: notifica, discarico e rateizzo.
Il nuovo provvedimento, che recepisce i correttivi proposti dalle commissioni Finanze, stabilisce che la validità dell’impugnazione di una cartella di pagamento dipenderà dalle condizioni che invalidano la sua notifica, come specificato da pmi.it.
Come funziona il discarico dei debiti tributari
Il pilastro fondamentale della riforma della Riscossione riguarda il discarico automatico delle cartelle esattoriali ogni 5 anni.
Un altro aspetto di notevole importanza è l’entrata a regime della norma prevista per il 1° gennaio 2025.
È stata confermata la cancellazione dei debiti esattoriali dopo cinque anni, ovvero il periodo relativo ai tentativi falliti di recupero dei crediti, da parte della Riscossione; pertanto al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’affidamento, l’AdER dovrà restituire i ruoli all’Ente creditore.
Tuttavia, l’ente creditore che ottiene nuovamente i crediti non potrà trasferirli a società di recupero credito o procedere alla riscossione in autonomia, salvo le misure cautelari ed esecutive già avviate, ovvero fermi, ipoteche e pignoramenti.
È importante sottolineare che la riforma non prevede l’intenzione di cancellare completamente il debito, non lascia aperta la possibilità di uno stralcio, ma resta vigile e in attesa di nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali tali da soddisfare le pretese dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questo avverrà attraverso un monitoraggio costante della vita del contribuente.
Infine, per le imprese che rispettano le regole, ovvero quelle classificate come “virtuose”, sarà riconosciuto un certificato di affidabilità fiscale, con l’istituzione di una sospensione di 10 mesi in caso di esito positivo a un controllo.
Debiti tributari: cambia tutto dal 2025
Dal 1° gennaio 2025 cambierà la gestione dei debiti tributari, soggetti ad azione automatica di sgravio.
L’Agenzia delle Entrate – Riscossione avrà un tempo limitato per notificare al contribuente e recuperare le pendenze iscritte a ruolo. Il nuovo sistema non prevede più il ricorso a misure agevolative come la Rottamazione quater delle cartelle esattoriali.
L’AdER disporrà di soli cinque anni per notificare la cartella, gli atti interruttivi della prescrizione, solleciti, avvisi e preavvisi di azioni cautelari ed esecutive.
Cosa succede ai debiti esattoriali pregressi?
La norma prevede la costituzione di una Commissione che avrà il compito di valutare l’applicazione del discarico per i ruoli affidati all’agente della riscossione dal periodo compreso tra il 2000 e fino al 2024.
Riforma Riscossione: nuovo rateizzo delle cartelle esattoriali
Dal 1° gennaio 2025 sarà introdotto un nuovo piano di rateizzazione delle somme iscritte a ruolo, al fine di permettere ai contribuenti un pagamento più agevole delle pendenze tributarie, in particolare:
Anno | Numero di Rate | Note |
2025-2026 | 84 rate | Nuovo piano di rateizzo introdotto |
2027-2028 | 96 rate | Incremento previsto |
2029-2030 | 108 rate | Ulteriore incremento |
2031 e oltre | 120 rate | Stabilizzazione del piano di rateizzo |
> 120.000 euro | Fino a 120 rate | Necessaria presentazione di un’istanza documentata per debiti sopra i 120.000 euro |