Chi è l’architetto delle Vele di Scampia? Si tratta di un complesso abitativo costruito nell’omonimo quartiere del capoluogo campano nate dall’idea dell’architetto Francesco Di Salvo.

In principio questi edifici doveva rappresentare una nuova opportunità residenziale al di fuori delle vecchie mura della città di Napoli. Con il tempo purtroppo però sono diventate simbolo di degrado e quanto accaduto nella serata di lunedì 22 luglio con il crollo di un ballatoio della Vela Celeste è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi.

Chi è l’architetto delle Vele di Scampia: quando sono state costruite

Questo noto complesso abitativo nasce tra il 1962 e il 1975. L’obiettivo principale di fatto era quello di dare una risposta concreta alla crescente domanda di abitazioni a basso costo costruite per famiglie economicamente svantaggiate.

Nel 1962 infatti entrò in vigore la legge 167, contenente le disposizioni nel campo dell’urbanistica in Italia, in particolare nella materia dell’edilizia residenziale pubblica.

Le Vele facevano parte proprio di un progetto abitativo di larghe vedute, che prevedeva anche uno sviluppo della città di Napoli soprattutto nella zona est di Ponticelli.

Il progetto così venne affidato all’architetto Francesco Di Salvo, dopo anni di sperimentazioni nell’ambito della progettazione per l’edilizia economica e popolare.

Originariamente le Vele di Scampia erano composte da ben 7 edifici estesi su un’area di 115 ettari.

Quattro di questi edifici risultano demoliti nel 1997, 2000, 2003 e l’ultimo nel 2020. Delle tre palazzine rimaste ancora in piedi, due saranno demolite, mentre l’ultima, la Vela Celeste, dove lunedì è avvenuta la tragedia costata la vita a due persone verrà riqualificato.

Quest’ultima, infatti fa parte del progetto Restar Scampia che vedrà ospitare in questo edificio gli uffici della Città Metropolitana.

Il nuovo progetto, che prevede investimenti da 156 milioni di euro, per essere realizzato dovrà completare l’abbattimento delle due Vele ancora in piedi. Si dovranno poi costruire nuovi complessi di edilizia residenziale pubblica. Tra questi dovrà infine sorgere anche un asilo nido da circa 50 posti, una scuola materna da 120, un centro civico con funzioni sociali e culturali e nuove strutture commerciali con laboratori artigianali e piccole botteghe. Senza dimenticare un nuovo parco e area verde per riqualificare l’ambiente.

L’edificazione del complesso venne affidata ad un ente appaltante che in totale autonomia manomise l’idea dell’architetto Di Salvo. Ci furono, così, cambiamenti strutturali e di materiali, per la costruzione infatti usarono solo calcestruzzo armato in sostituzione degli elementi prefabbricati brevettati dallo stesso progettista. In questo modo, dal punto di vista formale, il sistema modulare originale risultò completamente cambiato.

Le polemiche

Non si placano le polemiche proprio riguardo il degrado che invade la zona delle Vele di Scampia legate al tragico evento del crollo del ballatoio avvenuto soltanto due giorni fa.

Sulla questione si è espresso il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci che ha dichiarato di essere in attesa dell’esito delle verifiche tecniche.

Quanto avvenuto infatti anche per il ministro della Protezione Civile ripropone il diffuso e mai risolto problema della fatiscenza del patrimonio edilizio. Problema che affligge parecchie città italiane, non solo a Napoli, e sottolinea la necessità di accelerare ogni processo di rigenerazione urbana.

Anche il primo cittadino di Roma ha commentato la drammatica vicenda parlando di “periferia degradata, eredità del passato”. Ribadendo infine, che le Vele sono al centro di un programma di riqualificazione voluto dall’amministrazione comunale per far si che tragedie simili non accadano più.

Polemiche sugli edifici di Scampia e il degrado della zona anche da parte degli europarlamentari Danilo Della Valle del Movimento 5 Stelle ed Elly Schlein del Pd che parlano di “tragedia inaccettabile”. I due esponenti chiedono a gran voce di “fare piena luce” sulla causa del crollo.