La notizia dell’aggressione al giornalista de La Stampa, Andrea Joly, da parte di alcuni militanti di CasaPound a Torino. Il giovane reporter ha dato la sua versione dei fatti, ospite di numerose trasmissioni e le cui interviste sono finite sulle pagine di tutti i giornali. TAG24, quindi, ha voluto approfondire la questione, intervistando il portavoce nazionale di CasaPound, Luca Marsella.
Nelle ore immediatamente successive al pestaggio di sabato sera, 20 luglio 2024, infatti, diverse testate hanno riportato i video ripresi con il cellulare dello stesso giornalista e di alcuni residenti del quartiere San Salvario, affacciati alle finestre delle proprie abitazioni.
Le immagini hanno mostrato Joly a terra e alcune persone che lo hanno colpito con calci. Tuttavia, lo stesso cronista ammette di essere caduto alcune volte e che all’ospedale alle Molinette è arrivato “fortunatamente senza nulla di rotto” e con ferite al gomito e alle ginocchia.
CasaPound, Marsella: “Abbiamo invitato il giornalista aggredito per un confronto”
Ma come è iniziato tutto? Secondo la versione di Andrea Joly, sarebbero stati alcuni dei presenti alla “Festa della Torino nera” per i 16 anni del circolo Asso di Bastoni a cominciare. I militanti si sarebbero avvicinati minacciosamente e gli avrebbero intimato di consegnare loro il cellulare.
Il 28enne, infatti, si sarebbe avvicinato al locale Asso di Bastoni di via Cellini incuriosito dal frastuono e dalle abbaglianti luci dei fuochi d’artificio e dei fumogeni. Secondo quanto ricostruito al momento, il giornalista, in ferie, sarebbe passato per caso da quella via, ma “fiutando un possibile servizio” per il giornale ha deciso di filmare la scena.
E mentre la Digos sta valutando e analizzando i tre filmati di quella sera, nelle scorse ore, CasaPound ha rilasciato un comunicato nel quale invita il giovane reporter alla loro festa nazionale, “Direzione Rivoluzione” in programma dal 5 all’8 settembre a Grosseto. Come, infatti, ha raccontato il portavoce Luca Marsella:
“Noi ieri, proprio perché non vogliamo soffiare sul fuoco, abbiamo invitato pubblicamente questo giornalista alla nostra festa nazionale, che facciamo ogni anno a Grosseto. Stiamo aspettando risposta, perché se lui dice che voleva solo documentare quello che fa CasaPound, che è interessato a ciò che facciamo e non era lì per cercare provocazione e visibilità, allora facciamo un bel dibattito sulla violenza politica, dove parliamo di tutto. Anche, però, delle aggressioni che faceva la Salis, che abbiamo portato al Parlamento europeo, parliamo di tutto a 360 gradi. Noi siamo disposti a confrontarci con lui, con tutti a casa nostra. Noi diciamo che se lui è in buona fede, venga“.
Marsella ha ribadito più volte la loro disponibilità a incontrare il 28enne per discutere di quanto accaduto e ha sottolineato come il partito abbia sempre aperto le proprie porte a chi diceva di volerne sapere di più:
“Noi non abbiamo problemi. Però, basta venire con educazione e non a provocare, di nascosto, in questo modo. Anche perché che cosa bisogna dimostrare? Che CasaPound è un movimento che si rifà al fascismo? Lo diciamo! Non è uno scoop se si scopre questo a una nostra festa. Non ha senso, quindi, venirci di nascosto. Se lui fosse venuto lì e ci avesse detto che voleva documentare la cosa con una foto e che era questo giornalista di questo giornale… come si fa da tutte le parti. Io faccio politica da 20 anni e con i giornalisti in buona fede ho sempre avuto un buon rapporto. Ripeto, lo abbiamo invitato alla festa, speriamo venga, anche se penso che non verrà“.
Marsella: “Noi stavamo festeggiando, lui ha cercato la provocazione”
Reazioni da tutti i fronti sono immediatamente piovute sulla vicenda, ma le cui indagini sono ancora in corso. Per capire cosa sia successo, TAG24 ha intervistato il portavoce nazionale di CasaPound, Luca Marsella, presente alla serata come lui stesso ha dichiarato:
“Io stavo là e non è un segreto. Non è nemmeno uno scoop giornalistico perché c’era una locandina con il mio nome perché dovevo fare un intervento. È stata una serata di festa, abbiamo anche fatto qualche coro lì fuori. C’era tanta gente, i fuochi d’artificio. Ripeto, è stata una serata di festa senza nessun tipo di problema. Tant’è che io non l’ho proprio vista questa scena, non me ne sono accorto. Poi, da quello che è stato detto a me – adesso ci sarà anche un processo – questa persona, che non si è qualificata, si è presentata lì e ha cercato di provocare e ha cercato anche di spintonare i ragazzi. Chiaramente, questa prima parte nel video non si vede“.
Dunque, secondo la versione dei militanti di CasaPound, lo scontro è nato su istigazione di Joly, il quale, invece, ha sostenuto di aver detto di essere un giornalista poco prima dell’inizio dell’aggressione. Come ha riferito Marsella, però:
“Lui ha cominciato a fare delle domande, senza qualificarsi, e a spintonare. Certo, non ha alzato le mani, ma ha spintonato e cercato una provocazione. Quindi, quello che noi pensiamo è che lui sia venuto apposta per cercare un po’ di visibilità. È strano che fosse lì per caso: o abita in quella via o non capisco come mai fosse lì a quell’ora a Torino. Io non credo che sia così. Poi, ripeto, ci sarà un processo. Però, quello che sottolineo, se parliamo di questa “brutale aggressione”, quello che risulta a noi è che lui è andato in ospedale a farsi refertare, ma ha 0 giorni di prognosi. Se uno viene aggredito – come dicono – da 10, 15, mille persone e poi ha 0 giorni di prognosi, non credo sia stata un’aggressione così violenta“.
Cosa è successo all’Asso di Bastoni la sera di sabato 20 luglio 2024?
Ha molti dubbi il portavoce di CasaPound, che nel suo racconto ha affermato:
“Ha pubblicato le foto delle ginocchia sbucciate ecc. Credo che la questione sia stata molto ingigantita da questi video che – sia il suo che quelli fatti dall’alto – non riprendono la prima parte del suo arrivo, che non ho visto, ma che mi hanno raccontato“.
In effetti, sulla Repubblica un articolo dedicato all’aggressione ha citato il nome di Luca Marsella, sostenendo che non solo fosse presente alla festa, ma anche che abbia volutamente ignorato il pestaggio di cui era spettatore:
“Io non mi sono assolutamente accorto di nulla. Io sto dalla parte dei ragazzi, assolutamente, ma non ho assistito alla scena. Ero presente, però, non ho visto la scena. Comunque, questa mattina sono state fatte le perquisizioni al locale e a quattro persone a Torino“.