Stefano De Martino ad Affari Tuoi, Sanremo slitta perché c’è la Coppa Italia, Serena Bortone passa alla radio, Fiorello sta sul divano, Sigfrido Ranucci diserta l’appuntamento per ferie e l’ad Sergio è abbronzatissimo. Questo e tanto altro nei resoconti della presentazione dei palinsesti Rai per l’autunno-inverno. Ce n’è per tutti i gusti ma non è soddisfatto il palato di chi è nostalgico del Calcio che fu, quello in cui le partite cominciavano tutte alla stessa ora, quello di “Clamoroso al Cibali”, quello della moviola di Carlo Sassi ed Heron Vitaletti. Oggi c’è il Calcio spezzatino che, dopo la poesia, ha fatto un’altra vittima, “Novantesimo minuto”. Ricordate la sigla, la curva che si riempie, Paolo Valenti (e poi tutti gli altri), gli inviati e gli sfottò? 

Quanta malinconia per il programma tv che chiude dopo 54 anni

Certo, nell’era di pay-tv, social e highlights e dei followers (una volta si chiamavano tifosi) di quel calcio bello da vedere e da raccontare importerà a pochi, ma che malinconia sapere che dopo 54 anni la domenica pomeriggio non ci sarà più “Novantesimo Minuto” la trasmissione inventata da Maurizio Barendson, Remo Pascucci e Paolo Valenti. Era un bel programma. Aspettavi il tardo pomeriggio per ascoltare i collegamenti dell’ascolano Tonino Carino, del fiorentino Marcello Giannini, del napoletano Luigi Necco e del barese Franco Strippoli. E poi l’arrivo di Donatella Scarnati, la prima donna a raccontare il calcio in tv, proprio nel programma della domenica pomeriggio. Altri tempi, altro football, quando le scarpe da gioco si chiamavano scarpette e non scarpini.

Stefano Bisi