Sono passati 50 anni dalla divisione di Cipro. La questione dell’isola rimane irrisolta nonostante i diversi tentativi portati avanti nei decenni. I leader di Grecia e Turchia continuano ad essere in disaccordo sul futuro dell’isola.
L’isola di Cipro è divisa da 50 anni
Nel 1960 Cipro ottiene l’indipendenza, dopo circa 100 anni di dominio britannico. Quell’anno, Gran Bretagna, Turchia e Grecia sono state nominate garanti della sovranità dell’isola. I turco-ciprioti e i greco-ciprioti hanno partecipato alla spartizione del potere ma nel 1963 una disputa ha lasciato di fatto i greco-ciprioti al governo del paese. Nel dicembre 1963 sono scoppiati episodi di violenza che hanno portato all’invio di una forza di pace delle Nazioni Unite sull’isola. Dopo che il governo militare della Grecia continentale ha organizzato un colpo di stato e rovesciato l’amministrazione dell’isola, il 20 luglio 1974, la Turchia ha inviato le proprie truppe a Cipro.
Centinaia di persone hanno perso la vita durante gli scontri e l’isola è stata divisa in due parti. La parte turca costituisce il 34 per cento del territorio ma non è riconosciuta a livello internazionale. Dal 1974, ci sono stati vari tentativi di raggiungere un accordo di pace. Alcuni hanno proposto l’unificazione dell’isola, mentre altri hanno sostenuto una soluzione a due Stati. Tuttavia, fino ad oggi, non è stato raggiunto un accordo definitivo.
Le visioni delle parti
Le questione di Cipro è da più di mezzo secolo un tema di scontro tra Grecia e Turchia. Attualmente i turco-coprioti sostengono un accordo che riconosca i due Stati mentre i greco-ciprioti chiedono un’unificazione. Sabato 20 luglio, durante una parata militare nella parte a nord dell’isola, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha ribadito il suo sostegno a una soluzione basata su due Stati. Erdogan ha annunciato che la Turchia è “pronta per i negoziati, per incontrarsi e per stabilire una pace e una risoluzione a lungo termine”. Il leader turco-cipriota, Ersin Tatar, ha, invece, affermato che che il suo Stato rifiuta il “dominio” della maggioranza greco-cipriota e punta per “uno status nazionale paritario”.
Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, nell’altra parte dell’isola ha affermato che il suo paese ha un obiettivo:
Una repubblica di Cipro con un’unica sovranità, un’unica personalità internazionale, un’unica nazionalità, in una federazione bizonale e bicomunitaria, un unico stato in cui tutti i cittadini saranno ciprioti ed europei, senza un esercito di occupazione straniero, senza garanzie obsolete.
L’Ue chiede alla Turchia un “impegno reale” per raggiungere una soluzione
La portavoce per gli affari esteri dell’Unione Europea, Nabila Massrali, sostiene che l’attuale “divisione forzata” dell’isola non potrà rappresentare una vera soluzione. Ha affermato in un comunicato:
È necessario un impegno reale da parte di tutte le parti interessate, comprese le due comunità cipriote, e in particolare della Turchia, per raggiungere una soluzione pacifica.
Nella giornata di ieri, anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva evidenziato l’impegno di Bruxelles per l’integrità territoriale del “l’ultimo Stato dell’UE diviso”.