Chi è Maysoon Majidi? Si tratta dell’attivista curdo iraniana che attualmente si trova prigioniera in Italia. E’detenuta in carcere i Calabria. Il suo nome è diventato famoso tra le notizie di cronaca perché è stata accusata di essere una scafista. Ecco tutti i dettagli sulla sua storia.

Chi è Maysoon Majidi l’attivista iraniana prigioniera in Italia?

Maysoon Majidi è una donna di origine curdo iraniana, di 28 anni, che da circa sette mesi è detenuta in Calabria. carcere di Castrovillari. Il nome dell’attivista è apparso di recente sulle principali testate di informazione nazionali per via del processo che la vedrà protagonista e che inizierà a breve, giovedì 24 luglio.

Majidi si dichiara innocente e per questo motivo lo scorso maggio ha iniziato uno sciopero della fame. Una protesta contro le accuse che le sono state rivolte e legata anche al rifiuto di concederle gli arresti domiciliari in attesa del giudizio.

La procura di Crotone ritiene che Majidi sia stata «l’aiutante del capitano» sull’imbarcazione giunta in Calabria nel dicembre 2023 e che il suo compito fosse distribuire acqua e cibo, secondo le dichiarazioni di due testimoni, che in seguito hanno ritrattato sulla loro versione dei fatti, raccontando come Maysoon non fosse in realtà la scafista.

Perché è accusata di essere una scafista?

Maysoon è stata accusata di essere una scafista: su di lei è ricaduta l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dopo che lei stessa è arrivata in Italia, sbarcando a Crotone, in Calabria. La donna è giunta in Italia lo scorso dicembre a bordo di un’imbarcazione. Dal 2019 è in fuga dall’Iran, per via delle persecuzioni del regime della Repubblica Islamica, ed è finita in manette in quanto indicata come scafista; sulle accuse ancora esistono diversi dubbi.

L’attivista ha dichiarato di aver subìto maltrattamenti e violenze in carcere mentre si trovava ancora nel suo Paese. Successivamente con suo fratello aveva deciso di rifugiarsi nel Kurdistan Iracheno, dove ha collaborato con l’associazione Hana, impegnata nella difesa dei diritti umani.

Gli avvocati di Majidi sostengono che lei non sia considerabile una scafista e che non stesse al timone dell’imbarcazione arrivata in Italia il 31 dicembre 2023. La donna rischia fino a 16 anni di carcere, una multa da quindicimila euro per tutte le persone che si trovavano a bordo dell’imbarcazione – circa 70 – e soprattutto il rimpatrio in Iran. Qualora tornasse nel suo Paese, ad attendere la giovane attivista ci sarebbe una sentenza di morte.

La lettera di Maysoon Majidi al presidente Mattarella

Il caso di Maysoon Majidi ha attirato l’attenzione pubblica e non solo: anche la politica si è dimostrata interessata alla vicenda giudiziaria che la vede coinvolta, come ha raccontato la deputata Laura Boldrini, del Partito Democratico, che è andata a farle visita in carcere.

Lo scorso venerdì 19 luglio 2024, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, alcuni rappresentanti del mondo politico e diversi membri di associazioni impegnati nella lotta per i diritti umani hanno letto la lettera che l’attivista ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui ha chiesto aiuto, affinché il suo caso venga trattato “con giustizia e umanità”.

Maysoon ha rivolto un appello al Presidente scrivendo:

“Il mio arresto e la mia detenzione credo siano non solo un’ingiustizia, ma un’ombra sulla tutela di quei diritti umani che l’Italia ha sempre affermato. Mi rivolgo a Lei, presidente della Repubblica, e al popolo italiano con la speranza che la mia voce venga ascoltata e che la mia situazione venga risolta con giustizia e umanità. Mentre sono solo una delle persone migranti e richiedenti asilo che fuggono da situazioni di acuta sofferenza. Vi prego di non lasciarmi sola, la vostra azione può fare la differenza tra la speranza e la disperazione, tra la libertà e la prigionia”.

Per un approfondimento sulla questione dei diritti umani in Iran, Tag24 ha realizzato un’intervista in esclusiva con il presidente dell’associazione Italia-Iran, analizzando il caso del premio Nobel per la Pace, Narges Mohammadi.