Concordato preventivo 2024, dal 15 luglio 2024 anche i commercianti forfettari possono accettare o meno la proposta dell’Agenzia delle entrate di aderire al nuovo regime di tassazione. Gli autonomi che adottano la partita Iva forfettaria disciplinata dalla legge di Stabilità 2015 (Legge 190/2014), possono fare una verifica del proprio livello di reddito e di fatturato, maturati nell’anno di imposta, e quindi scegliere quanto sia conveniente l’adesione al nuovo concordato preventivo. Si ricorda che la proposta può essere accettata fino alla fine del prossimo mese di ottobre per i redditi realizzati nell’anno di imposta 2023.

I forfettari che adottano la tassazione fissa del 15%, applicano i coefficienti di redditività, consistenti in aliquote che servono a determinare la base imponibile sulla quale calcolare la flat tax. Tali coefficienti sono differenti a seconda della categoria professionale autonoma presa in considerazione e, dunque, al differente Codice Ateco legato alla propria attività.

Concordato preventivo 2024 commercianti, quali calcoli fare per valutare la proposta del Fisco?

Conviene a un commerciante forfettario accettare la proposta del Fisco di accedere al concordato preventivo 2024 per i fatturati ottenuti nel 2023? La valutazione della proposta si può fare mediante l’uso del nuovo software messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate sul proprio sito internet.

Grazie a questa piattaforma telematica, si può prendere visione di quale sia la proposta di reddito concordato del Fisco e decidere se accettarla oppure no.

Dati proposta Fisco: righi LM 22, LM 34 e LM 63

Nel caso di un commerciante con Codice Ateco 59.10.11 e coefficiente di redditività del 40% – utile per calcolare il reddito sul quale applicare il 15% di flat tax – occorre fare alcune previsioni a seconda dei fatturati e dei ricavi ottenuti.

Si ponga il caso di visualizzare al rigo LM22 del modello Redditi Persone fisiche (PF) 2024, un fatturato di 35.000 euro maturato nell’anno di imposta 2023 e un reddito, iscritto al rigo LM34, di 14.000 euro, determinato applicando il coefficiente di redditività del 40 per cento.

La proposta dell’Agenzia delle entrate, reperibile al rigo LM 63 del Modello Redditi Persone fisiche per la determinazione del concordato preventivo biennale 2024, sarebbe pari a 18.598 euro, con un incremento rispetto al reddito del 32,84%.

Spetterà, dunque, al commerciante accettare oppure no la nuova soglia di reddito così come aumentata dall’Agenzia delle entrate, anche in base alle previsioni della propria attività.

Accettare o no la proposta del Fisco se si ha un reddito di 35.000 euro?

Per i lavoratori a regime forfettario si rileva un’anomalia nel software messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate dal 15 luglio scorso. Infatti, in corrispondenza dei primi 5 anni di attività che determinano una tassazione super agevolata del 5% fisso – e non del 15% che si applica dal sesto anno di Codice Ateco – la piattaforma telematica non considera l’agevolazione e propone ai commercianti in start up lo stesso livello di proposta di commercianti già attivi da tempo.

In attesa delle correzioni da parte dell’Agenzia delle entrate, l’attuale incremento del 32,84% calcolato dal software sul reddito non sarebbe in linea con la tassazione del 5% che i lavoratori start up possono applicare per i primi cinque anni di attività.

Quanto conviene il concordato preventivo 2024 ai commercianti che guadagnano 15.000 euro?

Nella proposta di concordato preventivo 2024, l’Agenzia delle entrate considera un reddito sotto soglia e un fratturato e reddito minimo. Nel primo caso, al rigo LM22 corrisponde un fatturato di 15.000 euro e un reddito, dopo applicazione del coefficiente di redditività del 40%, di 6.000 euro (rigo LM34). La proposta dell’Agenzia delle entrate per l’adesione al concordato preventivo 2024 è di 18.346 euro, con un aumento del reddito testimoniato dal LM34 addirittura di quasi il 206%.

Il calcolo proposto dal software del Fisco funziona in modo che il reddito minimo aumenti in maniera inversamente proporzionale al coefficiente di redditività, stabile a seconda del Codice Ateco a un’aliquota prestabilita. Pertanto, più è basso il coefficiente di redditività (nel caso del commerciante, al 40%) e più è alta la crescita percentuale del reddito.

Coefficienti di redditività, a cosa serve?

Il livello minimo di reddito che un commerciante può maturare è quello inerente il minimo proposto dall’Agenzia delle entrate. Nel caso dei commercianti, questa soglia è fissata a 18.347 euro, livello di guadagni al quale si adeguano le proposte del Fisco per redditi sotto soglia.

Al livello di una proposta di 18.347 euro, corrispondono fatturati del 2023 per 34.486 (rigo LM 22) e un reddito al 40% di 13.794 euro (rigo LM 34). La proposta di 18.347 euro (rigo LM 63) determina un incremento del 33% che dovrà essere accettato o meno. Nel caso trattato, in definitiva, l’aumento proposto dall’Agenzia delle entrate è mediamente alto a fronte di un basso coefficiente di redditività (del 40%).