Minimo nove euro l’ora: o questa paga, oppure a Napoli, almeno con il Comune, non si lavora. Lo ha stabilito l’amministrazione del capoluogo campano con un atto di indirizzo della giunta presieduta dal sindaco Gaetano Manfredi. La delibera è stata adottata su proposta dell’assessora al lavoro Chiara Marciani e impegna direttamente sia Palazzo San Giacomo che le società partecipate del Comune: in pratica, da domani, 22 luglio 2024, tutti gli operatori economici ai quali l’ente pubblico e le sue controllate affideranno lavori, forniture e servizi dovranno prevedere un trattamento economico per i loro dipendenti non inferiore a nove euro l’ora.
Dove si applica il salario minimo in Italia? A Napoli
Napoli, quindi, si candida a essere il posto al sole per i cosiddetti lavoratori poveri allungando la lista dei Comuni apripista a un provvedimento che, a livello nazionale, tutto il centrosinistra vorrebbe, ma che, nei mesi scorsi, il Governo Meloni, complice un parere contrario del Cnel di Renato Brunetta, ha bocciato: quello che fissa il salario minimo a 9 euro l’ora. Il centrodestra ha motivato il no spiegando che, per eliminare il cosiddetto lavoro povero, occorre una maggiore contrattazione tra parti datoriali e sindacati. Ma, in realtà, il salario minimo non esclude automaticamente nè la contrattazione nè il rinnovo dei contratti nazionali. Ed è in vigore già in 21 dei 27 Paesi dell’Unione Europea. In Italia, si calcola che esso impatterebbe su 3,6 milioni di lavoratori. A Napoli, visto che il Comune, in modo diretto o indiretto, è il principale datore di lavoro della città (copyright dell’assessore al bilancio partenopeo, Pier Paolo Beretta), promette di alzare le paghe di centinaia di persone. A Tag24.it, lo conferma proprio chi ha proposto il salario minimo sotto il Vesuvio, l’assessora al lavoro Chiara Marciani.
L’assessora Marciani: “Perché abbiamo voluto a Napoli il salario minimo”
D Assessora Marciani, il Governo Meloni si è schierato contro l’introduzione del salario minimo. Napoli, però, va controcorrente.
R “Quantomeno, con la delibera approvata all’unanimità in giunta, miriamo a riaprire il dibattito anche a livello nazionale. Elly Schlein, del resto, ha proposto questo tema come collante dell’intero centrosinistra”.
D La delibera da quando entra in vigore?
R “Da subito. Ogni appalto del Comune e delle sue partecipate, da domani, 22 luglio 2024, conterrà la clausola secondo la quale tutti coloro che lavoreranno per l’ente pubblico non potranno guadagnare meno di nove euro l’ora”.
D Napoli rimane una città simbolo del lavoro: ce n’è poco e spesso pagato male.
R “Proprio per questo abbiamo inteso dare questo segnale: il lavoro non deve essere sfruttamento. Deve essere pagato in maniera dignitosa. Ma non solo: deve comportare anche altri diritti che, come amministrazione comunale, abbiamo voluto preservare”.
D In che modo?
R “Assieme al salario minimo, abbiamo approvato un’intesa coi sindacati per garantire un livello di sicurezza più alto ai lavoratori. Infortuni e morti bianche rappresentano una piaga inaccettabile. Per questo, abbiamo voluto implementare sia i controlli sui cantieri che la formazione di chi lavora”.