Cos’è la mucillagine? Preoccupano i livelli registrati in diverse località del nostro territorio.

Un valore elevato di questa sostanza infatti può provocare terribili danni ai microsistemi marini e pesanti conseguenze anche per l’uomo.

Ecco come si forma e quali sono gli elementi che ne determinano una così significativa espansione nel Mar Mediterraneo.

Cos’è la mucillagine: com’è composta

La mucillagine è una sostanza chimica complessa presente in tutti gli oceani.

Recentemente si sono registrati casi sempre più frequenti anche nel Mar Mediterraneo.

Sebbene sia un fenomeno di origine naturale, un eccessivo quantitativo nei mari può rappresentare un significativo campanello d’allarme.

Una esagerata quantità, infatti, potrebbe essere causata da uno stato di stress ambientale e da un peggioramento della qualità delle acque.

Questo perché la mucillagine marina è un insieme di componenti micro-organiche, fortemente influenzata dalla composizione chimica dell’ambiente.

La mucillagine marina ha una consistenza gelatinosa, densa e appiccicosa. Proprio per questa caratteristica è nota anche comunemente come saliva o muco di mare.È formata da un insieme eterogeneo di diversi microorganismi, al cui interno troviamo virus, sostanze proteiche, minerali, ma anche detriti e prodotti biopolimeri secreti da batteri.

La sua composizione non è nota con certezza ed oltretutto può variare in base al progredire del tempo o delle condizioni di microclima.

Come si forma e quanto dura

Nel Mar Mediterraneo, il principale fattore di sviluppo della mucillagine marina è il cambiamento climatico.

Questa sostanza infatti si forma molto più velocemente in ambienti con elevati livelli di fosforo e in condizioni di prolungata siccità o caldo intenso.

Anomalie dei corretti livelli di salinità e di temperatura delle acque marine e, soprattutto, la notevole presenza di sostanze di scarico delle industrie chimiche e agricole influenzano la crescita di fitoplancton e di conseguenza alimentano notevolmente il fenomeno.

Non è valutabile proprio quanto possa durare la sua persistenza in superficie. Nei casi meno gravi, il fenomeno si dissolve in qualche giorno o settimana, ma non è escluso che occorrano mesi per veder scomparire chiazze di mucillagine da uno specchio marino.

L’accumulo è poi favorito anche dall’assenza di correnti marine, che in condizioni normali consentirebbero un naturale ricircolo delle acque.

È pericolosa per l’uomo?

Per capire cos’è la mucillagine è bene conoscere il notevole aumento della sostanza che preoccupa ormai da anni gli organi di salute pubblica e di salvaguardia ambientale.

Il fenomeno è, infatti, in aumento in tutto il mondo e già nel 2009 sono stati registrati livelli anomali nel Mar Mediterraneo.

Di per sé la mucillagine marina non è tossica per l’uomo, ma una sua eccessiva presenza nei nostri mari può provocare conseguenze gravissime.

La mucillagine può infatti trasportare batteri patogeni e di conseguenza può diventare veicolo di malattie.

A correre i maggiori pericoli sono gli abitanti del mare: pesci ma anche organismi invertebrati rischiano enormemente di contrarre patologie a causa dell’alto tenore batterico trasportato dalla mucillagine.

Gli effetti di una quantità elevata di mucillagine marina si ripercuotono anche su vegetali e coralli, che acquisirebbero meno luce solare.

Un ulteriore fattore di rischio per i pesci è determinato dalla consistenza gelatinosa di questa sostanza che, depositandosi sulle branchie, può causare la morte per soffocamento.

Come conseguenza indiretta invece troviamo l’impatto sull’industria ittica e del turismo.

Se nel primo campo la mucillagine ostruisce le reti da pesca e mette a rischio molte specie animali, per quanto riguarda il turismo può rappresentare un serio deterrente per la balneazione.

Come arginare il fenomeno della mucillagine

L’azione immediata per contrastare l’espansione della mucillagine marina è la sua rimozione dalla superficie delle acque.

A supporto di questa operazione, possono essere installate barriere galleggianti temporanee che limitino la diffusione e che circoscrivino dunque il fenomeno.

Si tratta però di attività che non eliminano il problema né le cause scatenanti. Perché siano più efficaci, le contromisure devono essere finalizzate su lungo periodo. È essenziale aumentare la qualità delle acque, impedendo lo scarico di acque reflue o migliorandone il loro trattamento.

Tuttavia, se non verranno adottate azioni a contrasto del cambiamento climatico su scala mondiale, tutte queste contromisure potrebbero essere inefficaci.