Migliaia di persone si sono unite per protestare contro i megabacini progettati dall’agroindustria. Le manifestazioni ambientaliste si sono trasformate in scontri violenti tra alcuni attivisti e la polizia, che ha usato gas lacrimogeni. Numerose persone sono rimaste ferite, una delle quali è in gravi condizioni.
Gli scontri tra attivisti e polizia a La Rochelle
Sabato 20 luglio si è tenuta la seconda manifestazione ambientalista contro i megabacini. Secondo gli organizzatori, hanno partecipato circa 10mila persone, mentre secondo le autorità erano 5mila. Sono scoppiati scontri tra la polizia e circa 400 “manifestanti radicali” diretti al porto commerciale. La manifestazione al porto di La Rochelle era stata vietata dalla prefettura della Charente-Maritime.
In mattinata, un gruppo di circa 200 manifestanti ha occupato il terminal agroindustriale. Dopo qualche ora, la polizia ha respinto i manifestanti utilizzando gas lacrimogeni. Più tardi, uno dei due cortei, composto da 400 “black bloc” e con l’obiettivo di raggiungere il porto commerciale, ha fatto dietrofront e si è disperso. È iniziato un inseguimento tra manifestanti e polizia. Sono state danneggiate fermate dell’autobus e negozi di diverse attività commerciali. Un gendarme è rimasto ustionato e diversi manifestanti feriti sono stati soccorsi. Sei persone sono state arrestate.
Le motivazioni
La discussione si concentra sui “giganti silos” del porto, visti come importanti titoli speculativi a causa del fatto che i cereali immagazzinati sono soggetti alle “oscillazioni della borsa”. Il luogo è particolarmente significativo poiché il porto agroindustriale di La Pallice è il secondo porto esportatore di grano della Francia. I grandi produttori del settore cerealicolo spesso esportano i loro prodotti ai paesi africani.
Le proteste si svolgo quindi per denunciare i principali attori del settore. Questi sono collegati alla costruzione o progettazione di riserve idriche e al “sequestro” dell’acqua da parte dell’agroindustria. I megabacini aumentano le preoccupazioni tra gli agricoltori, poiché prevedono un sistema che metterebbe a disposizione di chi li possiede l’acqua per produrre di più, destabilizzando l’agricoltura di coloro che non possono permettersi riserve idriche.
Puisque ce sont toujours les mêmes mensonges, on répète : https://t.co/jo3kPkDyvH
— Les Soulèvements de la terre (@lessoulevements) July 20, 2024
👉 Les bassines ne sont pas pour tous les agriculteurs, seulement 93 dans le 79 (<5%)
👉 Le blé produit dans le Poitou ne contribue pas à la souveraineté alimentaire, 70% est exporté #LaRochelle https://t.co/FwIhWFEdLT
I megabacini
Le riserve sono strutture progettate per immagazzinare grandi quantità di acqua durante i periodi di abbondanza, come l’inverno, per poi utilizzarla durante i periodi di scarsità, come l’estate. Questa acqua proviene generalmente dalle falde acquifere e viene accumulata in queste riserve per garantire una fornitura continua durante le stagioni secche. I sostenitori considerano le riserve fondamentali per la sopravvivenza delle aziende agricole, specialmente in un contesto di siccità ricorrenti. La loro utilità sta nel fornire una riserva d’acqua sicura che può essere utilizzata per irrigare le colture quando le condizioni climatiche non sono favorevoli. Secondo gli oppositori, non contribuirebbe alla sovranità alimentare del paese.