Il debito pubblico italiano è incrementato di oltre 13 miliardi di euro, venendo a sfiorare i 3mila miliardi di euro. Si tratta dell’ennesimo record raggiunto a maggio.

Il debito pubblico tricolore ha segnato un nuovo record, raggiungendo quota pari a 2.919 miliardi di euro, in crescita di 13 miliardi rispetto al mese di aprile 2024. Rispetto allo scorso anno il debito pubblico italiano è aumentato di quasi 100 miliardi di euro. È quanto scattato da Banca di Italia nel report “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”. Secondo il Presidente dell’UNC Dona ciò implicherebbe un debito pari a 49.475 euro pro-capite, ovvero 110.563 euro a famiglia.

Debito pubblico italiano: cresce il debito delle amministrazioni pubbliche centrali

L’incremento del debito pubblico italiano rilevato nel mese di maggio è dovuto all’effetto dei premi all’emissione, al fabbisogno delle pubbliche amministrazioni e alla rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione. Inoltre, si sono ridotte le liquidità del Tesoro. Il debito delle amministrazioni centrali ha subito un aumento di oltre 13 miliardi di euro, mentre quello degli enti locali è sceso di 0,3 miliardi di euro. Il debito dell’INPS e degli enti di previdenza pubblica è rimasto invariato.

Debito pubblico italiano: calata la quota detenuta da Bankitalia

Il rapporto “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” mette in evidenza che nel mese di maggio la quota del debito detenuta da Banca d’Italia è lievemente calata dal 23,5 percento al 23,3 percento rispetto al mese precedente. Nel mese di aprile la quota detenuta dai non residenti è stata pari a 28,8 punti percentuali e quella detenuta dalle imprese non finanziarie e dalle famiglie è rimasta stabile a 14 punti percentuali.

Debito pubblico italiano: l’incremento pesa sui contribuenti

Questo incremento di debito pubblico italiano rappresenta un peso sulle tasche dei contribuenti italiani. Se si divide l’intero ammontare del debito pubblico per la popolazione residente in Italia (circa 59 milioni di persone) si ottiene una cifra di debito pro capite pari a poco più di 49.000 euro. Si tratta di più di 18 mesi di stipendio medio di un lavoratore, che nel Belpaese risulta essere pari a 33.000 euro all’anno. nonostante le intenzioni dell’Esecutivo il dato del debito pubblico potrebbe segnare nuovi record.

Le proiezioni stimano un incremento del debito pubblico tricolore oltre i tremila miliardi di euro nel 2025. Il ministro del Tesoro Giorgetti ha avviato un’intesa con l’Unione europea per il rientro della situazione debitoria dell’Italia. Il programma sarà pari a 7 anni. Nel 2027 il debito pubblico italiano dovrebbe raggiungere il picco pari a 3.300 miliardi di euro. Le strategie implementate dal governo italiano dovrebbero dare i propri frutti a partire dal 2027 ed il deficit dovrebbe iniziare a ridursi. Il rapporto tra debito e PIL continuerà a crescere fino al 2026 sfiorando il 140 percento. La crescita sarà piuttosto moderata.

Debito pubblico italiano troppo elevato: il monito del FMI

L’incremento del debito pubblico italiano preoccupa il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il quale sottolinea che è necessario un aggiustamento credibile per affrontare l’attuale situazione. Trattandosi di un’economia avanzata con un deficit pubblico piuttosto elevato, c’è tanta preoccupazione per lo spread e per il mercato obbligazionario italiano. Il Fondo Monetario Internazionale sottolinea che è necessario un aggiustamento di bilancio per ridurre il debito.

L’aumento del debito pubblico italiano è attribuibile all’incremento della liquidità del Tesoro ed al fabbisogno, ovvero alla differenza tra le entrate e le uscite del bilancio statale. La maggior parte dell’incremento complessivo del debito pubblico italiano è dovuta al debito delle pubbliche amministrazioni centrali. Il debito degli enti locali e delle amministrazioni locali è rimasto inalterato.

Le famiglie ed i risparmiatori italiano stanno mostrando un crescente interesse nei confronti del deficit pubblico tricolore con una quota che è incrementata a quasi 11 punti percentuali. Ciò rappresenta un incremento di quasi 80 miliardi rispetto al precedente anno quando le obbligazioni pubbliche nei portafogli delle famiglie erano pari all’8,5 percento.