I nuovi assetti europei e le loro ricadute sulla politica italiana. La conferma di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea senza il voto della premier Meloni agita Giuseppe Conte, che si dice preoccupato per le possibili ricadute che la decisione della presidente del Consiglio potrà avere per il Paese.
Più cauto Maurizio Landini che se da un lato accoglie con favore il riconoscimento del cambiamento climatico come punto da cui partire per un ripensamento delle strategie produttive, dall’altro chiede un cambiamento radicale in Europa e una maggiore sinergia tra i sindacati europei.
Von der Leyen confermata Presidente della Commissione Ue senza il voto di Meloni, Conte: “Potenziale rischio per l’Italia”
Come esce l’Italia dal voto contrario di Fratelli d’Italia alla rielezione di Ursula von der Leyen?
Giuseppe Conte non ha dubbi e si dice “molto preoccupato” di fronte a un episodio che rappresenta un precedente a suo dire molto grave. Per la prima volta, infatti, un presidente del Consiglio italiano “non riesce a esser parte dell’accordo politico che ha fatto partire la Commissione europea“.
Ai giornalisti che lo raggiungono a margine dell’Assemblea Nazionale di Coldiretti, tra cui l’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati, il presidente del Movimento 5 Stelle spiega che l’isolamento della Meloni – “sia come leader al Consiglio europeo, sia al voto dell’Europarlamento con la sua forza politica” – rappresenta un rischio per il Paese.
Aggravato dall’emarginazione che la premier ha subito tra le forze di destra, con la mossa dei ‘Patrioti per l’Europa’ di Viktor Orban, un gruppo, spiega Conte, “che, di fatto, l’ha emarginata anche a destra“, per poi concludere che “gli scenari futuri sono davvero preoccupanti, se ragioniamo dell’interesse nazionale“.
Landini plaude alla considerazione del cambiamento climatico e chiede all’Europa “un nuovo modello di produzione e sviluppo”
Meno concentrato sugli equilibri politici e più attento alle cose da fare e alle prerogative in tale senso è, invece, Maurizio Landini.
A margine della consegna delle quattro milioni di firme per il referendum contro l’autonomia differenziata a Roma, il segretario generale della Cgil batte sul tasto del cambiamento necessario nell’Ue, ricordando che l’ultima volta che è avvenuto è stato a causa della pandemia di Covid-19.
Guarda, però, con favore alla considerazione data dalla von der Leyen al tema del cambiamento climatico che, spiega, “non è un problema rinviabile“. A partire da esso, Landini auspica un ripensamento complessivo dei modelli di produzione e sviluppo che, avverte, richiederanno “una quantità di investimenti senza precedenti“.
Per affrontarli è necessaria un’Europa unita, in grado così di fare i conti con chi, finora, ha investito più di lei, come Cina, India e Stati Uniti. Da qui il suo attacco all’autonomia differenziata e all’idea stessa di una chiusura di fronte a uno scenario tanto vasto:
“Per questo considero una follia l’autonomia differenziata. Perché di fronte a un mondo che ha questi problemi, pensare che ognuno può difendersi nella sua regione, nel suo condominio e nel suo comune significa prendere in giro le persone, non raccontare la complessità della situazione”.
Unità che Landini richiede anche alle organizzazioni sindacali europee, affinché agiscano compattamente per richiedere un cambio di passo all’Ue, con lo scopo di ridurre le disuguaglianze e redistribuire la ricchezza.
Lollobrigida convinto che “l’Italia avrà lo spazio che le spetta” ma frena sul ‘green deal’
Ostenta tranquillità e sicurezza, invece Francesco Lollobrigida, anche lui come Conte presente all’Assemblea Nazionale di Coldiretti.
“Nessuno strappo“, dice con un accenno di sorriso riferendosi al voto contrario di FdI alla rielezione di von der Leyen. E a chi gli chiede se sia convinto che all’Italia verrà comunque riconosciuto il ruolo che chiede nei nuovi assetti europei, il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste risponde senza esitazione di sì.
Magari con Raffaele Fitto commissario? Per Lollobrigida sarebbe un’ottima scelta ma precisa che sarà la maggioranza a fare le proprie valutazioni per giungere a una soluzione condivisa.
Perde un po’ di tranquillità quando gli viene ricordata la conferma del ‘green deal’ da parte di Ursula von der Leyen. “Bisogna vedere che dinamiche vengono realizzate per tutelare l’ambiente“ dice chiaramente Lollobrigida, che sottolinea come “la centralità dell’agricoltura” rappresenti di per sé “un modo per tutelare l’ambiente“.