È senza dubbio l’uomo del momento, colui che sembra destinato a riportare l’equilibrio nei rapporti finora turbolenti tra il governo italiano e il Parlamento europeo che si sta costituendo proprio in questi giorni. Raffaele Fitto è dato da tutti come il candidato numero uno per quel ruolo di commissario europeo che l’Italia reclama, sebbene ci sia ancora quale perplessità su quale delega andrà a rivestire.

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen sembrano avere, infatti, opinioni diverse sulla questione mentre il diretto interessato continua a far finta di nulla, in attesa delle decisioni dall’alto.

Fitto commissario europeo ma sulla delega possibile nuovo scontro tra Meloni e von der Leyen

Intorno al suo nome ritrovano l’armonia da tempo perduta anche Matteo Salvini e Antonio Tajani.

Quest’ultimo già in passato aveva espresso il suo parere positivo a un’eventuale nomina dell’attuale ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr e torna a farlo oggi, 19 luglio 2024, definendolo il migliore commissario possibile. Opinione condivisa anche dal leader del Carroccio, per cui Fitto “è un ottimo ministro” e sarebbe “un ottimo commissario“.

I due vicepremier concordano anche sul fatto che l’Italia vedrà riconosciuto il ruolo che le spetta, malgrado il voto contrario al secondo mandato di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Ue. Come sottolinea Tajani:

“Abbiamo qualità da dare all’Europa che ha bisogno di noi. Il presidente del Consiglio farà la trattativa e indicherà il miglior commissario possibile”.

Tuttavia, c’è una questione da risolvere e cioè la delega da assegnare al commissario italiano. Tema su cui Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen non sembrano avere le stesse idee.

La presidente del Consiglio italiana vorrebbe, infatti, la delega alla Concorrenza, ruolo rivestito in passato da Mario Monti. Competenza che permetterebbe al governo italiano di gestire in prima persona la spinosa questione delle concessioni balneari, su cui l’esecutivo si gioca gran parte della proprio credibilità di fronte agli elettori.

Stando alle voci provenienti da Bruxelles, invece, Von der Leyen starebbe pensando alla delega al Bilancio, cui verrebbe accorpato il Pnrr, di cui Fitto già si occupa nel governo italiano. 

Il diretto interessato evita le domande: “Se governo indicasse il mio nome? Non ragiono con i ‘se’ e con i ‘ma’”

Una partita, dunque, ancora tutta da giocare.

Ed è così che la vive il ministro, raggiunto dai cronisti, tra cui l’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati, a margine dell’Assemblea Nazionale di Coldiretti.

Fitto sorride sornione ogni volta che gli viene fatta una domanda sulle nomine Ue e ‘dribbla’ le domande sulla questione. Si vedrà risponde a chi gli chiede delle possibili deleghe che arriveranno per l’Italia, sostenendo che il governo e la presidente Meloni faranno il loro lavoro al meglio per dare all’Italia ciò che le spetta.

Quando gli chiedono cosa deciderebbe se Meloni facesse effettivamente il suo nome, replica:

“Non sono abituato a ragionare con i ‘se’ e con i ‘ma’. Questo tema riguarda il lavoro che il governo porterà avanti. Il mio lavoro continua nell’ambito delle gravose deleghe che il presidente del Consiglio mi ha assegnato e sulle quali cerco di fare del mio meglio”.

Si trincera, infine, dietro il più classico dei ‘no comment’ quando gli viene chiesto se preferirebbe rimanere al suo posto attuale.