Perché il Tar di Trento ha sospeso l’uccisione dell’orsa Kj1? Si tratta dell’esemplare di orsa ritenuta responsabile dell’aggressione al turista francese nel Comune di Dro, in Trentino.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, nelle scorse ore aveva firmato l’ordinanza di abbattimento dell’orsa KJ1, dopo aver provocato il ferimento di un turista francese di 43 anni.
L’aggressione era avvenuta, lo scorso martedì 16 luglio, lungo il sentiero degli Scaloni nel territorio comunale di Dro.
Il turista francese Viviene Traifaux, in vacanza con la moglie, si è trovato improvvisamente davanti l’animale mentre percorreva un sentiero poco sopra il centro abitato del paese.
L’animale, secondo le prime ricostruzione lo avrebbe aggredito con delle zampate che gli hanno procurato delle ferite al braccio destro, alla gamba sinistra e alla parte bassa della schiena. Per fortuna, il malcapitato è riuscito a scendere a valle venendo subito soccorso e portato in ospedale dove hanno riscontrato ferite agli arti con una prognosi di 20 giorni.
Il governatore, quindi sarebbe corso ai ripari firmando un’ordinanza in cui affidava il compito dell’individuazione dell’animale al Corpo forestale che avrebbe dovuto procedere all’abbattimento, ora però sospeso.
Perché il Tar di Trento ha sospeso l’uccisione dell’orsa Kj1: bloccata l’ordinanza di Fugatti
A seguito del provvedimento firmato dal governatore, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), ha fatto immediatamente ricorso al Tar di Trento.
Dall’organizzazione hanno infatti commentano la decisione di Fugatti come un unico modo spietato per risolvere il problema senza invece favorire e promuovere una serena convivenza con queste specie di animali.
Il Tar, di fatto, oggi ha accolto il ricorso bloccando, seppur temporaneamente, il provvedimento di Fugatti. L’uccisione dell’esemplare di orsa è infatti stata sospesa, poichè secondo il Tribunale, l’esame della richiesta cautelare ante causam appare giustificata e meritevole di accoglimento. Per questo vi è l’urgenza di sospendere il provvedimento nella parte in cui si dispone l’immediato abbattimento dell’orso, senza alcuna possibile alternativa e senza un accertamento definitivo dell’effettiva riconducibilità dell’aggressione all’orsa KJ1.
Per il momento quindi, la Provincia ha il divieto imposto dal tribunale di perseguitare l’orsa.
Sulla delicata questione si è espressa anche l’Aidaa, associazione italiana difesa animale e ambiente che ha sottolineato come la decisione di giustiziare l’orsa non terrebbe conto anche della presenza dei cuccioli. Per questo l’associazione avrebbe inviato proprio un esposto alla procura di Trento per chiedere ulteriori indagini su quanto accaduto così da ricostruire al meglio gli avvenimenti. In questo modo si evita che avvenga la stessa cosa accaduta agli orsi MJ5 E F36.
La soddisfazione degli animalisti
L’orsa Kj1 con i suoi 22 anni è l’esemplare più anziano del Trentino e per questo andrebbe salvaguardata e protetta.
Con la decisione del Tar di sospendere la sua esecuzione vi è grande soddisfazione tra le associazioni animaliste che avevano protestato contro il provvedimento.
Gian Marco Prampolini, presidente di Lela, una piccola associazione animalista ed ambientalista ha commentato la sospensione dell’uccisione di Kj1 dicendo che la gestione degli orsi trentini andrebbe di fatto trasferita al Ministero dell’Ambiente. Secondo lui infatti, la provincia di Trento ha dimostrato di non essere in grado di provvedere alla tutela del patrimonio faunistico locale.
Prampolini conclude poi parlando del caso particolare degli orsi, che da tempo sono una specie che gode di molte protezioni a livello sia nazionale sia europeo. Evidenziando l’importanza di questa specie per il territorio trentino cercando di valorizzare la convivenza pacifica con l’uomo.
Una soluzione proposta dalle associazioni animaliste, come avvenuto nel caso dell’ora JJ4, potrebbe essere quella di trasferire l’esemplare nel rifugio “Millions of friend” in Romania.
Grazie a questa alternativa, realizzabile interamente a spese dell’associazione Lav non si potrà più sostenere la necessità di uccidere l’orsa, che potrà continuare a vivere tranquillamente in luogo protetto.