L’opposizione del campo progressista ritrova l’unità e rilancia la propria sfida al governo di Giorgia Meloni. La sinistra si ritrova oggi, 18 luglio 2024, in piazza De Ferrari a Genova per una manifestazione organizzata per chiedere le dimissioni del presidente della regione Giovanni Toti e nuove elezioni.
Ma l’obiettivo è anche quello di rilanciare una rinnovata compattezza, nel segno di un’alternativa concreta alla destra anche sul piano nazionale.
La manifestazione della sinistra a Genova per le dimissioni di Toti, Schlein: “Tiene ai domiciliari l’intera regione”
Una folla enorme, composta secondo le stime da oltre 2mila persone, riempie piazza De Ferrari a Genova. Bandiere e colori diversi, del Partito democratico come del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra, a simboleggiare una ritrovata unità del fronte progressista che si ricompatta proprio a partire dalla Liguria.
La sinistra chiede in coro le dimissioni di Giovanni Toti, accusato di corruzione e agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio, raggiunto proprio oggi da una nuova ordinanza di custodia cautelare. Questa volta per il presunto finanziamento illecito per gli spot elettorali pagati da Esselunga e proiettati sul maxischermo di Terrazza Colombo.
‘Liguria diritto al futuro’ è, infatti, il titolo della manifestazione. Quel futuro, dice chiaramente Elly Schlein nel suo appassionato intervento dal palco, che il presidente della regione sta sottraendo ai cittadini, decidendo di non dimettersi e tenendo la regione “ai domiciliari con lui da mesi“.
Nessuna pressione sulla magistratura, chiarisce la segretaria dem, che dovrà chiarire le eventuali responsabilità giuridiche. Il giudizio è tutto politico ed è proprio l’opportunità politica che avrebbe dovuto spingere Toti alle dimissioni per non tenere paralizzata la regione dalle inchieste che lo riguardano.
Schlein passa, infatti, in rassegna le molte questioni in sospeso che riguardano la Liguria, dalla sanità al lavoro fino alle problematiche industriali, con le vertenze in corso relative ai casi Ilva e Ansaldo.
“C’è bisogno di progettare un futuro” rimettendolo nelle mani dei liguri, spiega la segretaria Pd, che attacca Giorgia Meloni per il suo mutismo e lassismo sull’intera vicenda:
“Mi domando cosa aspetti Giorgia Meloni a chiedere a Giovanni Toti di fare un passo indietro per il bene di questa regione e per la dignità di questa istituzione. Mi domando cosa aspetti a fare un atto dovuto che è la richiesta di sospensione”.
Infine, Schlein si appella alla piazza e agli altri leader di opposizione che sono lì con lei, per prendere quelle energie e proiettarle al futuro, per costruire l’alternativa per la Liguria e per il Paese.
Conte: “Modello di potere di Toti è modello marcio”
Stessi argomenti ma toni probabilmente più accesi quelli usati dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.
Anche lui, come la Schlein, accusa Toti di “emettere una sentenza di condanna nei confronti della comunità ligure” decidendo di non dimettersi. Necessario, dunque, arrivare a nuove elezioni per permettere al governo regionale di agire per affrontare i problemi della regione.
Al di là degli esiti dell’inchiesta, Conte, però, accusa frontalmente il sistema di governo messo in piedi da Giovanni Toti nei suoi due mandati come presidente della Liguria, definendolo apertamente “un modello marcio”:
“Non si può pensare di governare una regione incontrando amici e imprenditori sullo yacht o luoghi inappropriati e commistionando interessi privati con quelli pubblici. Quello si chiama mercimonio”.
Il leader Cinquestelle dice chiaramente che non si può “far passare che tutto questo sia la normalità” e termina il suo intervento urlando alla destra di governo che se quella “sarà la vostra normalità” allora “sarà la nostra diversità!“
Fratoianni e Bonelli alla manifestazione di Genova per le dimissioni di Toti: “A noi il compito di un’alternativa”
Infine, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra con i loro interventi sottolineano il legame tra il destino della Liguria e quello del resto del Paese.
Fratoianni dichiara che le dimissioni, di fronte a un caso simile, dovrebbero essere “una cosa normale” e a capirlo dovrebbe essere la stessa maggioranza che sostiene Toti. Questo non accade, attacca l’esponente Avs, per un problema di “cultura politica, che non sa distinguere tra interesse generale e interesse particolare“.
“Toti si dimetta“, conclude Fratoianni, “a noi il compito di offrire un’alternativa“. Per la Liguria e per il Paese, aggiunge il collega di partito Angelo Bonelli.
Anche lui chiede a Toti di non “sequestrare la democrazia in questa regione“, consentendo di avere “elezioni subito” alle quali, ammonisce, la sinistra avrà il dovere di presentarsi unita, con un’alternativa chiara:
“Solo uniti ce la possiamo fare. Non possiamo più commettere gli errori compiuti in passato, sarebbe irresponsabile. Da oggi parte la riscossa”.