Indagine su una storia d’amore” di Gian Maria Tavarelli arriva al cinema da oggi, 18 luglio, con protagonisti Alessio Vassallo e Barbara Giordano. Entrambi attori di formazione teatrale e visti in più prodotti televisivi regalano una coppia in crisi in cui il pubblico davanti al grande schermo facilmente potrà rispecchiarsi. Un attore anche il personaggio portato sullo schermo, con la crescita artistica che va di pari passo con quella umana. TAG24 li ha intervistati in esclusiva.

“Indagine su una storia d’amore” intervista video ad Alessio Vassallo e Barbara Giordano

Alessio Vassallo spiega  a TAG24 come non sia così diverso dal Paolo che interpreta nel film, spiegando come la vita di attore non abbia mai un’arrivo:  “È un percorso sempre in salita,  lo è tuttora e lo sarà  sempre. Nella mia carriera la preparazione è stata fondamentale: ho fatto  Accademia drammatica ma alla fine l’80-90 % di questo lavoro arriva grazie al caso. Un film piccolo che esplode e ti cambia la carriera, poi è normale che tu devi farti trovare pronto e essere preparato cercando di avere sempre  qualcosa da dire”.

L’attore sottolinea come il risultato migliore sia avere finalmente la possibilità di scegliere: “Col tempo riesci a scegliere e a pensare a dei progetti quando per molti può essere un lusso.  È davvero il caso a volte a decidere, prendete l’esempio di tantissime serie tv o film che sembravano morti e sepolti invece poi magari dopo qualche anno sono diventati dei casi nazionali. C’è una casualità degli incontri che fai. Quello dell’attore è  un mestiere totalmente senza regole quindi bisogna essere preparati”.

Barbara Giordano su questo aspetto è d’accordo con il collega: “La carriera comtimua  a salire e a scendere. Il nostro è un lavoro fatto di attese. Questo film racconta la rimessa in discussione  continua. Io  non ho mai sperimentato la possibilità effettivamente di andare a raccontare me stessa perché sarebbe fallimentare per me, non mi interessa e non è quello che voglio. Mi spaventa molto il percorso di visibilità che precede l’arte perché attira un pubblico che non è quello che mi interessa. Non mi è mai interessato diventare famosa, sarebbe bello soltanto perché mi permettete di scegliere quale lavoro fare ma credo che non possa essere una strategia vincente quella di espormi troppo”.

Vassallo diventa più riflessivo quando parliamo della sovraesposizione degli attori, parte cardine nel racconto del film, con tanti suoi colleghi che vivono perennemente sui social: “Penso  che ormai è diventata una necessità, ma per fortuna non di tutti e neppure  la mia. Forse sono di una generazione che prova ancora imbarazzo e  penso che per un attore sia fondamentale perché i nostri personaggi provano imbarazzo. Se io dovessi mettermi davanti un cellulare a fare un balletto per avere un imbarazzo sarebbe una fatica mostruosa per me , magari invece fare una scena d’amore davanti alla macchina da presa è più semplice. Oggi si è proprio perso il senso del pudore, Io ho fatto sempre fatica a mettere davanti Alessio rispetto ai miei personaggi”.

Una coppia in crisi nel film e anche nella televisione sono un genere sempre più popolare, anche grazie allo straordinario successo di Temptation Island: “Qui però non abbiamo i tentatori, altrimenti il mio Paolo avrebbe finito dopo cinque minuti di programma.  Pur senza tentatori entrambi comunque cedono e vanno giù a valanga  ed iniziano  a entrare in crisi nonostante siano in due momenti separati:  prima ci sono io, poi c’è lei però guardandosi la loro coppia va in frantumi.  Tornando a Temptation penso che sia svilente  mettere in campo alla merce di tutti il  tuo corpo,  la tua famiglia,’le tue malattie le tue perché è l’unica cosa che puoi offrire”.

Dure  anche le parole di Barbara Giordano, che sottolinea come il tradimento in “Indagine su una storia d’amore” sia ben diverso: “I protagonisti non reagiscono a degli eventi esterni, loro raccontano la loro versione della storia ed è questo che è drammatico all’interno della loro relazione. Le cose che sono successe e che Lucia dice a Paolo sono  tutta la verità, se lo giurano. Questo credo che sia qualcosa di grosso, non è un tradimento sessuale o sentimentale come Temptation Island ma un tradimento della tua essenza come persona insieme ad un’altra”. 

La video intervista al regista Gian Maria Tavarelli

Gian Maria Tavarelli a TAG24 sottolinea come in “Indagine su una storia d’amore” aver messo degli attori come protagonisti sia stato un modo per rendere il messaggio universale: “Il loro desiderio di emergere e di realizzarsi è un po’ anche il nostro. Non credo che sia proprio soltanto degli attori il volersi realizzare in una professione ed essere visibili, ma è anche il desiderio di esercitare la tua professione e ovviamente ognuno di noi vuole farlo con la propria. Ognuno di noi desidera realizzare i propri sogni, ma la cosa importante è evitare la frustrazione che ne deriva dalla voglia di raggiungere questi obiettivi. Se in qualche modo non ce la fai devi comprendere che puoi arrivare a un punto che basta e avanza per stare bene essere felici. Insomma il porsi sempre degli obiettivi troppo alti probabilmente è un sintomo di infelicità ed è e genera esclusivamente infelicità, quella dei protagonisti nasce anche da quello dal porsi continuamente dei limiti esterni a loro troppo alti rispetto a quello che loro desiderano. Questo porta a perdere serenità e felicità”.

Il racconto del tradimento per il regista è in realtà il racconto di una storia d’amore vista da due punti diversi: “Mi sembrava interessante mettere a confronto queste queste due narrazioni ognuno racconta la sua storia. Paolonquella con Lucia e Lucia racconta invece il suo punto di vista e vedi che alla fine non collimano e quando se le sentono raccontare si accorgono che ognuno racconta una storia diversa. Tutto questo parlando di relazioni mi sembrava interessante”.