Ironia sprezzante. È quella usata dal ministro della Giustizia Nordio, per commentare l’ordinanza del riesame che ha confermato gli arresti domiciliari per il governatore della Liguria Toti, nell’ambito dell’inchiesta di Genova.

Durante il question time alla Camera, il Guardasigilli ha risposto a un’interrogazione di Maurizio Lupi di Noi moderati sulla vicenda, dichiarando di non aver “capito nulla” dell’ordinanza.

Inchiesta Genova, Nordio sui domiciliari a Toti: “Nessuna inchiesta può e deve condizionare la legittimità di una carica politica”

Non la posso né criticare né commentare“.

Ha esordito così il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante l’interrogazione di Lupi nel question time alla Camera dei deputati, che gli chiedeva ragguagli circa l’ordinanza con cui il giudice del riesame ha confermato gli arresti domiciliari per il presidente della regione Liguria Giovanni Toti.

Una valutazione corretta, nel segno dell’equidistanza e del ruolo di garanzia che la sua carica istituzionale gli impone, soprattutto di fronte a un caso spinoso come quello ligure, con il governatore accusato di corruzione.

Tuttavia, il ministro non si è trattenuto dal pronunciare una battuta sagace nei confronti del provvedimento del giudice:

“Posso dire che ho riletto di recente la ‘Fenomenologia dello spirito’ di Hegel e sono riuscito a capirla, ho letto quest’ordinanza e non ho capito nulla“.

Si tratta di un nuovo, ennesimo affondo di Nordio contro i magistrati, con i quali i fronti di scontro sono ormai innumerevoli.

La sollecitazione del leader di Noi moderati, per il quale quanto sta accadendo a Toti “non riguarda solo lui ma tutti i cittadini“, ha spinto poi il ministro a un’affermazione dai connotati più esplicitamente politici, sostenendo che nessuna inchiesta può e deve condizionare la legittimità di una carica politica regolarmente eletta.

Toti presenterà ricorso in Cassazione sulla revoca dei domiciliari

Nordio ha concluso, quasi a voler stemperare i toni, ribadendo che “indipendenza e autonomia della magistratura sono sovrane“.

Intanto, in serata il governatore ha avuto un nuovo incontro con il suo fedelissimo Giacomo Giampedrone, assessore regionale alla protezione civile, nel primo dei tre nuovi colloqui autorizzati dal gip Paola Faggioni.

A Giampedrone, Toti ha riferito di essere intenzionato a procedere con il ricorso alla Suprema Corte di Cassazione contro la decisione del Tribunale del Riesame di non revocare i domiciliari, ai quali il presidente è sottoposto dal 7 maggio scorso.

Una pronuncia che ha lasciato il governatore “amareggiato“, riferisce l’assessore. Un sentimento espresso anche a riguardo della manifestazione che le forze di opposizione hanno in programma domani per tornare a chiedere le sue dimissioni.

Amareggiato, ma non preoccupato“, riferisce il suo legale, l’avvocato Stefano Savi, dal momento che il suo assistito non vede nessun progetto o “rispetto per le istituzioni” che vorrebbero rappresentare da parte dei suoi oppositori politici, capaci di riunirsi solo per contestare i “principi cardine della nostra democrazia, quali presunzione di innocenza, indipendenza tra politica e giustizia“.