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In che regione si trova Torrette di Fano? Ascesa e declino di un palazzo che ha segnato il passato di Fano.

In che regione si trova Torrette di Fano? Ecco perché gli abitanti sperano l’edificio venga rimesso a nuovo e riaperto al pubblico

L’Albergo Torrette è uno edificio storico di Fano, situato nelle Marche, che per tanti anni è stato sede di un albergo di lusso: simbolo di vita mondana, ha dato il nome all’omonima località balneare Torrette di Fano. Le origini della struttura risalgono al 1700 quando la famiglia fanese Tomani fa costruire una residenza estiva e un’osteria per offrire ristoro ai viaggiatori. Nel 1804 Francesco Tomani Pili vende la proprietà ai conti Bali Marcolini. Camillo Marcolini (1830-1889), figlio della nobildonna sassone Emma Luttichau, uomo stimato e punto di riferimento nella Fano ottocentesca, nel 1855 testimonia nei suoi manoscritti l’insalubrità di Torrette: “Se ottengo il passaporto io parto certamente giacché Le Torrette (benché ora non ci sia nulla) non sono luogo da abitarci col colera a Fano, a Senigallia e ad Ancona. L’aria è tanto pessima oggi che non si potrebbe dir più: è un’afa incredibile, è un vento furioso di curina che non mi ha fatto chiuder occhio per tutta notte”. (C. Marcolini a E. Guidi, Torrette, 16 giugno 1855).

Torrette di Fano si trova nelle Marche: ecco perché è una residenza di prestigio

Negli anni successivi il conte provvede alla bonifica delle zone paludose, e promuove la produzione agricola, da questo momento Torrette diventa la sua residenza favorita dedicata al benessere e alla
tranquillità. Nel 1887 il podere con la villa passa sotto la proprietà di Giuseppe e Adeodato Ugolini
di Pesaro.
Questi ultimi trasformano la villa in un fabbricato rurale, altri passaggi di proprietà
vedono la villa passare a Eugenio Blasi, prima, e poi nel 1919 ad Apollonia Borgogelli Ottaviani, che
muore tre anni dopo. Il figlio di Apollonia, Piercarlo, vende metà della proprietà a Vito Mondolfo,
possidente di Senigallia.

La villa diventa un albergo gestito da Callisto Cavazzoni

I due costituiscono una società finalizzata a trasformare la villa in albergo. Il compito viene affidato ad Aristodemo Fileni (1867-1935), imprenditore di Senigallia che nel 1923 presenta il progetto di ristrutturazione che trasformerà la villa nell’Hotel Adriatico al Comune di Fano. Il progetto prevede la demolizione con ricostruzione della parte a sud della struttura e una facciata armoniosa e imponente, in stile liberty. Il progetto non si realizza e nel 1926, la proprietà viene acquisita da una società immobiliare di Bologna che affida la gestione dell’hotel a un suo fidatissimo albergatore bolognese, Calllisto Cavazzoni (1894-1945). Trasferitosi con la famiglia a Fano, realizza un progetto analogo a quello di Fileni, ma firmato dal geometra Renato Servigi.

La gestione dell’albergo passa ad Adelmo Balduzzi, e poi Armando Renzi

Cavazzoni punta a creare una albergo di lusso: organizza gite e feste danzanti per i suoi ospiti, ma l’assenza di mezzi pubblici si fa sentire tanto che chiede con insistenza una linea di bus e una nuova stazione ferroviaria. Poco dopo, la gestione dell’Albergo Torrette passa a un albergatore bolognese, Adelmo Balduzzi. Dopo soli due anni il nuovo passaggio ad Armando Renzi (1887-1945), proveniente da San Lorenzo in Campo, ma originario di Merano. Con la Seconda Guerra Mondiale l’albergo subisce una battuta di arresto non indifferente. La presenza delle torri rappresenta un punto di presidio strategico sia per il mare che per la terra, e l’albergo diventa un alloggio militare.

Paolino Paolini e la perdita di prestigio della struttura

Dopo il 94° Reggimento della divisione di Messina, la temutissima Milizia Fascista (che occupa i magazzini), i tedeschi che, dopo l’armistizio, hanno il compito di minare le campagne e ostacolare l’avanzata del fronte, arrivano nel 1944 gli americani. Quest’ultimi predispongono un ospedale militare e contestualmente la struttura riprende l’attività turistica. In tempo di pace, con la presenza del contrabbando di sigarette, i magazzini sono utilizzati come base operativa della Guardia di Finanza. Nel 1949 Renzo, figlio di Armando, succede al padre mantenendo la gestione fino al 1968, anno in cui comincia a perdere di competitività e il litorale di Torrette si trasforma in un concentrato di palazzine. Subentra nella gestione Paolino Paolini, un commerciante locale, che guida l’albergo fino agli anni Novanta quando ormai è ridotto a due stelle e non più adatto a un contesto moderno.

Fausto Coppi e la Dama Bianca usavano l’albergo per i loro incontri extraconiugali

Nonostante i numerosi saccheggi che ne hanno determinato la chiusura nel 2000, la struttura seppur decadente ancora oggi resiste al tempo. Forse la volontà della struttura stessa di sopravvivere nell’attesa di qualcuno che ne raccolga il testimone e in effetti passando vicino è inevitabile immaginare la grandiosità che fu, le persone che passeggiavano nel parco o le tresche amorose di personaggi illustri. Il campione Fausto Coppi e la Dama Bianca usavano questo albergo per i loro incontri extraconiugali e secondo alcuni locali si ritiene che ci fosse un’uscita nascosta per farli scappare lontano da occhi indiscreti. Una storia complicata e un’impensabile condizione quella in cui versa oggi” il fu Albergo Torrette”, per citare un titolo famoso di Pirandello, ma fortunatamente il bellissimo parco di pini e di gelsi
secolari ancora circonda l’edifico.

Gli abitanti sperano nella riapertura dell’edificio di prestigio

Nel 1934 Locchi scrive in proposito: “A pochi chilometri da Fano è il vasto e finissimo arenile Torrette di Fano dotato di un bellissimo albergo con un magnifico parco ombroso e verdissimo“. È veramente triste constatare come molto spesso non si valorizzano i monumenti storici, ancora di più se questi sono il simbolo e l’origine di un paese. Una storia, quella di Torrette di Fano, che inizia da una residenza estiva con un vialone alberato che porta al mare e che finisce con la perdita di quell’unico elemento caratterizzante che potrebbe dare una spinta ulteriore alla curiosità del turista. La speranza degli abitanti è che un giorno qualcuno decida di ristrutturare questo edificio e magari aprire un museo o un nuovo albergo. Forse un dovere nei confronti di chi dal 1700 fino alla chiusura o in alcuni casi fino all’ultimo respiro ci ha creduto dando anima e cuore al territorio di Torrette di Fano.

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