Il decreto agricoltura è stato convertito in legge: al suo interno sono contenute diverse misure per il rischio caldo e gli eventi meteorologici estremi, alcuni dei quali confermati come la scorsa estate.
Gli interventi in materia di ammortizzatori sociali vengono confermati fino alla fine dell’anno. Per i lavoratori agricoli viene riconosciuta la CISOA, con la neutralizzazione dei periodi di cassa integrazione per emergenza caldo.
Quali sono le misure approvate? Nel testo, vediamo cosa prevede il decreto agricoltura.
Il decreto agricoltura è legge
Il decreto agricoltura è stato convertito in legge n. 101 del 12 luglio e rinnova gli strumenti già in vigore nel 2023 per fronteggiare il gran caldo e le eccezionali situazioni climatiche che stanno investendo il Paese.
Le ondate di calore, già dai giorni precedenti, stanno investendo tutto il Paese. Infatti, non si tratta più di un disagio isolato delle Regioni del Mezzogiorno, ma anche del Nord Italia.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, entrano in vigore disposizioni mirate a prevenire l’esposizione dei lavoratori a rischi per la salute e la sicurezza, derivanti proprio dalle ondate di calore.
Cosa prevede?
- Sgravi contributivi del 68% alle imprese agricole dell’Emilia Romagna, Marche e Toscana, colpite dalle alluvioni del maggio 2023;
- Rinnovo degli strumenti già messi in pratica nel 2023 per gestire eccezionali situazioni climatiche, soprattutto alle intense ondate di calore;
- Utilizzo della tecnologia per incrementare l’efficacia dei controlli, contro il caporalato e degli appalti illeciti nel mondo agricolo.
Le misure per il rischio caldo nel decreto agricoltura
Le temperature molto alte rappresentano un rischio per la salute e anche per la sicurezza dei lavoratori. In molte circostanze, i lavoratori svolgono la propria attività nelle ore di picco e di maggior rischio: dalle ore 14:00 alle ore 17:00.
Intervenire è indispensabile e lo stesso articolo 2087 del Codice Civile dispone che i datori di lavoro preservino la salute dei lavoratori. In base alla sentenza della Corte di Cassazione del 2015, i lavoratori possono rifiutare di lavorare quando fa troppo caldo. Sempre? No, solo se il datore di lavoro non ha adottato misure di sicurezza adeguate.
Il decreto agricoltura, tra le diverse misure, interviene proprio sul fronte climatico: vengono, infatti, rinnovati gli strumenti sperimentali dello scorso anno per le eccezionali ondate di calore.
Sono stati stanziati 13 milioni di euro per finanziare sospensioni o riduzioni delle attività lavorative, in ambito edile e agricolo.
Agli operai agricoli assunti a tempo indeterminato è riconosciuto il trattamento sostitutivo, per le giornate di lavoro non prestate, nella misura ridotta dei 2/3 della retribuzione.
Gli interventi riguardano le sospensioni o le riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel periodo compreso tra l’entrata in vigore del decreto agricoltura e la fine dell’anno.
Rischio caldo: CISOA 2024 nel decreto
Un riferimento particolare riguarda la cassa integrazione per il lavoro agricolo (CISOA) 2025.
Con la conversione in legge del decreto agricoltura, anche quest’anno arrivano norme transitorie in materia di ammortizzatori sociali per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa legati alle ondate di calore.
Il trattamento di integrazione salariale viene esteso ai casi in cui l’attività degli operai agricoli sia ridotta a causa di eventi climatici eccezionali, in misura pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente previsto.
Le riduzioni oppure le sospensioni dell’attività lavorativa devono essere pari a metà e fondate sulla causale delle intemperie stagionali.
A chi spetta la CISOA 2024? La misura è rivolta agli operai assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e, come già detto, per la causale delle intemperie stagionali.
Le imprese che possono chiedere il trattamento sono quelle industriali, artigiane dell’edilizia, le esercenti attività di escavazione o della lavorazione di materiale lapideo e, infine, le imprese artigiane che svolgono attività di escavazione e di lavorazione di materiali lapidei.