I leader di maggioranza accelerano sulla Rai e provano a chiudere la trattativa per il rinnovo dei vertici in tempo per la pausa estiva dell’attività parlamentare. Il segnale che qualcosa si è mosso ai piani alti è arrivato quando nella capigruppo della Camera è stato espresso l’impegno per trovare a luglio, d’intesa con il Senato, una data per il voto sul cda della tv pubblica. E’ possibile che la data per l’elezione dei quattro membri del consiglio di spettanza parlamentare venga individuata in una sospensione dei lavori per la fiducia. Il tentativo sarebbe quello di programmarla per la prossima settimana, in modo da procedere poi a stretto giro con l’indicazione da parte del Mef degli altri due membri del consiglio: l’amministratore delegato e il presidente, che a seguire dovrà ottenere il via libera da parte dei due terzi dei componenti della Commissione di Vigilanza. Tutto dipenderà dalla volontà dei leader di maggioranza che, dopo aver trovato la quadra sulle nomine alla Cassa depositi e Prestiti, hanno lanciato un primo segnale sulla volontà di arrivare alla stretta finale anche sulla Rai, nella convinzione che, per fermare le continue polemiche di quest’ultimo periodo intorno alla tv pubblica, serva garantire una guida chiara e superare le frizioni tra i partiti del centrodestra. Venerdì a Napoli ci sarà la presentazione dei palinsesti della Rai, che potrebbero rappresentare l’ultimo atto di Roberto Sergio come Ad. Poi si potrà procedere.

Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini vogliono chiudere in tempi rapidi la partita Rai

Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini dovrebbero tentare di chiudere in tempi rapidi la partita, forse incontrandosi già domani o dopodomani. Lo schema è in parte già delineato: la premier dovrebbe rompere gli indugi, indicando come Ad Giampaolo Rossi, mentre Simona Agnes dovrebbe essere indicata come presidente in quota Forza Italia. La Lega spinge per avere un direttore generale, ma Rossi vorrebbe un proprio fedelissimo in quel ruolo, o comunque maggior peso nelle direzioni. E’ probabile che, dopo l’insediamento del vertice, nel corso dell’anno ci sia qualche avvicendamento alle direzioni di genere, ma non si prevedono rivoluzioni. Per quanto riguarda le testate, è in attesa di conferma Gianmarco Chiocchi al Tg1: il suo contratto è scaduto il 3 giugno, ora è in prorogatio per tre mesi e poi dovrebbe ottenere l’assunzione o un contratto triennale. Non si prevedono al momento novità al Tg2 o il Tg3, mentre è in programma una staffetta alla Tgr: Alessandro Casarin, che appare in vantaggio rispetto ad Antonio Marano, dovrebbe approdare in cda in quota Lega, lasciando il timone al condirettore Roberto Pacchetti. A metà novembre scadrà l’incarico a Rainews di Paolo Petrecca, finito ripetutamente nel mirino dell’opposizione, a dicembre quello di Iacopo Volpi a Raisport e l’anno prossimo quello di Francesco Pionati alla Radio. Per quanto riguarda i quattro consiglieri eletti dalle Camere, Fdi dovrebbe indicare Valeria Falcone, M5s dovrebbe confermare Alessandro Di Majo, la Lega indicare appunto Casarin, mentre il Pd dovrebbe incontrarsi nel fine settimana per prendere una decisione: se non dovesse prevalere la linea del non voto, come segnale di protesta contro la logica spartitoria, le alternative attualmente in campo sono quelle di Roberto Natale e Antonio Di Bella. Quest’ultimo è considerato anche una figura spendibile come possibile presidente di garanzia, qualora Agnes non dovesse riuscire a pescare nell’opposizione i voti necessari per il raggiungimento della maggioranza dei due terzi in Commissione di Vigilanza.