Il Nuovo Fronte Popolare, la prima forza politica composta da partiti di sinistra, continua le sue ricerche per la nomina di un nuovo primo ministro. Il campo presidenziale ha posto un fermo blocco contro una formazione di governo con La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, ma cerca di convincere il leader dei socialisti, Olivier Faure. Giovedì 15 luglio è prevista l’elezione del presidente dell’Assemblea Nazionale.
La Francia è in alto mare per la formazione di un nuovo governo
Il voto del 7 luglio ha formato tre principali forze politiche all’Assemblea Nazionale: il Nuovo Fronte Popolare, Ensemble e Rassemblement National. I macronisti hanno chiarito che non formeranno l’esecutivo con le “due forze estreme”: La France Insoumise di sinistra e il Rassemblement National di destra.
La coalizione di sinistra è formata da diversi partiti, tra cui La France Insoumise, il Partito Comunista, gli Ecologisti, il Partito Socialista e Place Publique. Questi schieramenti non hanno scelto un leader prima delle elezioni e attualmente non hanno trovato un accordo sul nome del primo ministro. La presidente di La Réunion, Huguette Bello, sembrava una figura capace di unire i diverse schieramenti, tuttavia, è stata bocciata dai socialisti. Nella giornata di ieri, Bello ha ufficialmente respinto l’offerta per l’incarico.
Stringono i tempi per trovare il capo del governo francese e le spaccature tra La France Insoumise e il Partito Socialista diventano sempre più evidenti. Il paese deve rassicurare i mercati e affrontare le discussioni sul bilancio del 2025. Il leader dei socialisti, Faure, ha tranquilizzato l’opinione pubblica affermando che si troverà il candidato giusto “che consenta i grandi cambiamenti a cui aspirano i francesi”. Non è un segreto che anche Faure ha ambizioni di andare a Matignon.
Darmanin invita Faure a lasciare il Nuovo Fronte Popolare
Anche i macronisti continuano a lavorare su una possibile coalizione e la figura di Faure diventa sempre più rilevante per i centristi. Il campo presidenziale lascia la porta aperta ad un possibile accordo governativo con il Partito Socialista. L’attuale ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha ribadito in un’intervista su FranceInfo che:
Se i socialisti lasciassero il PFN, La France insoumise e i Verdi… potremmo certamente lavorare con socialisti, repubblicani, laici ragionevoli.
L’elezione del presidente dell’Assemblea Nazionale
Questa settimana i deputati francesi affronteranno la prima sfida importante: l’elezione del presidente dell’Assemblea Nazionale. Il 18 luglio si procederà con la votazione alla Camera bassa. Il presidente Macron ha convocato il Consiglio dei ministri per domani alle 11:30. Si prevede che il governo Attal si dimetta durante l’incontro di domani. Con questa mossa, i nomi di spicco di Ensemble potranno candidarsi a posizioni chiave nella votazione di giovedì.
Ensemble ha annunciato che non sosterrà i candidati dei due schieramenti definiti estremi per le posizioni come presidenza e vicepresidenza al parlamento. Nel frattempo, il partito di Mélenchon ha imposto una nuova tregua: trovare un accordo sul presidente dell’Assemblea Nazionale all’interno del Nuovo Fronte Popolare.
La France Insoumise annuncia la sospensione delle trattative
Nel pomeriggio, il leader de La France Insoumise ha denunciato l’“opposizione sistematica” del Partito Socialista, sollevando dubbi sul vero scopo del leadership socialista:
Il Partito Socialista sta forse prendendo tempo per lasciare che il Nuovo Fronte Popolare si sciolga e rinunci al programma in base al quale è stato eletto?
Mélenchon interrompe i colloqui sulla selezione di un candidato per il primo ministro. La spaccatura tra i due leader all’interno della coalizione di sinistra diventa sempre più evidente. La France Insoumise è frustrata dai continui rifiuti di Faure su diversi nomi e desidera una chiarezza sulle posizioni del leader socialista. Nel frattempo, “chiede che il Nuovo Fronte Popolare si accordi immediatamente su una candidatura unica alla presidenza dell’Assemblea Nazionale”:
Nei prossimi giorni concentreremo tutti i nostri sforzi su questo punto. Saremo sempre dalla parte della soluzione e mai dalla parte del problema. Per il momento non parteciperemo ad alcuna ulteriore discussione sulla formazione del governo finché non sarà acquisita la candidatura unica per l’Assemblea nazionale e non avrà avuto luogo la votazione.
La mossa di Mélenchon metterà ulteriori pressioni su Oliver Faure.