Hashish e marijuana, pur derivando dalla stessa pianta, sono prodotti differenti con effetti, potenza e composizione chimica distinti. Entrambi contenenti le stesse sostanze ovvero i cannabinoidi (THC e CBD), ma con effetti differenti.

Conoscerli è fondamentale per un consumo consapevole e, soprattutto, per non correre rischi.

Differenze fra marijuana e hashish

Nel linguaggio comune, la terminologia relativa alla cannabis può generare confusione. Spesso, infatti, termini come “cannabis”, “marijuana” e “hashish” vengono utilizzati in modo impreciso o intercambiabile.

È importante, invece, sottolineare che si tratta di sostanze diverse, ma provenienti entrambe dalla pianta di Cannabis sativa.

Cannabis: indica la pianta in sé, genericamente conosciuta anche come canapa. Da questa pianta si ottengono diversi prodotti, tra cui la marijuana e l’hashish.

Marijuana: si riferisce alle infiorescenze essiccate della pianta di cannabis, ovvero i fiori e le foglie. La marijuana contiene al suo interno una concentrazione variabile di cannabinoidi, i principi psicoattivi responsabili degli effetti sulla psiche umana.

Hashish: è un derivato concentrato della cannabis, ottenuto dalla lavorazione della resina prodotta dalle infiorescenze. L’hashish si presenta generalmente come un solido compatto, di colore variabile dal marrone scuro al nero opaco, con un odore intenso e caratteristico.

A causa dell’elevata concentrazione di cannabinoidi, l’hashish ha un effetto psicoattivo più potente rispetto alla marijuana.

Per completezza, è utile precisare che la cannabis, oltre alla marijuana e all’hashish, può essere utilizzata per produrre altri derivati come l’olio di cannabis e il cannabidiolo (CBD).

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Quali sono gli eventuali benefici dell’hashish

Negli ultimi anni, la cannabis e i suoi derivati, tra cui l’hashish, sono stati oggetto di un crescente interesse scientifico e hanno portato alla luce nuove conoscenze sui loro effetti e potenziali applicazioni.

Diversi studi hanno evidenziato che la cannabis può apportare benefici in diverse aree:

  • Miglioramento del tono dell’umore:

La cannabis può indurre un senso di rilassamento e benessere, e può contrastare stati di tensione, ansia e depressione.

  • Riduzione del dolore:

I cannabinoidi, i principi attivi della cannabis, hanno dimostrato proprietà analgesiche efficaci nel trattamento di dolori cronici e neuropatici.

  • Stimolo dell’appetito:

La cannabis può aumentare l’appetito, utile in pazienti che soffrono di inappetenza o cachesia.

  • Potenziamento del gusto:

La cannabis può alterare la percezione del gusto, rendendo i cibi più saporiti e piacevoli.

È importante sottolineare che gli effetti della cannabis sono temporanei e generalmente non mettono a rischio la vita di persone sane.

Comunque, è sempre consigliabile assumere cannabis con cautela e sotto la supervisione di un medico, soprattutto in caso di condizioni mediche preesistenti o assunzione di farmaci. Riguardo all’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico, la ricerca è ancora in fase iniziale, soprattutto in relazione alle malattie mentali.

Sebbene alcuni studi preliminari suggeriscano potenziali benefici, sono necessarie ulteriori indagini per definire l’efficacia e la sicurezza in questo campo.

È importante precisare che, a differenza dell’alcool, la cannabis non provoca i cosiddetti “postumi di una sbornia”, caratterizzati da malessere fisico e psicologico nelle ore successive all’assunzione.

Effetti negativi dell’hashish

Sebbene la cannabis sia stata recentemente rivalutata per i suoi potenziali benefici terapeutici, è importante non sottovalutare i rischi associati al suo consumo, soprattutto se assunto in modo frequente o in giovane età.

Effetti sulla psiche e sul cervello:

  • Compromissione delle funzioni cognitive:

La cannabis può determinare un calo della memoria, dell’attenzione e della capacità di apprendimento, soprattutto se assunta in maniera cronica. Queste alterazioni cognitive risultano particolarmente preoccupanti negli adolescenti, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo.

  • Aumento del rischio di malattie mentali:

L’uso di cannabis può aumentare la predisposizione a sviluppare psicosi e disturbi maniaco-depressivi, soprattutto in soggetti già a rischio.

  • Dipendenza:

Secondo alcune ricerche, circa il 9% dei consumatori di cannabis sviluppa una dipendenza, con possibili conseguenze negative sulla vita personale e sociale.

Effetti sul sistema respiratorio:

  • Danni ai polmoni:

Proprio come il fumo di sigaretta, la inalazione di cannabis può danneggiare i polmoni e aumentare il rischio di malattie respiratorie, come la bronchite cronica e la bronchiopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Altri rischi:

  • Riduzione delle capacità di guida:

Guidare sotto l’effetto di cannabis è estremamente pericoloso, in quanto altera la capacità di reazione e il giudizio.

  • Abbandono scolastico e problemi lavorativi:

Il consumo frequente di cannabis può avere un impatto negativo sul rendimento scolastico e lavorativo, e questo aumenta il rischio di abbandono e di difficoltà nel reperire o mantenere un’occupazione.