Un attentato che ha scioccato tutti. E che a subirlo sia stato uno degli uomini più potenti e più in vista del mondo. Donald Trump è stato il presidente degli Stati Uniti d’America e, verosimilmente si appresta a diventarlo di nuovo, dopo la sconfitta di quattro anni fa con Biden.
Una rapidità d’esecuzione, una facilità di eseguire l’atto ma anche una velocità di individuare l’uomo che ha tentato alla vita del candidato alla presidenza degli Stati Uniti, che ha stupito il segretario nazionale di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi che a Tag24 ha spiegato il suo punto di vista: “Non è la prima volta, purtroppo, che in America succede una cosa del genere anzi sono tanti i presidenti o anche aspiranti presidenti che sono stati ammazzati o che hanno subito un attentato“.
“E questo – aggiunge Stefano Bandecchi – dimostra anche mentalità e filosofia americana che rientra in questo tipo di gestione della politica, con un atto che è da condannare e da cancellare nella maniera più forte possibile, però allo stesso tempo i fatti dicono che il mondo sta andando in una deriva anche perché qualcuno sta sbagliando nella gestione della politica generale”.
Attentato a Donald Trump, Bandecchi: “Occhio a chi parla di democrazia, l’Europa faccia una scelta o rischia”
Stefano Bandecchi si sofferma su un aspetto sui cui pochi si sono soffermati a riflettere, anche perché la foga di dare la notizia e di parlare su quanto fosse avvenuto ha sovrastato su tutto il resto, ma ci sono alcune cose che fanno pensare su dinamica dell’attentato a Donald Trump e anche altro, sul quale il segretario nazionale di Alternativa Popolare prova a ragionarci un po’ su: “Il problema di tutto quello che sta accadendo attorno a noi è che ci siamo in qualche maniera fermati, vivendo un momento non di grandissima evoluzione sociale, ma contestualmente di grande evoluzione tecnologica e di rinnovamento, ma, per come la vedo io e per quello che sto notando da parecchio tempo, la parte sociale non è abituata al rinnovamento tecnologico che sta andando sempre più avanti. L’uomo è rimasto arcaico, questo divario tra il lavoro, la tecnologia, l’informazione, con la morale e la società, purtroppo il divario che si sta creando porta a una serie di situazioni che sono preoccupanti e saranno studiate tra qualche anno“.
Ma c’è soprattutto una vicenda che ha molto colpito Stefano Bandecchi, attento osservatore anche e soprattutto di queste situazioni, avendo avuto lui esperienza militare, di analisi e strategica e la sua riflessione fa pensare: “Mi ha colpito molto una cosa di questo attentato, che è da condannare nel modo più assoluto senza dimenticare che è morta una persona innocente, la cui unica colpa era quella di assistere al comizio. Un attentato che rischia di falsare la situazione e la corsa presidenziale negli Stati Uniti perché emotivamente crea dei pensieri, ma c’è una cosa che non riesco a non dimenticare, ovvero che nell’arco di venti minuti dall’accaduto, le forze di polizia americana è stata in grado di sapere in base al Dna come si chiamava l’attentatore, magari questo non ha un’importanza rilevante in questo momento, ma in realtà è una spetto che andrebbe analizzato e guardato“
E Stefano Bandecchi si spiega meglio e cerca di andare oltre il suo ragionamento: “Questa velocità, a parte efficenza, vuol dire anche che la democrazia americana è una democrazia giusto americana, come il comunismo cinese. In Italia non sarebbe stato possibile riconoscere un attentatore o una vittima in così poco tempo, e questo non lo reputo una mancanza di civiltà, ma una grande operazione di democrazia. Oggi, evidentemente, non c’è nessun cittadino americano che non sia segnato, questo mi fa pensare che una democrazia voluta somiglia in qualche modo a una dittatura controllata. Insomma l’attentato a Trump apre scenari interessanti e preoccupanti, davvero preoccupanti“