Una vicenda giudiziaria che resta ancora controversa, senza pace, quella che riguarda l’omicidio di Serena Mollicone. I Mottola sono stati assolti e la conferma è arrivata il 12 luglio 2024 dalla Corte d’Appello di Roma. Dopo un così lungo percorso in un vicolo cieco, il 14 luglio 2024 è spuntata una lettera d’appello scritta da un’amica di famiglia della vittima ed inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la richiesta di esentare i Mollicone dal pagamento delle spese processuali.

La giovane Serena, scomparsa il 18 giugno 2001, è stata ritrovata morta pochi giorni dopo in circostanze tragiche. La lettera ben ci racconta la disperazione e la sofferenza di una famiglia distrutta durante tutti questi anni di indagini e processi.

Omicidio Mollicone, i Mottola assolti e la famiglia condannata a pagare le spese processuali, l’appello a Mattarella per Serena

Giustizia per Serena ancora si cerca. Un’amica di famiglia ha chiesto al presidente Mattarella di intervenire a causa delle spese processuali troppo alte, dopo così tanto tempo. La perdita di Serena è già stato un prezzo caro, sommato alle angosce da dover scontare per la famiglia, anno dopo anno.

“Le persone offese in questa vicenda sono Consuelo, Antonio, Guglielmo e Serena; come si può chiedere a questa famiglia segnata da un dolore senza fine il pagamento delle spese processuali? A dover essere risarcita dovrebbe essere Consuelo per il dolore che ha patito in tutti questi anni.”

Scrive l’amica. La lettera è stata invita anche al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: è arrivato il momento di concentrarsi su una condizione umana che va ben oltre le mere dinamiche processuali.

Il caso Mollicone: un enigma tormentato

Serena Mollicone, giovane studentessa di Arce, scompare nel giugno del 2001 dopo un appuntamento medico. Il suo corpo viene ritrovato pochi giorni dopo lungo le sponde del fiume Liri, vittima di violenza e omicidio.

Le indagini sono cominciate con l’arresto di Carmine Belli,  carrozziere di Rocca d’Arce, ovvero l’ultima persona ad aver visto Serena viva, la mattina del giorno in cui è scomparsa. Successivamente è stato assolto per estraneità ai fatti. Il coinvolgimento della caserma dei carabinieri di Arce, immediatamente dopo, ha aggiunto altre complessità al caso, e i membri della famiglia Mottola sono stati iscritti alla lista degli indagati.

I Mottola e la vicenda giudiziaria

La svolta nel caso di Serena Mollicone, infatti, avviene nel 2008, quando il brigadiere Santino Tuzi si suicida dopo aver dichiarato di aver visto Serena entrare nella caserma di Arce il giorno della sua scomparsa, senza mai vederla uscire.

Questa testimonianza porta a riaprire le indagini e a incriminare l’ex capo della caserma, Franco Mottola insieme alla moglie Annamaria e loro figlio marco. Nonostante il processo, che coinvolge anche altri due carabinieri, tutti gli imputati vengono assolti in primo grado e, successivamente, in appello, a causa della mancanza di prove conclusive.