Cos’è il misnaming? I frequenti lapsus durante interviste o uscite pubbliche da parte del Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden fanno preoccupare sempre più i suoi sostenitori.

Eppure sarà capitato almeno una volta ad ognuno di noi di sbagliare il nome di una persona a cui ci stiamo riferendo in un discorso. Può accadere anche se si sta parlando di un personaggio famoso o di amici e famigliari.

All’apparenza sembra una semplice disattenzione, ma in realtà, se si presenta con maggior frequenza, questo comportamento potrebbe celare un disturbo psicofisico.

La scienza ha infatti chiamato “misnaming” questa attitudine a sbagliare i nomi. Ecco come si manifesta, quali sono le cause e quando può diventare un sintomo di allarme.

Cos’è il misnaming: come si manifesta

Il misnaming descrive quel fenomeno per cui capita di confondere una persona a cui ci stiamo riferendo in un discorso chiamandola con il nome di un altro soggetto. Nella maggior parte dei casi, l’errore in cui incappiamo scambia il nome di due individui legati da stesse caratteristiche. Ne è un esempio il recentissimo lapsus di Joe Biden che ha pubblicamente presentato il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, in visita negli States, con il nome di Vladimir Putin.

Il misnaming dunque all’apparenza può presentarsi come una banale gaffe, ma può nascondere le avvisaglie di un disturbo psicofisico più profondo.

Sebbene poi il confondere il nome delle persone possa essere molto diffuso, la Duke University ha voluto compiere uno studio di ricerca per capirne al meglio le motivazioni.

I risultati hanno mostrato come il misnaming segua regole ben precise indipendentemente dai soggetti sottoposti ad analisi. Gli errori più frequenti riguardano l’interfacciarsi con una persona del proprio nucleo famigliare chiamandola invece con il nome di un altro parente.

Sorprendentemente i dati hanno evidenziato come accada per i padroni di cani, che possono sbagliare e chiamare il proprio cucciolo per esempio con il nome del proprio figlio o marito. Ancor più strano è invece come questa predisposizione all’errore non si verifichi nei proprietari di gatti o altri animali, quando ne richiamano la loro attenzione.

È inoltre più facile che si attivi il meccanismo del misnaming quando soggetto a cui vogliamo appellarci e nome della persona con cui la confondiamo abbiano in comune le stesse iniziali o una pronuncia simile. Sembra invece non aver alcun ruolo la fisionomia delle persone.

Il nostro cervello dunque non associa per caratteristiche fisiche simili, ma piuttosto per appartenenza allo stesso nucleo famigliare, per somiglianza fonetica nei nomi o semplicemente per la stessa professione svolta.

Cause e quando allarmarsi

Se pensiamo che il misnaming sia una condizione esclusivamente di persone anziane e che anzi essa peggiori con l’avanzare dell’età, in realtà lo studio americano ha evidenziato una notevole percentuale di casi anche in soggetti giovani.

Entrerebbe dunque in gioco la compartecipazione di diversi elementi, tra cui lo stress e l’ambiente in cui viviamo.

Ad oggi, tuttavia, la scienza non ha ancora individuato quale possa essere la causa precisa di questo meccanismo. Sebbene si tratti di un temporaneo e fulmineo inceppamento della dinamica neurologica, non si può sapere perché accada. Generalmente il misnaming non sarebbe la manifestazione di problemi cognitivi più gravi causati da una vera e propria patologia.  

Non c’è dunque nulla da preoccuparsi se una persona commette “scivoloni” di questo tipo solo di rado. Tuttavia quando le manifestazioni di misnaming sono frequenti possono essere da indagare con maggior precisione perché potrebbero essere il chiaro segnale di un forte stress mentale.

Nei casi poi in cui questo fenomeno si presenti in soggetti di età avanzata o quando lo stesso non si rende conto di aver commesso un errore, è preferibile consultare un esperto e valutare l’insorgenza del morbo di Alzheimer o della demenza