Il sogno di Jasmine Paolini si infrange in finale. La tennista toscana sarebbe potuta diventare la prima italiana a vincere sull’erba londinese in tutta la storia, ma si è dovuta invece arrendere di fronte a Barbora Krejcikova. L’atleta ceca, in tre set, conquista con Wimbledon il suo secondo Slam, dopo il Roland Garros. Seconda delusione cocente invece per Jasmine, che circa un mese fa aveva ottenuto lo stesso risultato anche a Parigi.Per commentare la finale di Wimbledon e la sconfitta della Paolini, Silvia Farina Elia, ex tennista che è stata numero 11 al mondo, è intervenuta in esclusiva a Tag24.
Wimbledon, Paolini si arrende in finale: Farina a Tag24
Niente da fare per Jasmine Paolini. Nella finale di Wimbledon vince Barbora Krejcikova, che batte l’italiana in tre set. E’ scesa in campo troppo contratta la tennista toscana, che ha quasi regalato il primo set all’avversaria, venendo però fuori nel secondo. Non fa niente, ci riproverà, ma quel che è certo è che lei è in ascesa e che il movimento tennis sta vivendo un momento straordinario, adesso anche nel femminile. L’Italia può avere voce in capitolo e proverà a dire la sua anche alle Olimpiadi di Parigi. Per commentare la finale di Wimbledon e la sconfitta della Paolini, Silvia Farina Elia, ex tennista che ha dato inizio alla stagione d’oro nei primi anni 2000, è intervenuta in esclusiva a Tag24.
D: Seconda finale in circa un mese e seconda sconfitta. E più la delusione per quanto fatto oggi da Jasmine Paolini o l’orgoglio di avere un’italiana a questi livelli?
R: L’orgoglio prevale sicuramente. Nessuno poteva aspettarsi due finali consecutive nel giro di un mese e probabilmente neanche lei. E’ ovvio che oggi c’è anche la delusione, perchè era una grande occasione contro una giocatrice si forte, ma non imbattibile. Era alla sua portata, ma questo resta un grande risultato.
D: E’ scesa in campo contratta, forse emozionata. Questo è l’aspetto principale su cui deve migliorare ancora Jasmine?
R: Nelle ultime partite è partita spesso male. Queste sono dinamiche che si sono ripetute, ma poi ha avuto sempre delle belle reazioni e si è scossa. Dare un vantaggio così grande, chiaramente non è semplice, anche perchè poi bisogna tornare in corsa e a livello nervoso, reggere per tante gare così, è complicato. Avrà senza alcun dubbio da lavorare. Ripartirà da ciò che è stato buono e aggiungerà quello che le servirà per fare ulteriori step. Quando raggiungi questi obiettivi, non ti basta più e vuoi andare oltre le tue possibilità.
D: Ora Jasmine è settima nella classifica ATP. Può attestarsi stabilmente tra le prime 10 e dove può arrivare?
R: Sicuramente può migliorare ancora perchè non ha tornei in scadenza e tutto ciò che farà, da adesso in poi, può portarlo a casa. Sono convinta che possa fare davvero bene. Due finali Slam in così poco tempo le daranno grandissima fiducia in sè stessa. Dovrà lavorare per trovare maggior continuità all’interno della partita stessa. Secondo me, soprattutto per le giocatrici che abbiamo visto in questo momento, sono tutte alla sua portata. Solo la Swiatek è un gradino sopra alle altre.
L’eliminazione di Sinner e Musetti
D: Ieri intanto Musetti è stato eliminato da Djokovic. Ha fatto il massimo possibile?
R: Anche per lui è stato un risultato che è andato oltre quello che è il suo livello attuale. E’ riuscito a capire subito la superficie e si è adattato bene ai campi. Ha tirato fuori il meglio del suo gioco. Parliamo di un ragazzo giovane, che sta crescendo in fretta e ha buone capacità fisiche e attitudinali. Anche lui è all’inizio e c’è tanto lavoro da fare, ma il potenziale è ottimo. Credo che in questo momento siano tutti trascinati dalla scia Sinner e questo aiuta moltissimo.
D: Sinner fuori invece ai quarti di finale, cosa è successo? E’ sbagliato pensare che debba vincere di più?
R: La classica mentalità del tifoso porta a pensare che debba vincerle tutte, ma umanamente non è possibile. Quando sei numero uno tutti ti vogliono battere. Sinner è arrivato a Wimbledon e prima ancora al Roland Garros, facendo più di quello che poteva. E’ dovuto stare fermo per un problema fisico e questo ha inciso molto. A Parigi ha dovuto scavare per trovare tutte le sue energie e poi a Londra ha incontrato un tabellone difficilissimo, per cui ha incontrato un grande Berrettini. Nonostante tutto ha giocato bene, ma fisicamente ha patito e non era al top. Poi è chiaro che più vai in fondo e più affronti giocatori forti. Per batterli devi essere al 100%.