Ogni relazione è una relazione di potere: genitori – figli, docente – studente, marito – moglie, una delle due parti ha più potere, o forza, dell’altra. Tuttavia nei rapporti sani questo è equamente distribuito. Se, al contrario, uno dei due ha più potere sull’altro possono crearsi squilibri spiacevoli, abusi o, addirittura, manipolazioni.

Una persona manipola se tende a modellare il pensiero o il comportamento

Ciò che dispiace della manipolazione è chi non si accorge di essere vittima. Chi manipola fa il buono e cattivo tempo a piacere, in attesa di modellare il pensiero e le reazioni degli altri. Cos’è la manipolazione? “E’ una capacità comunicativa che si esercita nelle relazioni. Si potrebbe definire come l’arte sottile del modellare il pensiero altrui, con lo scopo di condizionarne e prevederne i comportamenti, per i propri scopi di potere – ha spiegato la psicoterapeuta e scrittrice Maria Tinto – tutte le relazioni sono di potere. In una relazione il potere relazionale deve essere ‘sanamente’ distribuito, se, invece lo detiene una sola componente, diventa abuso.”

Gli uomini manipolano più delle donne, in amore

“La manipolazione, a seconda dell’ambito in cui viene agita, può assumere vari aspetti: l’elemento principale è l’inganno, siamo tutti esposti ad eventi manipolativi, specialmente attraverso l’esercizio del potere sociale, che si esplica utilizzando l’informazione mediatica condizionante. Da questo punto di vista siamo tutti ‘vittime’ del potere manipolativo – ha aggiunto Tinto, in un’intervista esclusiva per TAG24.IT – che vuole orientare tutte le nostre scelte. Il comportamento manipolativo viene esercitato sia dagli uomini che dalle donne, anche se nel rapporto ‘amoroso’, c’è una prevalenza maschile.”

Chi manipola tende a colpire le fragilità dell’altro

“La manipolazione che più ci fa soffrire emotivamente, è certamente quella che viene esercitata nelle relazioni affettive, perché ci espone maggiormente, in quanto colpisce quei ‘nervi scoperti’ delle  nostre fragilità interiori. Presuppone che la persona manipolata abbia delle capacità a riconoscere da subito, i ‘limiti emotivi’ dell’interlocutore, immaginiamo dunque, cosa possa mettere in atto quando conosce profondamente l’interlocutore. Per ‘colpire’ si focalizza sugli aspetti fragili della costituzione caratteriale della persona. E’ una tipologia manipolativa che si può esercitare in tutti i rapporti, amorosi, amicali, familiari, dove assume l’aspetto crudele dell’essere egoisti, e dove anche i sentimenti non trovano più ragion d’essere.”

Tipico della personalità narcisista

“Spesso, proprio perché è un comportamento che viene messo in atto all’interno delle relazioni sentimentali, si fa fatica a riconoscere di esserne vittima. Ci sono però dei ‘campanelli dall’arme’ da tener presente, che aiutano a fare chiarezza e a capire il reale valore dei sentimenti presenti nella relazione. La manipolazione è un comportamento tipico della personalità narcisista, e capire quando ci si trova in una relazione sbilanciata con un narcisista non è facile.”

Come riconoscere un manipolatore: ecco i campanelli d’allarme

“Uno dei segnali, che possono ‘smascherare’ un narcisista manipolatore è il senso di responsabilità, che un ‘bravo’ manipolatore non si assumerà mai se qualcosa non va bene, fosse anche il posto del parcheggio dell’auto, ma scaricherà sull’altro/a ogni responsabilità, inducendo ‘sensi di colpa’, e assumendo talvolta un atteggiamento vittimistico. Tipica frase : ‘Mi sono comportato in questo modo … perché sei tu che mi hai costretto…io non volevo e adesso mi fai stare male…’ L’analisi di questa frase ci dice molto sulla complessità manipolativa di chi abbiamo di fronte – ha sottolineato l’autrice de Il sole a strisce – il senso di colpa è un elemento fondamentale per l’esercizio della manipolazione, chi si sente in colpa è fragile e facilmente si sottomette alla volontà dell’altro.”

Difendersi dal manipolatore è possibile?

“Rispondere a questa domanda è molto complesso, innanzitutto la ‘vittima’ deve rendersi conto di essere in una relazione sbilanciata, innanzitutto valutando la sofferenza che prova all’interno del rapporto. Una relazione, qualsiasi sia la sua natura, deve sempre aggiungere benessere e valore alla vita, quando diventa un disvalore, arrecando frustrazione, senso di svalutazione, sensi di colpa, senso di costrizione e sudditanza psicologica, vuol dire che si è in una relazione ‘tossica’ – si è congedata la psicoterapeuta Maria Tinto – questi sono i segnali principali di allarme, che devono far riflettere e condurre ad una diversa considerazione del soggetto che si ha di fronte, il modo più efficace è uscire dalla ‘trappola’ emotiva.”