Il Tour de France entra nel vivo e continua ad appassionare migliaia di tifosi in tutto il mondo. Per fare un bilancio del Tour de France, arrivato alla 13° tappa, Sonny Colbrelli, ex velocista e vincitore di una Parigi-Roubaix, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Tour de France, il bilancio dopo la 13° tappa: Colbrelli a Tag24

Jasper Philipsen si aggiudica la tappa di Col de Paue conquista la seconda vittoria in volata di questo Tour, posizionandosi davanti a Van Aert e Ackermann. I protagonisti di questa manifestazione però restano Pogacar e Vingegaard, due campioni straordinari che continuano a darsi battaglia. Il danese ha rischiato addirittura di non partecipare, a causa di un infortunio, con conseguente operazione alla clavicola, a seguito una pesante caduta durante il Tour dei Paesi Baschi. E invece gara dopo gara sta dimostrando tutta la sua forza e sta provando a mettere i bastoni tra le ruote al campione sloveno. Per fare un bilancio del Tour de France, arrivato alla 13° tappa, Sonny Colbrelli, ex velocista e vincitore di una Parigi-Roubaix, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

D: Il Tour è arrivato alla tredicesima tappa, superando ormai la prima metà. Qualche sorpresa, oppure tutto secondo le aspettative?

R: La sorpresa è vedere Vingegaard così competitivo dopo quello che gli è successo. Vista la caduta, sembrava che non dovesse neanche partire per il Tour de France e invece è lì ed è competitivo. L’altro giorno ha vinto una tappa molto combattuta e ha fatto vedere a Pogacar che lui c’è, nonostante non sia lo stesso degli scorsi anni. 

D: Pogacar però resta il leader, un primo posto già scritto? L’uomo da battere?

R: Questo sicuramente, lui è sempre l’uomo da battere, anche se non è al 100%. A uno come lui non bisogna mai lasciare neanche due metri, perché poi si trasformano in minuti. Visto che non si sapeva com’era però la condizione di Vingegaard, dopo il serio infortunio che ha avuto, è partito come il favorito numero uno. Il Tour però deve ancora entrare nel vivo e staremo a vedere cosa accadrà già da domani, che è una tappa molto importante. 

D: Un Tour che per la prima volta nella storia è partito dall’Italia, ripercorrendo le tappe dei grandi campioni. Che emozione è stata per gli appassionati di questo sport?

R: Quando ho saputo le tappe del Tour de France e quando ho visto il pubblico, mi è davvero dispiaciuto non poterci essere. La gente, in questi tre giorni e mezzo, ha dimostrato grande attaccamento ed è stata un’emozione enorme. Il vero ciclismo è anche in Italia e noi siamo sempre molto appassionati. Il calcio resta in prima linea, ma sono bastati questi giorni per capire l’affetto che c’è nei confronti delle due ruote. Lo percepiamo anche con il Giro d’Italia, perché la gente a bordo strada è sempre tantissima. 

D: Il peccato però, vista questa passione, è che in questo momento mancano i grandi campioni italiani?

R: Purtroppo dopo Vincenzo Nibali, in Italia non abbiamo più trovato un grande campione. Abbiamo dei giovani talentuosi, come Tiberi, e ha chiuso quinto al Giro d’Italia, però in questo Tour de France siamo pochi. Bettiol è partito con la maglia tricolore in casa, ma adesso sta un po’ soffrendo. Ciccone ha disputato negli ultimi giorni delle buone tappe, ma non può ambire a determinati livelli. Manca un riferimento importante in questo tour, ma manca in generale nel nostro movimento. Non abbiamo una squadra World Tour, ma ne abbiamo soltanto di Professional e satellite. Come Nazione stiamo soffrendo. 

D: Le grandi salite devono ancora arrivare, cosa dobbiamo aspettarci dalla tappa di domani?

R: Credo che sarà una grandissima battaglia perché giorno dopo giorno Vingegaard sta sempre meglio. Non ha alle spalle una squadra attrezzata come Pogacar che per oggi ha perso un compagno importante. Bisogna vedere, ma mi aspetto una grande tappa e soprattutto credo che sarà lotta a due fino alla fine. Ogni giorno Vingegaard sta sempre meglio e l’altro giorno, quando ha vinto in volata, ha preso morale e questo non è da poco. Credo che sia stata una vittoria liberatoria dopo l’infortunio, che gli ha dato grande fiducia in se stesso.