Lunedì 15 luglio 2024, si terranno le elezioni presidenziali in Ruanda. Paul Kagame è in corsa per ottenere il quarto mandato consecutivo. Kagame sembra destinato a continuare a guidare il paese dell’Africa orientale, in un contesto in cui l’opposizione è quasi inesistente.
Le elezioni in Ruanda del 15 luglio 2024
Paul Kagame si è candidato per le elezioni presidenziali in Ruanda del 15 luglio e sta cercando di ottenere la propria rielezione. Oltre a Kagame, ci sono altri due candidati in lizza: Franco Habineza e Filippo Mpayimana. Una possibile vittoria estenderebbe il potere del presidente ruandese a tre decenni.
L’ex capo militare ha contribuito a guidare il movimento che ha posto fine al genocidio del 1994. Ha assunto il ruolo di capo di Stato nel 2000 e da allora lo ricopre ininterrottamente. Alle elezioni del 2024 punta ad ottenere un quarto mandato ma per farlo dovrà superare due avversari. Tuttavia, l’opposizione non ha grandi possibilità di trionfare.
Nel 2015, il paese ha votato per un referendum costituzionale che ha aperto la strada a Paul Kagame per la candidatura per un terzo mandato. Alle elezioni del 2017, Kagame ha ottenuto il 99 per cento dei voti. Attualmente, il mandato presidenziale è di sette anni, ma una modifica costituzionale, che non è ancora entrata in vigore, accorcerà il periodo a cinque anni.
Gli altri due candidati
Otto candidati avevano presentato domanda per partecipare alle elezioni ma solo due candidature sono state approvate nella lista finale convalidata dalla commissione elettorale. I due contendenti approvati, Frank Habineza e Philippe Mpayimana, avevano già sfidato Kagame nel 2017. Habineza è il leader del Partito Verde Democratico del Ruanda, attualmente rappresentato in due seggi parlamentari, mentre Mpayimana si presenta come indipendente.
Sarà una vittoria comoda per Kagame
Sembrerebbe che il paese si aspetti una vittoria comoda del presidente ruandese alle elezioni presidenziali. La rielezione di Kagame rappresenterebbe da una parte una maggiore stabilità, considerando che negli ultimi anni il paese è emerso come un hub finanziario regionale. Ma da un altro punto di vista, l’amministrazione Kagame è stata pesantemente criticata dagli attivisti per i diritti umani per aver represso il dissenso e le critiche, controllato i media e sostenuto gruppi ribelli nel vicino Congo. L’opposizione e la società civile temono che la continuità di Kagame avrà effetti negativi su questi temi. Il governo del Ruanda ha respinto tutte le accuse ricevute, mentre durante la campagna elettorale, Kagame ha fatto la promessa di garantire sviluppo e stabilità ininterrotti.