La Corte di Cassazione ha recentemente sentenziato su un caso di licenziamento per ostruzionismo, contestato per il dubbio potesse mancare la giusta causa. Il caso in questione vede coinvolto D.M., un autista addetto al conferimento dei rifiuti, dipendente della società La T.S. in Liquidazione spa, la quale operava per il Comune di Massalubrense. D.M. era stato licenziato con nota del 14 febbraio 2018, un provvedimento che il Tribunale di Torre Annunziata aveva dichiarato illegittimo, ordinando la reintegrazione del lavoratore e il risarcimento di 10 mensilità della retribuzione globale di fatto. Tuttavia, la Corte d’Appello di Napoli aveva ribaltato questa decisione, ritenendo il licenziamento legittimo.
Licenziamento per ostruzionismo: la decisione della Corte d’Appello di Napoli
La Corte d’Appello ha basato la sua decisione sull’episodio del 17 gennaio 2018, quando D.M. si era rifiutato di scaricare i rifiuti presso il sito STIR di Tufino, adducendo prima ritardi nelle operazioni di sversamento e successivamente problemi di salute. Ignorando i ripetuti inviti del suo superiore, Aprea, D.M. era rientrato in azienda con il camion carico, esponendo così la datrice di lavoro a potenziali sanzioni per violazioni delle norme ambientali e del sistema SISTRI.
La Corte ha ritenuto che tale comportamento costituisse un grave e consapevole inadempimento, non riconducibile a semplice insubordinazione. Questo ha irrimediabilmente compromesso il rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro, giustificando il licenziamento per giusta causa.
Il ricorso per Cassazione
D.M. ha impugnato la sentenza della Corte d’Appello, denunciando la violazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per i dipendenti di imprese e società esercenti servizi ambientali del 2016, e di diverse disposizioni legislative e contrattuali. Egli sosteneva che il comportamento contestato doveva essere considerato insubordinazione, punibile con una sanzione conservativa e non con il licenziamento, poiché non era stato dimostrato alcun comportamento violento o minaccioso.
Licenziamento per ostruzionismo è per giusta causa? Il parere della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha esaminato se il comportamento di D.M. rientrasse nella nozione di insubordinazione o se potesse essere qualificato come un grave inadempimento tale da giustificare il licenziamento per giusta causa. Secondo la giurisprudenza, l’insubordinazione non si limita al rifiuto di eseguire le disposizioni dei superiori, ma include qualsiasi comportamento che pregiudichi l’esecuzione e il corretto svolgimento delle disposizioni aziendali.
La giusta causa di licenziamento deve essere caratterizzata da una grave negazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro, in particolare della fiducia tra datore di lavoro e dipendente. Questo deve essere valutato considerando le circostanze specifiche del caso, la natura e la qualità del rapporto, la posizione delle parti e il grado di affidamento richiesto dalle mansioni del dipendente.
La Corte di Cassazione ha confermato che il comportamento di D.M. rappresentava un grave inadempimento e non una semplice insubordinazione. Il rifiuto di scaricare i rifiuti e il successivo rientro in azienda con il camion carico hanno esposto la datrice di lavoro a potenziali sanzioni e violazioni normative, pregiudicando gravemente il rapporto fiduciario.
La compensazione delle spese di lite
La Corte di Cassazione ha inoltre esaminato il ricorso incidentale presentato da La T.S. in Liquidazione spa, che contestava la decisione della Corte d’Appello di compensare le spese processuali. Secondo la società, la compensazione delle spese era ingiustificata poiché il giudizio di appello era stato integralmente favorevole alla stessa. La Corte di Cassazione ha accolto questo ricorso, rilevando che la decisione della Corte d’Appello era illogica e non supportata da sufficienti motivazioni.
Conclusioni e implicazioni della sentenza
La sentenza della Corte di Cassazione conferma che il licenziamento di D.M. è stato legittimato da una giusta causa, basata su un grave inadempimento dei doveri lavorativi. Questo caso pone in evidenza come comportamenti ostruzionistici possano compromettere irrimediabilmente il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente, portando a un licenziamento per giusta causa non contestabile.