Caso Serena Mollicone, come volevasi dimostrare. La Corte d’Appello di Roma ha assolto la famiglia Mottola nel processo sull’omicidio di Serena Mollicone, la povera ragazza di Arce uccisa nel 2001. I giudici della Corte d’Appello hanno così confermato il verdetto emesso dal tribunale di Cassino in primo grado.

Assolti per l’ennesima volta il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, per lui erano stati chiesti dalla procura 24 anni di reclusione, la moglie Annamaria, per la quale erano stati chiesti 22 anni e anche il figlio, Marco, pure per lui chiesti 22 anni di reclusione. A chiedere queste condanne esemplari il sostituto procuratore generale Francesco Piantoni e dal sostituto procuratore presso la Corte d’appello Deborah Landolfi durante la loro requisitoria.

Per entrambi i magistrati, Franco Mottola è “la persona che ha tenuto il comportamento più grave perché era il comandante della stazione dei carabinieri e avrebbe dovuto prendere per primo le iniziative per evitare che questa ragazza morisse“, aveva affermato il sostituto procuratore Landolfi. “Per Marco e Annamaria Mottola chiediamo una pena un pò più alta del minimo edittale vista la gravità della situazione. Inoltre non hanno mai ammesso le loro responsabilità e non hanno mai collaborato“, avevano osservato e sottolineato. I tre sono accusati di concorso in omicidio.

Processo Serena Mollicone, a Corte d’Appello di Roma assolve i Mottola. La sorella di Simone: “Ma quale giustizia…”

Una sentenza che ha lasciato interdetti i famigliari di Serena Mollicone che erano presenti in aula. “Sono molto amareggiata, questa non è giustizia“, sono state le parole di Consuelo Mollicone, sorella di Serena Mollicone, mentre usciva dall’aula di corte d’Assise d’appello, l’assoluzione di tutti e cinque gli imputati.

E così, dopo due anni dalla sentenza di primo grado, emessa dalla Corte d’assise del tribunale di Cassino il 15 luglio del 2022, i giudici della corte d’assise d’appello presso il tribunale di Roma sono chiamati oggi a pronunciarsi sui cinque imputati. Il procuratore generale Francesco Piantoni e il sostituto procuratore Deborah Landolfi hanno chiesto la condanna a 24 anni di reclusione per il maresciallo Franco Mottola. Richiesta di condanna anche per il figlio Marco e la moglie Annamaria: 22 anni.

Assoluzione, invece, per i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale.

Durante la prima parte della mattinata ci saranno le repliche della difesa e dell’accusa, dopodiché la Corte si ritirerà in camera di consiglio.

Le accuse e il delitto

Un delitto, quello di Arce, lungo 23 anni. Il corpo di Serena Mollicone viene ritrovato il 3 giugno 2001 nelle sterpaglie a circa 8 chilometri da Arce, con la testa avvolta in un sacchetto.

Dopo l’assoluzione dell’imputato Carmine Belli nel 2004- su cui si erano subito concentrate le indagini-i sospetti ricadono quindi su altre persone. Nel 2008 il brigadiere Santino Tuzi riferisce agli inquirenti di aver visto Serena entrare nella caserma di Arce il 1 giugno, ma di non averla più vista uscire. Parole ritrattate e poi confermate prima di suicidarsi.

Vengono quindi iscritti nel registro degli indagati, accusati di omicidio volontario, Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, amico di lunga data di Serena. Dopo lunghe indagini vengono rinviati a giudizio nel 2019, insieme ai carabinieri Suprano e Quatrale.

Secondo l’accusa Serena avrebbe sbattuto violentemente la testa contro una porta dell’alloggio in uso alla famiglia Mottola nel corso di un diverbio con Marco. Ma i genitori del ragazzo, invece di soccorrerla, l’avrebbero lasciata morire, per poi abbandonare il suo cadavere. I due carabinieri sarebbero stati loro complici.

Il movente? Pare che Serena volesse denunciare Marco per un giro di spaccio di droga.