Cos’è e cosa significa nel linguaggio finanziario bolla speculativa? In economia si parla di bolla quando il prezzo di un determinato bene, come titoli azionari, materie prime ed immobili aumenta vertiginosamente, venendo a creare una distorsione sul mercato.
Nella storia economica e finanziaria si è assistito a tante bolle speculative. Tutte presentano una determinata caratteristica: la quotazione di un bene aumenta significativamente rispetto al valore intrinseco e alimenta sul mercato la speculazione. Gli investitori, spinti da aspettative irrazionali di profitto futuro, decidono di acquistare massicciamente il bene, innescando un incremento vertiginosamente dei prezzi. Ciò attira l’attenzione di ulteriori investitori alimentando la speculazione.
Bolla speculativa: cos’è e cosa significa in finanza?
In finanza la bolla speculativa si verifica quando la quotazione di un asset (come titoli azionari, criptovalute e immobili) incrementa in modo rapido ed in modo insostenibile. Questo incremento è guidato da una spinta euforica irrazionale dei risparmiatori, che comprano l’asset non per il suo valore reale, ma nella speranza che la quotazione continui a salire, consentendo loro di rivendere ad un prezzo maggiore. Nel periodo della speculazione, i prezzi possono raggiungere livelli piuttosto elevati: si tratta di una situazione che non può durare nel medio-lungo termine e, al termine, la bolla scoppia ovvero le quotazioni crollano drasticamente.
Perché si verifica una bolla finanziaria?
Per spiegare una bolla speculativa bisogna richiamare la scienza dell’economia comportamentale che qualche anno fa ha fatto vincere il premio Nobel a Richard Thaler. Il rialzo dei prezzi di un asset dipende dal timore di perdere qualcosa: si tratta di un fattore che per i risparmiatori è molto difficile monitorare.
L’incessante crescita di valore di un determinato asset funge da richiamo per chi non ha ancora acquistato il bene. Tra gli investitori salirà la sensazione che la quotazione continuerà a galoppare in eterno perché ci sarà sempre qualche risparmiatore disposto ad acquistarlo e a detenerlo nel proprio portafoglio investimenti.
Bolla finanziaria: le fasi
Secondo l’economista allievo di Schumpeter, Hyman Minsky, le bolle speculative comprendono cinque differenti fasi. Nella fase iniziale i risparmiatori si lasciano trasportare da uno scenario piuttosto promettente. La seconda fase è quella del boom: la quotazione dell’asset inizia ad attirare l’attenzione della maggior parte dei risparmiatori.
La terza fase è quella dell’euforia: la bolla speculativa raggiunge la massima espansione. La quarta fase è quella in cui gli investitori pretendono i profitti sperati e cominciano a chiudere le posizioni. Quinta e ultima fase della bolla speculativa è lo scoppio della bolla: i prezzi crollano a dismisura ed il ribasso spinge gli investitori a vendere l’asset.
Bolle finanziarie nella storia
La prima bolla speculativa della storia economica è stata la bolla dei tulipani, che si verificò nel XVII secolo in Olanda. All’epoca i bulbi di tulipano erano oggetti da collezione, la cui domanda ha registrato un’impennata vertiginosa. Nel 1623 un bulbo di tulipano poteva costare un migliaio di fiorini olandesi: la forte domanda ha spinto i prezzi a livelli insostenibili ed in pochi anni le quotazioni hanno finito per crollare. Lo scoppio della bolla dei tulipani ha fatto cadere in bancarotta tutte le famiglie, che si sono indebitate per comprare i bulbi di tulipano.
Nel XVIII secolo si verificò la bolla dei Mari del Sud: ad essere coinvolta fu la South Sea Company, società inglese cui era concesso il monopolio per il commercio mondiale di schiavi con le colonie delle Indie Occidentali e dell’America del Sud. Tra le altre bolle speculative troviamo: la depressione del 1929, la bolla Dotcom, la crisi dei mutui subprime ed il fallimento della piattaforma FTX.
Quali sono le conseguenze della bolla speculativa?
Le bolle speculative hanno conseguenze negative sul sistema economico, che possono portare ad una diminuzione della spesa, una perdita di fiducia degli investitori e ad una contrazione dell’attività di natura economica.