Guerra a Gaza, le condizioni di Netanyahu per i negoziati: controllo del valico di Rafah e del confine tra Egitto e Gaza. Le forze israeliane chiudono l’ingresso principale che collega il villaggio di Husan a Betlemme
Continuano i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, mentre si prevede che i negoziati in corso in Qatar dureranno settimane: quattro scuole sono state colpite da Israele in quattro giorni.
La situazione umanitaria resta disastrosa, come evidenziato dall’Onu: i bambini sono spesso costretti ad andare a dormire senza mangiare né bere.
L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver completato la missione nella zona di Shejaiya, distruggendo diversi tunnel e uccidendo “decine di terroristi“.
Tutti gli aggiornamenti sul conflitto tra Israele e Hamas di oggi, giovedì 11 luglio 2024.
Nuovi attacchi israeliani contro Hezbollah in Libano
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver lanciato nuovi attacchi contro Hezbollah nel Libano meridionale e di aver colpito strutture utilizzate dal gruppo e altri obiettivi correlati.
Hamas: “Netanyahu responsabile per stop colloqui”
ll membro dell’ufficio politico di Hamas, Husam Badran, ha dichiarato ad Al Jazeera che è chiaro per tutte le parti coinvolte nei negoziati che Benjamin Netanyahu è personalmente responsabile dell’interruzione dei colloqui attuali e precedenti.
Pentagono: “Molo temporaneo Usa a Gaza chiuderà presto”
L’amministrazione Biden ha dichiarato che il molo umanitario al largo della costa di Gaza chiuderà presto a causa delle condizioni meteorologiche e delle difficoltà nella distribuzione degli aiuti.
Sanchez: “No a doppi standard tra Ucraina e Gaza”
Durante il vertice dell’alleanza a Washington, il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha dichiarato che la NATO deve evitare di applicare “doppi standard” quando si tratta della guerra in Ucraina e del conflitto a Gaza. Sanchez ha enfatizzato l’importanza che l’Alleanza mostri la stessa “unità e coerenza” nel sostenere l’Ucraina anche di fronte alla “catastrofe umanitaria” che il popolo palestinese sta affrontando.
Il G7 condanna la legalizzazione degli insediamenti in Cisgiordania
I ministri degli Esteri del G7 hanno condannato la decisione di Israele di acquisire oltre 1.270 ettari nella Valle del Giordano, designandoli come “terre statali”. Hanno sottolineato che si tratta della “più grande operazione di questo genere dai tempi degli Accordi di Oslo”. Inoltre, hanno criticato la decisione di Israele di espandere gli insediamenti esistenti nella Cisgiordania e di creare tre nuovi insediamenti.
Colono incendia un campo palestinese
Secondo quanto riportato da Haaretz, un colono ha appiccato un incendio in un campo palestinese vicino al villaggio di Al-Janiya, nella zona di Ramallah. Il fuoco ha raggiunto grandi proporzioni da minacciare l’insediamento ebraico di Talmon, secondo una fonte della sicurezza.
Sullivan: “Tema ora è distribuzione efficace aiuti a Gaza”
Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jack Sullivan, ha enfatizzato l’importanza di garantire una distribuzione efficace degli aiuti dopo la chiusura del molo temporaneo, costruito a metà maggio dall’amministrazione Biden al largo della costa della Striscia:
“Il vero problema in questo momento non è portare aiuti a Gaza, ma distribuirli in modo efficace in tutta Gaza“
Condizioni di Netanyahu per i negoziati: controllo del valico di Rafah
Tra le condizioni poste dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per i negoziati con Hamas è previsto anche “il controllo del Corridoio Filadelfia e del valico di Rafah“.
Il primo è una striscia di terra che prosegue lungo il confine tra Egitto e la Striscia di Gaza, caratterizzata da numerosi tunnel.
Israele vuole assumerne il controllo per evitare il contrabbando di armi in favore di Hamas.
Israele: “Fallimento al kibbutz Beeri, encomiabile la risposta dei residenti”
Le forze di difesa israeliane hanno presentato i risultati dell’indagine condotta dall’esercito sull’attacco al kibbutz Beeri, uno dei più colpiti dall’offensiva di Hamas del 7 ottobre.
Nell’indagine, presentata ai membri del kibbutz, alle famiglie degli ostaggi che da lì furono rapiti e al ministro della Difesa Yoav Gallant, si sottolinea il fallimento dell’Idf “nella sua missione di proteggere i residenti“, dei quali viene esaltato “il coraggio” per la loro “risposta rapida“, fondamentale per impedire che l’attacco “si estendesse ad altre parti del kibbutz“.
L’indagine riporta che, nell’attacco, sono rimasti uccisi 101 civili con 32 persone prese in ostaggio e trasportate nella Striscia di Gaza, di cui 11 non ancora tornate.
Gallant chiede commissione d’inchiesta su Hamas e i fatti del 7 ottobre
Yoav Gallant, ministro della Difesa di Israele, ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle origini del potere di Hamas “negli ultimi 10 anni” e sui fatti del 7 ottobre.
La commissione, ha spiegato Gallant, dovrà esaminare tutti, “questo governo e i governi dell’ultimo decennio che hanno portato agli eventi del 7 ottobre“.
Sullivan: “Progressi nei negoziati”
Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, riferisce ai giornalisti che “ci sono progressi” nei negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.
Sullivan aggiunge che esiste la possibilità “che venga raggiunto un accordo” ma che “non possiamo saperlo con certezza“.
Netanyahu sui negoziati: “Richieste di Hamas mettono in pericolo Israele”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato dei negoziati riferendo che “gli assassini di Hamas insistono con richieste che contraddicono il piano e mettono in pericolo la sicurezza di Israele“.
Il premier ha, dunque, spiegato di non essere “pronto ad accettare quelle richieste“, per poi ribadire le sue condizioni per le trattative:
- consentire che Israele continui a combattere fino al raggiungimento degli obiettivi;
- impedire ogni passaggio di armi dall’Egitto ad Hamas;
- impedire il ritorno dei terroristi nell’area nord della Striscia di Gaza;
- rilasciare il numero possibile di ostaggi ancora in vita.
Israele consegna lista di impiegati dell’Unrwa presunti terroristi di Hamas
Una lettera è stata inviata dal Ministero degli Esteri israeliano al direttore dell’Unrwa (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi), Philippe Lazzarini, contenente una lista con 108 dipendenti dell’Agenzia accusati di essere terroristi di Hamas.
Secondo il quotidiano tedesco Bild che ha reso nota la vicenda, la lista sarebbe più ampia e conterrebbe i nomi di operatori Onu sospettati di essere affiliati ad Hamas o alla Jihad islamica.
Il quotidiano spiega che Israele ha chiesto il licenziamento dei presunti terroristi.
Usaid, altri 100 milioni di dollari di aiuti umanitari a Gaza e Cisgiordania
L’organizzazione Usaid ha deciso di stanziare altri 100 milioni di dollari di aiuti umanitari destinati alle popolazioni di Gaza e Cisgiordania.
Lo ha annunciato il capo dell’organizzazione, Samantha Power, spiegando che gli aiuti sosterranno le forniture alimentari previste dal Programma alimentare mondiale (World food programme) e saranno diretti alle fasce più deboli della popolazione, in particolare bambini e donne incinte.
Il totale degli aiuti alimentari provenienti dagli Stati Uniti e destinati al popolo palestinese raggiunge ora la cifra di 774 milioni di dollari.
Usa: nuove sanzioni contro i coloni israeliani in Cisgiordania
Dagli Stati Uniti arrivano nuove sanzioni contro le violenze perpetrate dai coloni israeliani contro la popolazione palestinese in Cisgiordania.
Matthew Miller, portavoce del dipartimento di Stato, ha sottolineato come gli Usa chiedano al governo di Israele di “prendere misure” contro questi individui, altrimenti “continueremo a imporre le nostre misure“.
Tajani: “Italia pronta a inviare soldati a Gaza per missione di pace”
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che l’Italia è pronta a inviare i suoi soldati nella Striscia di Gaza, nell’ambito di una missione di pace a guida araba.
Lo ha dichiarato a margine dei lavori del vertice Nato in corso a Washington.
Tajani ha, inoltre, definito “inaccettabile” la “decisione del governo israeliano di occupare parte del territorio della Cisgiordania“.
G7 contro legalizzazione israeliana di 5 nuovi insediamenti in Cisgiordania
Dopo Onu e Unione europea anche i ministri degli Esteri del G7 hanno espresso la loro condanna verso la legalizzazione di cinque nuovi insediamenti israeliani in Cisgiordania, annunciata dal ministro delle Finanze di Tel Aviv Bezalel Smotrich.
Gli Stati Uniti annunciano altri 100 milioni di dollari in aiuti per i palestinesi
Gli Stati Uniti annunciano che stanno fornendo 100 milioni di dollari in aiuti aggiuntivi per i palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Una dichiarazione dell’USAID afferma che il finanziamento aiuterà il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. Dice anche che attraverso il finanziamento, fornirà “supporto logistico per la consegna sicura ed efficiente di aiuti umanitari salvavita in tutta Gaza“, senza approfondire.
Il Kibbutz Be’eri chiede alla commissione statale di indagare 7 ottobre: “Ancora domande dopo l’indagine dell’IDF”
Nella sua prima risposta all’indagine dell’IDF sull’assalto del 7 ottobre, il Kibbutz Be’eri afferma che i risultati “hanno aiutato i membri del kibbutz a capire un po’ la profondità e la complessità dei combattimenti in diverse aree del kibbutz“.
Il kibbutz afferma, tuttavia, che i residenti non hanno ricevuto “una risposta adeguata ad alcune domande chiave“, chiedendo l’istituzione di una commissione statale d’inchiesta “che non lasci nulla di intentato, esamini la condotta di tutti gli attori e ci fornisca risposte con cui sarà possibile avviare la riabilitazione e trarre conclusioni operative per il futuro“.
Borrell: “Insufficiente la pressione Usa su Netanyahu”
L’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell ha parlato del rapporto tra Stati Uniti e Netanyahu, sottolineando come gli Usa debbano esercitare una pressione maggiore.
“La pressione diplomatica non è stata sufficiente, resta da vedere se saranno disposti ad adottare altri tipi di misure che sono state prese in passato. Washington ha misure più drastiche per influenzare lo Stato ebraico, come la limitazione della vendita di armi”.
La delegazione israeliana rientra a Doha: stasera riunione di gabinetto per discutere del cessate il fuoco
La delegazione diplomatica israeliana che era andata a Doha per discutere del cessate il fuoco è tornata in Israele: presenterà al gabinetto di guerra per presentare i risultati dei colloqui.
A sua volta il gabinetto si riunirà alle 19:30 ore locali.
L’IDF abbatte una nuova raffica di droni dal Libano
Diversi droni sospetti diretti verso Israele dal Libano sono stati abbattuti dalle difese aeree poco tempo fa, dice l’IDF.
Secondo l’esercito israeliano, i droni non sono entrati nello spazio aereo d’Israele.
A Gaza il bilancio delle vittime sale a 38.345
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, afferma che il bilancio delle vittime palestinesi dal 7 ottobre è ora di 38.345.
La cifra non può essere verificata in modo indipendente e include più di 15.000 uomini armati di Hamas che Israele dice di aver ucciso in battaglia.
Erdogan: “Gaza come Srebrenica 29 anni fa”
Il presidente Recep Tayyp Erdogan ha ricordato la strage di 29 anni fa a Srebrenica, dove migliaia di civili sono stati brutalmente uccisi.
Il ricordo, ancora fresco, a ridosso proprio dell’anniversario del massacro a Srebrenica durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. Per il presidente turco, oggi, i civili palestinesi starebbero vivendo ciò che i croati hanno subito quasi un trentennio fa:
Oggi, il popolo palestinese a Gaza e nei territorio occupati è esposto a una brutalità simile a quella vissuta a Srebrenica 29 anni fa. Istituzioni e organizzazioni internazionali stanno semplicemente assistendo all’uccisione di circa 40mila innocenti, tra cui 16mila bambini, come 29 anni fa. Come per Srebrenica, i responsabili della barbarie a Gaza prima o poi saranno giudicati davanti alla legge internazionale
Il Libano attacca Israele: ferito un civile
Una raffica di razzi è stata lanciata dal Libano contro il nord di Israele.
Nel raid, un civile israeliano è rimasto gravemente ferito. A riportare la notizia i medici che hanno preso in cura l’uomo, che spiegano che uno dei missili è caduto vicino al Kibbutz Kabri.
Israele: “Ucciso ufficiale di Hamas”
Annuncia l’uccisione di Hassan Abu Kuwaik l’Idf, spiegando che si tratti di uno degli ufficiali più importanti di Hamas.
Infatti, Kuwaik era il capo del Dipartimento delle operazioni di sicurezza nel centro della Striscia di Gaza. L’uomo è stato ucciso durante un raid aereo.
L’esercito israeliano, però, ha annunciato anche la morte di un altro alto funzionario, Nasser Mahana, capo della squadra dell’intelligence militare di Hamas.
Washington Post: “Hamas e Israele per governo ad interim a Gaza”
Hamas e Israele avrebbero raggiunto un accordo, per la seconda fase della tregua a Gaza,, su un “governo ad interim” nella Striscia di cui nessuno dei due avrebbe il controllo.
Lo afferma sul Washington Post il giornalista David Ignatius, citando una fonte Usa secondo cui la sicurezza
“sarebbe garantita da una forza addestrata dagli Stati Uniti e sostenuta da alleati arabi moderati, in base ad un gruppo di circa 2.500 sostenitori dell’Anp a Gaza, già controllati da Israele”.
Casa Bianca: “Cautamente ottimisti su colloqui ostaggi”
Gli Stati Uniti sono “cautamente ottimisti” in merito ai colloqui per la tregua e la liberazione degli ostaggi. Lo ha riferito alla Cnn il portavoce della sicurezza nazionale di Washington, John Kirby.
“Ci sono ancora divergenze tra le due parti. Riteniamo che queste lacune possano essere ridotte, ed è ciò che Brett McGurk e il direttore della Cia Bill Burns stanno cercando di fare proprio ora”
ha detto.
Medici senza Frontiere: “Costretti a chiudere nel nord di Gaza”
Medici senza Frontiere ha annunciato di essere stata costretta a chiudere temporaneamente l’ultima struttura sanitaria nel nord della Striscia di Gaza, dato che le forze israeliane hanno emesso un ordine di evacuazione l’8 luglio.
Le équipe di MSF hanno continuato ad assistere i pazienti ai pazienti fino all’ultimo.
“Con i ripetuti ordini di evacuazione e la distruzione delle strutture sanitarie, le persone nel nord di Gaza non hanno quasi più alcuna possibilità di ottenere l’assistenza sanitaria essenziale”
ha scritto Msf in una nota.
L’organizzazione non governativa ha poi comunicato di essere disposta a riprendere le attività nella clinica di Gaza City, ma proteggendo le strutture e gli operatori.
The last MSF health facility in north Gaza has been forced to temporarily close, after Israeli forces issued an evacuation order for parts of Gaza City on 8 July. Teams continued to provide patient care until the last minute, before fleeing the area that came under heavy fire.
— MSF International (@MSF) July 10, 2024