La debacle dell’Italia ad Euro 2024 continua a far discutere. Non solo dal punto di vista tecnico, ma anche quello mentale. Perchè il pensiero di tutti è uno: la testa non era collegata alla mente. Troppe nozioni tattiche che il ct Luciano Spalletti ha provato a dare ai giocatori, non permettendo così alla squadra di poter avere la mente lucida. “Alla Nazionale è mancata proprio lucidità”, sottolinea Sandro Corapi. Il noto mental coach, che nella sua carriera ha collaborato, e collabora, con volti noti dello sport, non ci gira intorno, va dritto al punto.
L’assenza di una testa libera non ha permesso all’Italia di poter carburare a dovere, lo ha dimostrato il fatto che tutti “arrivassero secondi nei contrasti, o che perdessero tutti i duelli individuali”, afferma Corapi, che non ha dubbi su una cosa: “Gli addetti ai lavori devono farsi una domanda: che lavoro è stato fatto a livello motivazionale?”. Perchè secondo Corapi, nel mondo dello sport “serve una figura capace di lavorare in tal senso, in cui affrontano temi come motivazione e comunicazione. Ad oggi siamo 30 anni indietro rispetto agli altri Paesi”, afferma Sandro Corapi, che in esclusiva a Tag24 ha spiegato quale sia stato il segreto della vittoria dell’Italia agli Europei del 2021.
L’Italia deve lavorare sulla testa, le parole di Sandro Corapi a Tag24
Quello che si è vista in Germania è stata un’Italia in confusione, con il mental coach Sandro Corapi che a Tag24 ha analizzato i problemi della squadra a livello di testa.
D: Dottor Corapi, dal punto di vista mentale la squadra non è riuscita ad assimilare i troppi cambi di modulo: ha pesato più questo delle gambe che non andavano?
R: Per una grande performance bisogna avere la mente lucida. Il calciatore deve spere cosa fare in campo, incamerare automatismi. Ovviamente deve essere lucido e stare bene fisicamente, così da avere un forte motivazione interiore. Non entro nel contesto fisico o tecnico, ma su quello mentale; perchè a prescindere dalla lucidità tattica o fisica, non ho visto cattiveria, quella che abbiamo visto nell’ultimo Europeo vinto. E se questo manca i ragazzi non carburano. Lo hanno dimostrato le partite in Germania: squadra che arrivava in ritardo sulle seconde palle, contrasti persi ed altro. Era già scritto questo, vedendo il gioco e le partite, io almeno ho avuto questa sensazione.
D: Mancano le certezze e dunque manca concentrazione, ma la voglia di far bene a prescindere non scatta in questi casi dal punto di vista mentale?
R: Doveva partire questo, ma non è partito. Io dico a chi di dovere: qual’è stato il lavoro fatto a livello motivazionale? Questa è la domanda da fare agli addetti ai lavori. Perchè nel calcio bisogna dare voce a queste dinamiche che non sono collaterali, ma fondamentali. Se nello sport manca l’aspetto mentale, in particolare il calcio, manca il 50% della performance.
D: Mancano le figure preposte quindi.
R: Esattamente. Perchè tanti altri elementi dello sport riescono a performare? Facciamoci delle domande e diamoci delle risposte.
Come Vialli
Serve una figura capace di poter portare determinati concetti comunicativi e motivzionali direttamente in campo. Così com’è stato Gianluca Vialli per la vittoria dell’Europeo del 2021 secondo il mental coach Sandro Corapi.
D: Questo vuol dire che il calciatore che va in campo, al netto delle motivazioni, dipende dall’allenatore per tirare fuori il massimo.
R: Assolutamente sì. Faccio un esempio: sapete chi è stato il vero fautore della vittoria dell’Europeo del 2021? Gianluca Vialli. Il suo modo di parlare con i ragazzi, di motivarli: è stato un mental coach. La squadra vedeva in lui quella persona che stava superando le sfide della vita, e lui ha ridimensionato così il concetto di partita e stress, con i ragazzi che entravano in campo con in testa le parole di motivazione di Vialli. Lui è stato un grande motivatore, sapeva toccare le corde giuste.
D: Come si recuperano le facoltà mentali per cercare di affrontare al meglio le qualificazioni ai prossimi Mondiali?
R: Si parte dalla testa. Se non si ha compreso ancora l’importanza di un lavoro mentale da portare nel mondo del calcio, siamo sempre punto a capo. I vertici devono farsi delle domande su cosa manchi adesso al calcio italiano, quale sia il lavoro strutturare da fare, partendo dai ragazzi. Non si parla di comunicazione, di gestione delle emozioni. Quando lo sport italiano capirà l’importanza del mental coach farà dei saldi da gigante, ma ad oggi siamo 30 anni indietro rispetto agli altri paesi.