Nuovi guai all’orizzonte per il trapper milanese Shiva, condannato a 6 anni, 6 mesi e 20 giorni di carcere per aver sparato a due presunti aggressori, fuori dai locali della sua casa discografica di Settimo Milanese, nel luglio 2023. La sentenza è stata emessa oggi, 10 luglio 2024, dal Tribunale di Milano.

Milano, condannato a 6 anni il trapper Shiva: è accusato di tentato omicidio

Sembrano non avere fine le traversie giudiziarie di Andrea Arrigoni, il cantante 24enne milanese, divenuto celebre con il nome di Shiva. Il Tribunale di Milano ha emesso oggi la sentenza ai danni del giovane trapper: dovrà scontare 6 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione.

Accompagnato dai suoi legali, Marco Campora e Daniele Barelli, il proprietario della casa discografica “Milano Ovest” ha ascoltato le parole delle giudici Ferraro, De Cristofare e Marchegiani in aula. I suoi avvocati hanno minacciato di voler fare ricorso alla Corte d’Appello e impugnare la sentenza, dopo che il giudice avrà depositato le motivazioni della condanna.

È un ragazzo consapevole e forte della propria della sua innocenza

Hanno detto gli avvocati difensori, scortando il giovane fuori dal Palazzo di Giustizia. Dopo un periodo di 4 mesi in una cella del carcere di San Vittore, il 24enne – da febbraio – è ai domiciliari, in attesa proprio della decisione delle giudici.

L’accusa di tentato omicidio

Solo 24 anni e già diverse pesanti accuse su di lui. Come una spada di Damocle, infatti, sul capo del giovane trapper pendono le accuse di tentato omicidio, detenzione illecita di arma da fuoco e ricettazione della pistola.

I reati, però, si riferiscono a un episodio accaduto la sera dell’11 luglio 2023. Il trapper, da poco diventato padre, quel giorno è rimasto coinvolto in un’aggressione, fuori dai locali della sua casa discografica di via Cusago, a Settimo Milanese.

Per difendersi dai due presunti aggressori, Shiva avrebbe sparato e ferito al polpaccio proprio uno dei ragazzi, un 24enne ritrovato sul luogo dell’imboscata dagli agenti delle forze dell’ordine intervenute, dopo gli spari. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, però, l’agguato rientrava nell’ambito di una faida fra trapper.

Da quel momento, il ragazzo è finito al centro dell’indagine degli inquirenti, risaliti alla presunta causa dello scontro: la diffusione di un video, ritenuto diffamatorio dall’altra gang della scena rap milanese, capeggiata dal rapper Rondo da Sosa.