Ogni scusa è buona per un tifoso d.o.c. come lui. Anche dalla cerimonia di premiazione dei Ciak d’or Serie tv 2024, Carlo Verdone non perde l’occasione per parlare della sua seconda grande passione: l’As Roma.

Una battuta sul calciomercato giallorosso per poi lasciarsi andare a una riflessione più seria (e amara…) sulla possibilità di realizzare un film sul mondo del calcio.

Ciak d’oro Serie tv 2024, Verdone e la sua Roma….

Neanche una serata speciale come questa, quella della seconda edizione dei Ciak d’oro Serie tv, che sancisce per l’ennesima volta il riconoscimento del suo talento e il suo status di grande autore cinematografico e adesso anche televisivo, riescono a tenere lontani i pensieri di Carlo Verdone dalla squadra giallorossa.

Premiato con il Ciak d’oro classic per la seconda stagione della serie Vita da Carlo, della quale ha recentemente annunciato la quarta e ultima stagione, il regista romano, sollecitato dall’inviato di TAG24 Thomas Cardinali, commenta le voci di mercato della squadra della Capitale, che vorrebbero vicino l’acquisto dell’esterno d’attacco Federico Chiesa. Un nome gradito al regista, ma non lunico di cui avrebbe bisogno la sua Roma:

“Chiesa alla Roma? Sì ma forse ci vorrebbe di più un centrocampista, che non abbiamo più da tanti anni. Serve più un regista e serve una buona difesa. Poi manca pure il centravanti eh. Chiesa va benissimo ma troppi ne mancano…

Analisi di calciomercato a parte, Verdone si fa più serio – e anche un po’ sconsolato – quando gli viene chiesto se farebbe mai un film sul mondo del calcio. Mai, nella maniera più assoluta, la sua risposta netta, chiaramente da amante ormai disilluso. Perché lo sport che fa rima con soldi e affari non esercita alcun fascino su Verdone:

Non ci vedo niente di poetico nello sport e se non vedo niente di poetico, non ci faccio un film. A meno che non venga fuori una bella storia su un maratoneta, su uno che combatte da solo contro tutti, su uno che corre i 10mila metri o fa lo sci di fondo. Quelle sono storie poetiche, che mi piacciono. Il calcio non ha niente di poetico, assolutamente niente“.

Dopo “Vita da Carlo” un film e poi, forse, il ritiro? “Sono 47 anni che lavoro…”

Sincero e schietto come sempre, Verdone ammette di non credere che, una volta terminata “Vita da Carlo“, realizzerà un’altra serie tv. Sicuramente tornerà al cinema con un nuovo film – “Ce l’ho per contratto“, dice con un sorriso – ma non nasconde il desiderio della pensione:

“Mi piacerebbe anche essere spettatore di altri. Sono 47 anni che lavoro…”

E, a proposito di cinema, fa i complimenti a Paola Cortellesi per il successo del suo C’è ancora domani, capace di intercettare un “tema molto sentito soprattutto dalle donne” in questo periodo storico, raccontandolo con uno sguardo nostalgico – enfatizzato dal bianco e nero della pellicola – che ha fatto presa sul pubblico di oggi, che lo ha vissuto quasi come una protesta al momento attuale, a questo mondo che non ci piace.

Una strada, quella individuata dal film della Cortellesi, che il cinema italiano potrebbe perseguire per recuperare un po’ di presa su un certo tipo di pubblico, che Verdone individua nelle persone di mezza età e anziane. Loro vanno al cinema, i giovani no, o vanno a vedere i film della Marvel, commenta non senza amarezza il regista romano.