Non andrà all’udienza preliminare Filippo Turetta; lo fa sapere tramite il suo legale Giovanni Caruso, che spiega che il 23enne vuole affrontare in toto l’omicidio di Giulia Cecchettin e la sofferenza arrecata alla sua famiglia. Così, il ragazzo andrà direttamente al processo alla Corte d’Assise, che ha messo agli atti altri messaggi “ossessivi” recuperati dal cloud, in particolare quello dedicato alla laurea: “O insieme o è finita“.
I messaggi shock di Filippo Turetta a Giulia Cecchettin sulla laurea
“Mettiti in testa… che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi“: questo è solamente uno degli oltre 300 messaggi WhatsApp “ossessivi” che Filippo Turetta inviava ogni giorno alla fidanzata Giulia Cecchettin, prima del brutale omicidio lo scorso l’11 novembre 2023 scorso.
Parole su parole recuperate dall’archivio cloud, oggi, 9 luglio 2024, messe agli atti nell’ambito dell’inchiesta a carico del 23enne padovano. Circa 225.720 messaggi stimati dall’accusa, che ribadisce la malata ossessione del ragazzo nei confronti della ex, una fissazione che ha gli ha fatto credere di riuscire nell’intento di riconquistarla, nonostante la loro storia fosse già finita da tempo.
Una ipotesi confermata più e più volte anche dai familiari e dalle amiche di Giulia, che hanno dichiarato: “Agiva come se fosse sicuro di riconquistarla“. Una convinzione culminata proprio nel femminicidio della ragazza, che ha provocato un dolore enorme e incolmabile alla famiglia Cecchettin.
Malsano, tossico, ossessivo e totalmente distorto il rapporto che il giovane studente di Ingegneria aveva nella sua mente e, quest’oggi, messo in luce proprio dai messaggi nei quali pretendeva di equipararsi alla Cecchettin. Tuttavia, il 23enne era indietro con diversi esami e non riusciva a sostenere, invece, i ritmi di Giulia, che era riuscita ad arrivare in tempo alla laurea. Un futuro troppo brillante che Turetta non riusciva a sopportare.
Turetta direttamente al processo alla Corte d’Assise “per affrontare ciò che ha fatto”
Il periodo di incarcerazione, però, ha permesso al ragazzo di maturare la decisione di rinunciare all’udienza preliminare davanti al gup, programmata per il prossimo 16 e 18 luglio e, così, poter affrontare appieno la realtà delle sue azioni.
Tramite il suo avvocato difensore, Giovanni Caruso, Filippo ha, inoltre, dichiarato di non volersi sottoporre alla perizia psichiatrica e di voler, quindi, andare direttamente al processo davanti alla Corte d’Assise. La notizia non è stata commentata dall’avvocato Stefano Tigani, che rappresenta la famiglia Cecchettin, che fa sapere:
Noi non ci permettiamo di commentare una scelta tecnica che percorre un diritto garantito dalla legge. Non ci meraviglieremmo peraltro se in fase dibattimentale si percorresse la via della speditezza, con il consenso all’acquisizione di atti di indagine o parti di esse, nell’ottica di una definizione veloce del processo per un omicidio così efferato. Prendiamo atto del percorso di maturazione che l’imputato afferma di aver intrapreso, dato che nel corso dell’interrogatorio ci pare si fosse invece manifestato molto più attento e lucido sulla strategia da percorrere