Per la quarta volta consecutiva, anche in Germania Pecco Bagnaia corre più veloce di tutti e conquista il podio. Un primo posto, per il campione del mondo, bravo a rimanere sempre in gara e ad approffittare della caduta di Martin, scivolato e ritirato a due giri dalla fine, mentre era al comando della gara, e trionfare davanti a Marc e Alex Marquez. Ottima gara anche di Bastianini e Morbidelli, che chiudono in quarta e quinta posizione. Per commentare l‘ultima gara di MotoGP e i risultati di quanto fatto in Germania, Manuel Poggiali, ex pilota e coach prima del Team Gresini, e in questa stagione anche di Ducati, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

MotoGP, in Germania vince Bagnaia: Poggiali a Tag24

Serviva testa, carattere, determinazione e concentrazione, ma soprattutto serviva crederci fino all’ultimo istante. Bagnaia, in Germania, ci ha messo tutto questo e molto di più e alla fine ha vinto. Il campione del mondo in carica è in forma smagliante e non ha nessuna intenzione di rallentare. Corre dritto verso il suo obiettivo, l’ennesimo titolo mondiale, anche se sa che bene che la gara sarà ostica e combattuta fino alla fine. Peccato per Jorge Martin, che sembrava imbattibile su questa pista e che invece è stato costretto a ritirarsi a un passo dal traguardo. Per commentare l’ultima gara di MotoGP e la vittoria di Bagnaia in Germania, Manuel Poggiali, ex pilota che ha dedicato tutta la sua vita alle moto e che ora ha intrapreso la carriera di coach, prima del Team Gresini, e in questa stagione anche di Ducati, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

D: Vince ancora una volta Pecco Bagnaia, che ora ha raggiunto il suo stato di forma migliore?

R: Credo che Pecco in questa stagione non sia mai mancato. Siamo partiti molto bene già lo scorso inverno, nei test, procedendo a suon di record. Ha vinto in Qatar, al primo appuntamento dell’anno, e ora continua a correre per il titolo. I punti e la classifica parlano chiaro e oggi siamo in testa, con otto punti in più rispetto alla scorsa stagione. Le 18 gare, comprese le Sprint, ci hanno portati a questo punto e siamo totalmente soddisfatti. Credo che sia addirittura un Pecco migliore di quello che lo scorso anno lo ha portato a vincere il titolo. Resta però il fatto che ogni anno è diverso dal precedente e che dovremmo rimanere totalmente concentrati da qui alla fine, perché è un campionato difficilissimo e la competizione è aumentata molto. 

D: Quindi Pecco resta al favorito numero uno per la vittoria del titolo?

R: Di facile non c’è nulla, dobbiamo metterci lì con impegno e determinazione, come abbiamo sempre fatto. I competitor, tra piloti e moto, sono cresciuti tanto. Noi abbiamo il nostro modo di lavorare e dobbiamo proseguire sulla nostra strada. Tutto questo ci ha portato fino a questo punto, non solo con Bagnaia, ma anche con Bastianini. La stagione dell’anno scorso per Enea è stata molto sfortunata, ma ora è quarto in classifica e sta facendo un ottimo campionato. È sempre velocissimo, anche se c’è ancora qualcosa su cui dobbiamo migliorare.

D: State lavorando sui suoi punti deboli?

R: Vogliamo che lui possa lottare costantemente per una posizione da podio. Il talento lo ha e anche le ultime due gare lo hanno dimostrato. Sia nella sprint che nella gara di domenica però, gli è mancato qualcosina per poter ambire ai primi tre posti. Se guardiamo i tempi sul giro, la velocità, il passo e la ripetibilità, non vedo niente di troppo differente in Enea rispetto a Pecco che invece ha vinto. Se non siamo riusciti a battagliare per il podio, dobbiamo capire cosa manca. Sappiamo già dove intervenire, ma non è uno schiocco di dita. È un lavoro che dobbiamo fare costantemente.

D: Tre italiani nelle prime cinque posizioni nell’ultimo GP. Cosa ci dice questo per il futuro?

R: Stiamo vivendo un momento straordinario in MotoGP. Probabilmente oggi abbiamo il maggior numero di italiani competitivi, anche se la storia ci ha abituato bene. Qualche anno fa avevamo Capirossi, Biaggi, Melandri e Rossi. Parliamo di un’Italia che dal punto di vista motociclistico è sempre stata molto forte e competitiva. Se vogliamo trovare un anello debole però, dobbiamo guardare alle categorie minori. In Moto2 e Moto3 non abbiamo seminato nel migliore dei modi, ma confido sempre in qualche esplosione. Farioli e Lunetta sono molto interessanti e mi auguro che possano crescere e per farlo servono i risultati.

Bezzecchi e Diggia

D: L’unica delusione, se così vogliamo definirla, in questa stagione è Bezzecchi. Doveva essere l’anno della definitiva consacrazione, ma sta avendo molti problemi con la moto nuova, che succede?

R: Purtroppo per Marco parlano i risultati, non certo io. Lo scorso anno è arrivato terzo nel mondiale, dimostrando di avere talento e qualità. È uno che può andare molto forte, ma non sta attraversando un momento positivo. Non lavoro con lui direttamente e non so quali possano essere le motivazioni. Lui ha delle qualità importanti, ma oggi c’è qualcosa che non gli permette di esprimersi al 100%. Questo è un dato oggettivo. Il miglioramento però passa dal lavoro. La cosa fondamentale è individuare le cause e concentrarsi solo sugli aspetti da migliorare. 

D: Da Di Giannantonio invece ti aspettavi questa partenza?

R: Diggia ha concluso alla grande lo scorso anno e nella seconda parte della stagione è andato in crescendo, conquistando anche dei podi. Abbiamo lavorato insieme e ne conosco il valore, vi assicuro che è un pilota molto forte. Deve ancora crescere sotto alcuni aspetti, come tutti.

Obiettivi stagionali

D: Per Pecco sarà una lotta fino alla fine con Martin, oppure ti aspetti l’inserimento di altri?

R: Vedo un campionato più difficile dello scorso anno ma noi non dobbiamo avere paura. Ci giocheremo le nostre carte, come abbiamo fatto fino ad oggi. Pecco sa di aver dietro una squadra che lo sostiene, lo aiuta e gli consente di fare il meglio possibile. Per Enea sarà la stessa cosa. Tutti abbiamo un unico obiettivo e siamo allineati come gruppo di lavoro. Il resto è solo una ciliegina sulla torta, che va messa ad ogni Gran Premio. Dobbiamo lavorare con la massima tranquillità, pensando una gara alla volta. La vittoria finale è solo una conseguenza di quello che si fa quotidianamente.