Scambio di fuoco fra Piero Sansonetti e Simone Cicalone. Fra il giornalista e lo youtuber romano non volano parole dolci sul problema della criminalità a Roma, specie considerato il numero di borseggiatori presenti nelle metropolitane romane.

Nella puntata di ieri 8 luglio 2024 di “Quarta Repubblica“, Cicalone e Sansonetti si accusano l’un l’altro di violare la legge. Per lo youtuber è il giornalista “a non capire niente”, mentre secondo il direttore de “L’Unità” Cicalone non avrebbe il diritto di filmare le persone.

A “Quarta Repubblica” scambio di fuoco fra Sansonetti e Cicalone: “Non ci servono giustizieri, così la legalità se ne va a quel paese!”

Come da classico talk show che si rispetti, anche la puntata di ieri 8 luglio 2024 di “Quarta Repubblica” ha ospitato una discussione dai toni piuttosto accesi fra alcuni dei suoi ospiti. A rendersi protagonisti sono stati Simone Cicalone, youtuber romano, e Piero Sansonetti, direttore de “L’Unità. Oggetto del contendere: è lecito o no filmare i tentativi di rapina dei borseggiatori, che Cicalone si premura di fare e poi pubblicare sui suoi profili social?

La percezione della criminalità e della sicurezza è uno dei temi che spesso le campagne elettorali dei partiti mettono in mostra e anche nei talk show occupa uno spazio importante: Roma, Napoli, Milano vedono tanti servizi televisivi sul degrado di alcune aree e sul fatto che i cittadini in diverse circostanze si sentano poco al sicuro.

Cicalone si fa vanto di bloccare fisicamente i borseggiatori sulla Metro A romana, rischiando anche che i suoi collaboratori (ad esempio la sua compagna che realizza i video) vengano picchiati o feriti da chi viene fermato in quel momento. Sansonetti non ritiene che questo sia un comportamento per cui vantarsi, anche perché nessuno dovrebbe sostituirsi alla legge:

Noi non abbiamo visto reati, solo pestaggi e insulti. Ho visto persone aggredite ma nessun furto evitato. Viola la legge per la società! È proibito anche filmare le persone. Ogni volta tirate fuori la questione della legalità e poi la legalità se ne va a quel paese.

Un collega giornalista di Sansonetti, Andrea Ruggeri, la pensa diversamente: Cicalone fa un servizio alla comunità tale da dover esser premiato, non indicato come un qualcuno da punire.

Questo giovane deve essere premiato perché fa un’opera di giornalismo di strada pazzesco ed è molto meno aggressivo di tantissimi inviati di altre trasmissioni. Se io avessi un programma, chiederei subito a te e ai tuoi amici di fare gli inviati. Dopodiché si può discutere del video in cui si vede quel minimo di colluttazione, ma lui ha risposto a tutte le obiezioni. Si è ritrovato a difendere una ragazza accerchiata da persone apparentemente malintenzionate.

Il tutto termina con Cicalone che accusa Sansonetti di non capire niente della situazione di Roma, considerato che è lo stesso youtuber romano a “sporcarsi le mani” e ad evitare che la criminalità assuma dimensioni ancora più preoccupanti:

No cosa?! Ma no cosa, che stai a di’… Perché interrompi? Ma no cosa?! Ma stai zitto! Interrompi perché sai di aver torto… L’articolo 383 del codice penale mi permette di fermare in flagranza di reato violento procedibile di ufficio una persona!

Cicalone: “A Roma la situazione è fuori controllo: i miei video possano aiutare”

Durante il suo intervento a “Quarta Repubblica”, Cicalone ha difeso il proprio operato ma soprattutto la sua decisione di pubblicare i video sui suoi canali social. Questo è uno di quei casi in cui sembra palese la mancanza totale di fiducia da parte dei presenti verso lo stato e le sue Forze dell’Ordine: chi ha guardato lo scambio fra Sansonetti e Cicalone si è potuto riconoscere nell’idea di giustiziere che risolve da solo i problemi della sua città.

Lo youtuber romano, infatti, si è sempre detto animato dall’amore verso Roma quando realizza i suoi video ma soprattutto quando blocca (facendo leva sulla sua stazza fisica e sui suoi allenamenti) i borseggiatori che sono spesso presenti nella Metro A romana.

Nella puntata di ieri di “Quarta Repubblica”, l’opinionista Hoara Borselli si è lanciata in un’appassionata difesa di Cicalone, esprimendo proprio quello che potrebbe pensare un cittadino qualunque:

La violazione della legge è solo per chi fa il filmato o anche per chi mi mette la mano nella borsa? Non passa giorno in cui Cicalone non posti 5 o 6 video dove qualcuno viene ripreso con le mani dentro una borsa. Questo è inammissibile, c’è un diritto di difesa. Dove non arrivo io, perché sono una donna o un’anziana, ben venga Cicalone che mi aiuta!

E’ quindi un segno dei tempi che corrono che personaggi come Cicalone o altri giustizieri-fai-da-te riscuotano tanto consenso: è più facile sentirsi al sicuro dietro uno schermo, puntando il dito ed insultando chi viene additato come ladro o malvivente, invece di curare la propria comunità.