La prima Regione a innescare la marcia per arrivare al referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata è la Campania del Governatore Vincenzo De Luca. Proprio il nemico giurato della premier Giorgia Meloni ha preceduto in ordine di tempo i suoi colleghi di centrosinistra dell’Emilia Romagna, della Toscana, della Puglia e della Sardegna facendo approvare oggi, 8 luglio 2024, l’atto con il quale avvia ufficialmente la richiesta di referendum abrogativo della riforma Calderoli che mira a ridisegnare, una volta approvati i Lep (i Livelli Essenziali delle Prestazioni), i rapporti di potere tra Stato centrale e Regioni. E’ un pò il piano B rispetto alla raccolta delle 500 mila firme che hanno annunciato i partiti e le associazioni di centrosinistra venerdì 5 luglio dopo aver depositato alla Consulta il quesito referendario. Tuttavia: dato che il Movimento Cinque Stelle, in Campania, è all’opposizione del centrosinistra di De Luca, ma ha votato a favore del provvedimento proposto oggi dalla maggioranza, la comune posizione anti-Autonomia può essere vista come un seme per far germogliare il Fronte popolare sul modello francese anche in Italia al fine di battere la destra di Giorgia Meloni alle prossime politiche?
Autonomia differenziata, la Campania prima Regione a attivare la richiesta di referendum
A favore del referendum si è schierata tutta la maggioranza di centrosinistra che sostiene Vincenzo De Luca, ma anche il Movimento Cinque Stelle, formalmente all’opposizione, e alcuni esponenti del gruppo misto. Insomma, proprio come da auspicio della segreteria Schlein. Solo i tre partiti che rappresentano l’opposizione di centrodestra in consiglio, invece, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, si sono schierarsi compatti sul voto contrario.
Il voto del Movimento Cinque Stelle: prove tecniche di Fronte Popolare (italiano)?
Il Movimento Cinque Stelle, nel consiglio regionale campano, formalmente, è ancora all’opposizione della giunta De Luca. Ma oggi, nella seduta monotematica dedicata all’Autonomia differenziata, ha votato con il resto della maggioranza di centrosinistra. Il motivo, in aula, lo ha spiegato il consigliere pentastellato Vincenzo Ciampi:
“Ci siamo battuti fin dal primo momento contro la riforma Calderoli. Le ragioni della nostra contrarietà non vanno individuate in pregiudizi ideologici, come dice la propaganda governativa. Ma nella forma di regionalismo delineata dalla legge: si distingue per il suo carattere divisivo e competitivo”
Il capogruppo pentastellato Cammarano: “Nessuna prova tecnica di Fronte popolare: qui il Moviment non è nè di destra nè di sinistra”
In ogni caso, il voto Cinque Stelle che si è aggiunto a quello della classica maggioranza deluchiana ha fatto ancora una volta pensare a un Fronte Popolare italiano sul modello francese: si può affermare che oggi, a Napoli, ci sono state le prove tecniche di Fronte popolare all’italiana? Tag24.it lo ha chiesto al capogruppo del Movimento Cinque Stelle nel consiglio regionale campano, Michele Cammarano:
“No, non direi. Il nostro voto è stato nel merito, come ha spiegato il mio collega Ciampi: da sempre siamo contro l’Autonomia di Calderoli. Non ci vedrei nient’altro”.
D Nessuna prova tecnica di Fronte Popolare allora?
R “Se il Movimento Cinque Stelle farà parte di un Fronte Popolare contro le destre lo deciderà il nostro presidente: Giuseppe Conte”.
D Nessun segnale che la strada è spianata.
R “Il Movimento, nel consiglio regionale della Campania, resta all’opposizione di Vincenzo De Luca”.
D Opposizione dura e pura.
R “No. Votiamo sempre tenendo conto del merito delle proposte. Tant’è che a volte votiamo con il centrodestra. Altre col centrosinistra”.
D Allora si può dire che il Movimento campano resta quello delle origini? Nè di destra nè di sinistra?
R “Da questo punto di vista sì. Anche se tendenzialmente siamo più vicini al centrosinistra: volutiamo di volta in volta”.