Il mondo dell’enogastronomia italiana piange la scomparsa di Benito Nonino, proprietario dell’omonima azienda e chiamato da tanti il “Signore della grappa“. Grazie alla sua passione per il mondo dei distillati e degli alcolici di qualità, la sua grappa era diventata un’eccellenza italiana nel mondo e un prodotto raffinato.

Insieme alla moglie Giannola e alle figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta, Benito aveva creato un modello imprenditoriale di successo.

Addio a Benito Nonino, età e causa morte del creatore della grappa “Monovitigno Picolit”

Si è spento nella notte di ieri 7 luglio 2024, all’età di 90 anni, Benito Nonino. Il suo nome era diventato sinonimo di grappa e di prodotti alcolici di qualità: nato nel febbraio 1934 a Percoto (in provincia di Udine), Benito proveniva da una famiglia che già produceva quello conosciuto in dialetto friulano come “sgnapa” (cioè grappa), su un alambicco ambulante.

Il padre Antonio aveva ereditato la distilleria da suo padre, che a sua volta l’aveva ricevuta dal padre Vigi. La distilleria era già diventata famosa durante la Grande Guerra, quando tanti soldati (italiani e non) combattevano il freddo e lo squallore delle trincee grazie alla grappa prodotta dai Nonino. Benito deve il suo nome al fatto che il padre, cioè Antonio, era fervente fascista e si ispirò quindi a Mussolini per dare il nome al proprio figlio.

Con la moglie Giannola, Benito aveva creato una coppia molto affiatata e quando nacquero le tre figlie (Cristina, Antonella, Elisabetta), la grappa Nonino fece un salto di qualità diventando non più un prodotto per contadini e di basso prezzo, ma raffinato e dal costo elevato. Il punto di svolta si ebbe nel 1973, quando Benito creò la  prima grappa “Monovitigno Picolit“, alla quale seguirono altri prodotti di successo.

Nel 1954 aveva aperto la prima cantina d’invecchiamento della grappa. Costretto da tempo sulla sedie a rotelle, Benito fino al pomeriggio di ieri frequentava la distilleria insieme alle figlie e ai nipoti.

Il “Premio Nonino” ed una grappa diventata di fama internazionale: il ruolo della moglie e delle figlie

Il successo dei prodotti dell’azienda Nonino non si misura soltanto al volume delle vendite, che nel corso degli anni si sono mantenuti su ottimi livelli, ma anche nella trasformazione di come le persone vedono ed approcciano quel prodotto. La grappa è diventata, grazie al lavoro di Benito, un alcolico da servire in occasioni speciali ed eleganti.

Con l’avanzare dell’età e degli acciacchi che ne conseguono, Giannola, Cristina, Antonella ed Elisabetta avevano innalzato ulteriormente il livello diffondendo il marchio Nonino nel mondo. Giannola, moglie di Benito, teneva per lo più i rapporti istituzionali, mentre le figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta erano subentrate nella gestione dell’azienda.

Specie Elisabetta, la nipote, era diventata il volto associato alla grappa e agli altri prodotti dei Nonino: il suo profilo Instagram conta circa 24mila follower e mostra tutti i riconoscimenti e gli attestati di stima che Benito ha ricevuto nel tempo.

Nel 1975 Benito e la moglie Giannola creano il “Premio Nonino“, che ha come scopo la “difesa della civiltà contadina” e si propone la premiazione di chi aveva recuperato e difeso gli antichi vitigni (non solo friulani) per poi passare a chi si era distinto in ambito culturale e giornalistico.