I rappresentanti di Junts, Erc, Cup e di altri enti si sono riuniti domenica 7 luglio a Waterloo, in Belgio, per un incontro con l’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont. L’incontro si concentra sugli ostacoli giudiziari all’applicazione dell’amnistia. La riunione avviene pochi giorni dopo che la Corte Suprema spagnola ha respinto la richiesta di applicazione della legge a Puigdemont e ad altri leader indipendentisti catalani.

Incontro di Puigdemont ed altri indipendentisti catalani sull’amnistia in Spagna

Lo scorso 1 luglio, la Corte Suprema della Spagna ha deciso che la legge sull’amnistia non può essere applicata a Carles Puigdemont e ad altri indipendentisti catalani. Questa decisione è stata un duro colpo, soprattutto per Puigdemont, che sperava in un ritorno in patria e nel ripristino della presidenza catalana. Il quotidiano spagnolo La Vanguardia ha riportato che il 7 luglio il movimento indipendentista catalano si è riunito a Waterloo per discutere la situazione politica e l’applicazione della legge.

Nell’agenda era incluso anche il ritorno in patria. Oltre a Puigdemont, anche altre figure catalane in esilio sperano in un possibile ritorno in Catalogna. I leader indipendentisti dovranno inoltre lavorare per consolidare un fronte più unito dopo la sconfitta contro i socialisti alle elezioni del 12 maggio.

La sentenza della Corte suprema spagnola

La Corte ha stabilito che la legge spagnola sull’amnistia non può essere applicata ai presunti reati di appropriazione indebita a scopo di lucro personale, né quando tali atti “colpiscono gli interessi finanziari dell’Unione europea”. I procuratori non sono mai riusciti a dimostrare che i leader separatisti Carles Puigdemont, Toni Comin, Lluis Puig, Oriol Junqueras, Raul Romeva, Jordi Turull e Dolors Bassa abbiano utilizzato fondi dell’UE per finanziare le loro attività. Tuttavia, le loro azioni indipendentiste hanno minacciato gli interessi finanziari dell’Unione.

L’Assemblea nazionale catalana ha indetto una manifestazione per sabato 13 luglio per denunciare la decisione dei giudici.