Il gatto ha un istinto da esploratore molto spiccato e ama ispezionare luoghi nuovi, dove poter esibire la sua natura da predatore. Avere uno spazio esterno è una grande risorsa per chi ha un gatto, in modo da permettergli di osservare quanto la natura ha da offrire, lanciarsi in inseguimenti di insetti e piccoli animali o crogiolarsi al sole nei momenti di ozio.

Quando invece il felino vive in un casa senza sfoghi esterni, nasce il desiderio di farlo razzolare un po’ all’esterno, magari portandolo con sé quando andiamo al parco o nelle gite fuori porta. In questi casi, i proprietari di gatti possono avere l’esigenza di utilizzare un guinzaglio per evitare che la bestiola si allontani troppo, possa perdersi o cacciarsi in qualche guaio.

Prima di compiere questa scelta, però, bisogna considerare la natura dei felini, animali molto diversi dai cani e spesso insofferenti a qualunque tipo di costrizione. Viene dunque da chiedersi quanto l’uso del guinzaglio sia appropriato alla sua indole autonoma, quali sono le precauzioni da prendere e in che modo portare a spasso il proprio micio.

Posso portare il mio gatto al guinzaglio?

Il gatto può essere portato al guinzaglio. Non esiste infatti nessuna norma che lo vieti, anche se sono molti gli esperti e le associazioni animaliste che lo considerano una costrizione eccessiva e poco in linea con la natura indipendente dei felini.

Il gatto infatti ha una modalità di esplorazione diversa da quella del cane e un’indole molto meno socievole. Inoltre, odori e rumori nuovi, se da un lato possono essere una fonte di attrazione, dall’altra potrebbero creare un forte stress nella bestiola. Quando decidiamo di portare a spasso il nostro gatto, infatti, ci sono una serie di precauzioni a cui dobbiamo attenerci per fare di questa esperienza un momento gratificante sia per l’animale che per noi.

Lasciarlo completamente libero non è di sicuro la scelta migliore, in quanto potrebbe perdersi con molta facilità: basta una parvenza di preda all’orizzonte per farlo scattare all’inseguimento, mentre un rumore improvviso o l’arrivo di un altro animale avvertito come una minaccia lo farebbe scappare. Ritrovarlo sarebbe quindi un’impresa ardua e potremmo anche dover chiamare i pompieri per recuperalo dal ramo di un albero.

Gatto al guinzaglio: cosa sapere

Se vogliamo abituare il nostra gatto al guinzaglio, è bene valutare alcuni elementi fondamentali per creare i presupposti di una passeggiata quanto più serena possibile. In primo luogo, evitate l’utilizzo di un collare: a differenza del cane, le ossa del collo del gatto sono più delicate ed è quindi opportuno optare per la pettorina a cui attaccare il guinzaglio.

Sarebbe poi indicato abituare il gatto fin da piccolo alle sortite fuori casa con pettorina e guinzaglio, in modo che la bestiola possa acquisire familiarità con questi strumenti e abituarsi agli spazi non ben definiti da confini sicuri, come invece accade in casa.

Quando invece si vuole addestrare ad uscire un gatto adulto non abituato alla vita fuori dalle mura domestiche, bisognerebbe avere l’accortezza di procedere con estrema gradualità. Fategli indossare prima la pettorina per un po’ di tempo in casa e osservate le sue reazioni. Se la sopporta di buon grado, passate all’utilizzo del guinzaglio, passeggiando per il momento per le stanze della vostra abitazione, poi esplorate pianerottolo, scale e spazi comuni del condominio.

Solo dopo un cauto addestramento, potete provare a bazzicare parchi e boschi, e sempre per periodi limitati di tempo. Inoltre, ricordatevi sempre che il gatto non ama le costrizioni, e che quindi non sarete voi a portarlo fuori, ma sarà il micio a condurre, decidendo in che direzione andare, dove fermarsi e quando battere in ritirata. Pazienza e comprensione vi saranno di aiuto e potrebbe anche accadere che le passeggiate diventino un momento molto gradito al felino, fonte di scoperta e di condivisione.

Foto di Bekir Donmeez