Una carriera lunga, influente, un nome di spicco nella Chiesa cattolica italiana con ruoli chiave nello scenario degli ultimi decenni. Chi è il cardinale Ruini? Scopriamo tutto sul suo percorso, quanti anni ha e una delle sue opere più rilevanti.
Chi è il cardinale Camillo Ruini? L’ età
Nato il 19 febbraio 1931, ha recentemente compiuto 93 anni. Ruini è diventato presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal 1991 al 2007. La sua esperienza e la sua visione hanno influenzato i rapporti tra la Chiesa italiana e anche lo scenario politico per decenni.
Dove vive Ruini?
Il cardinale Ruini vive a Roma. La sua residenza è nel vecchio seminario minore della diocesi capitolina, che si trova sull’Aurelia Antica.
Il libro
Il cardinale Ruini è anche autore. Un delle sue opere più famose è il libro “C’è un dopo? La morte e la speranza”.
Qui Ruini affronta la possibilità che ci sia una vita dopo la morte in un mondo dominato dal secolarismo e dalla scienza. Il libro confronta sia la storia, sia l’ attualità, indagine razionale e fede religiosa e lascia una testimonianza personale e toccante.
Nel libro il cardinale riflette sul vero significato della morte, il cambiamento della sua percezione nel tempo e la speranza di un aldilà, basandosi sulle sue esperienze di vita e sul suo percorso spirituale.
Il parere su Berlusconi
In una recente intervista per Corriere della Sera, il cardinale Ruini ha espresso il suo parere su Silvio Berlusconi. Ha ricordato un episodio del 1987 quando Ciriaco De Mita offrì a Berlusconi il ruolo di presidente del Consiglio, che Berlusconi rifiutò.
Ruini ritiene che Berlusconi abbia mostrato pregi e limiti come tutti i politici, ma non lo ha mai considerato un pericolo per la Repubblica. Anzi, ha sottolineato che i veri pericoli per la Repubblica erano altri.
“Rammento quando De Mita nel 1987 gli aveva offerto di diventare presidente del Consiglio, in opposizione a Craxi e con la benevolenza del Pci. Scalfaro allora era venuto da me e mi aveva detto che avrebbe rifiutato. ‘Fa bene’, avevo risposto. E infatti a palazzo Chigi sarebbe poi andato Amintore Fanfani”, racconta ancora Ruini al Corriere. “Per questo rimasi colpito dal modo in cui aveva cambiato posizione, così nettamente. Penso che Berlusconi abbia mostrato i suoi pregi e i suoi limiti, come tutti gli altri politici, ma che non abbia avuto in alcun modo fini eversivi. I pericoli per la Repubblica semmai erano altri”.