Netanyahu dovrà deporre nei processi per corruzione entro il primo novembre. La Procura: “Non può rimandare per la guerra a Gaza, è di pubblico interesse”
Intanto oggi manifestazioni per chiedere nuove elezioni e la fine della guerra. Proseguiranno anche nei prossimi giorni per quella che è stata definita la ‘settimana della Resistenza’.
Era il 7 ottobre dello scorso anno, quando Israele e il suo popolo si scoprirono improvvisamente fragili e vulnerabili. Nove mesi esatti dopo l’attacco di Hamas, la popolazione israeliana è stanca della guerra, ansiosa di vedere tornare a casa gli ostaggi rapiti quel giorno dai miliziani e furiosa contro il governo Netanyahu, accusato di non fare granché per risolvere la situazione.
Segui gli aggiornamenti in diretta di oggi, 7 luglio 2024, dalla guerra nella Striscia di Gaza.
Israele: “Per la tregua 5 condizioni”
Israele ha risposto: 5 condizioni per stabilire una tregua con Hamas. A stabilirlo il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha pubblicato un elenco con i punti necessari per l’accordo:
Il primo ministro continua a rivendicare i principi già concordati da Israele: l’accordo deve consentire a Israele di tornare a combattere finché non saranno raggiunti gli obiettivi di guerra; il contrabbando di armi dall’Egitto a Hamas non sarà permesso; a migliaia di terroristi armati non sarà permesso di ritornare nel nord di Gaza; Hamas dovrà restituire a Israele il maggior numero possibile di ostaggi vivi
Così si legge nell’annuncio ufficiale diramato dal governo di Tel Aviv. Tuttavia, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha immediatamente replicato al messaggio, criticando la decisione del Primo Ministro:
A cosa serve questo? Siamo in un momento cruciale dei negoziati, la vita degli ostaggi dipende da questo, perché fare annunci così provocatori? In che modo questo aiuta il processo?
“Protocollo Hannibal” dell’Idf contro i civili israeliani il 7 ottobre
È una data nera quella del 7 ottobre 2023, non solo per l’attacco di Hamas, ma anche per l’utilizzo del cosiddetto “Hannibal Protocol” da parte delle truppe dell’esercito israeliano.
Quel giorno, infatti, l’IDF ha messo in atto la direttiva che prevede l’uso della forza per impedire il rapimento dei soldati, anche a costo della loro vita o quella degli ostaggi israeliani.
A dare la notizia il Guadian, basandosi sul report di Haaretz, che ha scoperto che la procedura operativa è stata attuata anche in altre tre strutture militari attaccate da Hamas, mettendo potenzialmente in pericolo anche i civili:
Non un solo veicolo può tornare a Gaza
Queste le parole di un messaggio inviato dall’esercito israeliano 5 ore dopo l’inizio dell’attacco di Hamas a una delle strutture militari. Una fonte del comando meridionale ha dichiarato che:
Tutti sapevano ormai che tali veicoli potevano trasportare civili o soldati rapiti. Tutti sapevano cosa significava non far tornare nessun veicolo a Gaza
Gallant: “Israele combatterà Hezbollah anche davanti alla tregua a Gaza”
Pugno fermo quello del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, contro Hezbollah.
Per il ministro, infatti, tolleranza zero nei confronti del gruppo estremista del Libano, che Israele continuerà a combattere anche se si raggiungerà una tregua a Gaza.
Ho dato ordini chiari alle forze sia del sud che del nord, sono due settori separati. Anche se raggiungessimo un accordo sugli ostaggi, e spero vivamente che riusciremo a farlo nel sud, ciò non sarà legato a ciò che sta accadendo qui, a meno che Hezbollah non raggiunga un accordo. Anche se c’è un cessate il fuoco, qui continuiamo a combattere
Queste le sue parole durante una visita alle truppe, di stanza sul Monte Hebron.
Raid israeliano, ucciso il sottosegretario del Ministero del Lavoro di Gaza Ihab al Ghusein
Un’altra vittima eccellente del conflitto di Gaza: oggi, 7 luglio 2024, il sottosegretario del Ministero del Lavoro di Gaza, Ihab al Ghusein, è morto a seguito di un attacco israeliano nella parte occidentale dell’enclave palestinese. Lo hanno reso noto le autorità del governo di Gaza sotto il controllo di Hamas. Al Ghussein è morto insieme ad altre quattro persone durante un attacco ad una scuola a ovest della Città di Gaza che ospitava sfollati.
Starmer, il neo premier britannico, a Netnyahu: “Occorre cautel
L’appena eletto premier britannico Keir Starmer ha invitato tutte le parti a esercitare “cautela” sul confine tra Israele e Libano. E’ stato questo il succo della sua prima conversazione telefonica dopo l’elezione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: “La situazione al confine settentrionale di Israele è molto preoccupante ed è fondamentale che tutte le parti agiscano con cautela”. Starmer, poi, ha spiegato il suo portavoce “ha esposto la chiara e urgente necessità di un cessate il fuoco, della restituzione degli ostaggi e di un immediato aumento del volume degli aiuti umanitari che raggiungono i civili”.
Raid di Hezbollah vicino al confine di Israele col Libano: ferito un cittadino statunitense
Nel nord di Israele, un cittadino americano è rimasto gravemente ferito in un attacco rivendicato da Hezbollah. Ad annunciarlo è il Times of Israel, precisando che nel raid condotto vicino al confine con il Libano, sono state ferite in modo lieve altre due persone, tra cui un militare.
Incitamento all’odio razziale, il console onorario di Israele Marco Carrai querela l’attivista Cecilia Parodi
Domani, lunedì 8 luglio 2024, il console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia Marco Carrai presenterà una querela contro l’attivista Cecilia Parodi per istigazione all’odio razziale e all’omicidio. Lo ha annunciato lui stesso facendo riferimento a un video sul suo profilo Instagram: “Ha testualmente detto: ‘Odio gli ebrei, odio gli israeliani, voglio vederli appesi nelle piazze…’ oltre ad usare altri epiteti sullo stesso registro”. Il video è stato rimosso dai social, ma l’attivista ha commentato le critiche ricevute con un altro reel su Instagram in cui non si scusa affatto per le sue dichiarazioni e afferma che un “crollo di nervi, dopo mesi di genocidio, è comprensibile”.
La Procura israeliana: “Netanyahu dovrà testimoniare per i casi di corruzione per l’interesse pubblico”
Netanyahu è accusato in tre casi di aver ricevuto doni da uomini d’affari in cambio di favori politici. Gli avvocati del premier avevano chiesto il rinvio per mancanza di tempo per preparare la difesa a causa della guerra a Gaza, ma la Procura ha confermato che il presidente dovrà deporre entro il primo novembre spiegando che “l’interesse pubblico in questo processo è più importante delle ragioni addotte dal primo ministro: ulteriori ritardi in questa procedura potrebbero causare danni sostanziali all’opinione pubblica. Il primo ministro – ha sottolineato poi la Proocura – aveva inoltre chiarito che il suo ruolo non avrebbe influenzato la gestione di questo processo legale”.
Indagini sulla corruzione, Netanyahu dovrà testimoniare entro il primo novembre
A proposito delle tre inchieste che lo vedono impicato in indagini sulla corruzione, l’ufficio del procuratore generale di Israele ha respinto la richiesta del primo ministro Benjamin Netanyahu per un rinvio al marzo 2025 della sua testimonianza. Resta dunque in vigore il precedente ordine sul rilascio di una dichiarazione del premier entro il primo novembre.
Ministro degli Esteri israeliano al vertice Nato a Washington
Il ministro degli Esteri israeliano partecipa a un vertice NATO a Washington, concentrandosi principalmente sulla minaccia rappresentata dall’Iran. Ha chiesto di designare le Guardie Rivoluzionarie iraniane come organizzazione terroristica, accusandole di minacciare Israele attraverso le milizie libanesi di Hezbollah. L’escalation del conflitto con Hezbollah ha causato oltre 500 vittime. Al vertice parteciperanno anche rappresentanti di diversi Stati arabi, con possibili incontri riguardanti i negoziati per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
Migliaia di persone in marcia a Tel Aviv chiedono un accordo sugli ostaggi
Migliaia di manifestanti iniziano a marciare a Tel Aviv verso Kaplan Street, nell’ambito di una giornata di manifestazioni a livello nazionale che chiedono un accordo sulla presa degli ostaggi e le elezioni.
וזוהי רק ההתחלה – אזרחי ישראל לא יתנו לנתניהו והממשלה לטרפד עוד עסקה ולהמשיך להפקיר את החטופים
— Restart Israel (@restart_israel) July 7, 2024
אלפי מפגינים בצעדה על אבן גבירול בתל אביב
| צילום: גיל לוין. pic.twitter.com/A71PBr8CyK
Hezbollah bombarda base militare Israeliana a ovest di Tiberiade
Hezbollah ha dichiarato di aver bombardato la base militare israeliana Nimra, situata a ovest di Tiberiade, con decine di razzi Katyusha. L’azione, annunciata su Telegram, è avvenuta in risposta all’attacco di un drone israeliano su un’auto a Baalbek, in Libano, che ha causato la morte di Meitham Mustafa al-Attar, un combattente di Hezbollah considerato da Israele una figura di spicco nell’unità di difesa aerea del gruppo.
Hamas: “Attendiamo risposta di Israele su nostra proposta di cessate il fuoco”
Due funzionari di Hamas hanno dichiarato che i miliziani attendono a breve una risposta di Israele in merito alla loro proposta per il cessate il fuoco, consegnata ai mediatori dei negoziati.
La proposta si basa sul piano di pace in tre fasi proposto da Joe Biden a maggio.
La risposta di Israele potrebbe arrivare nei prossimi giorni, dal momento che i delegati di Tel Aviv sono in costante contatto con il Qatar che ha promesso di consegnare la risposta “entro pochi giorni”.
Hezbollah rivendica attacco in Bassa Galilea
I miliziani di Hezbollah hanno rivendicato l’attacco con razzi effettuato questa mattina in Bassa Galilea. L’obiettivo, affermano, era una base militare israeliana nei pressi di Tiberiade.
Hezbollah afferma che l’offensiva di oggi rappresenta una reazione all’uccisione di uno dei suoi membri avvenuta ieri da parte di droni dell’esercito israeliano.
Missione navale Ue distrugge due droni nel Golfo di Aden
La fregata Psara, appartenente alla missione navale dell’Unione europea che protegge le navi che attraversano il Mar Rosso, ha riferito di aver distrutto due droni nel Golfo di Aden.
Si tratta dell’ennesimo intervento della missione ‘Aspides’ contro gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen.
Esercito di Israele, colpito edificio a Khan Younis utilizzato da Hamas
Le forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver colpito, nel corso della notte, un edificio di Khan Younis utilizzato da agenti di Hamas come base di partenza delle operazioni.
L’esercito afferma, infatti, che all’interno dell’edificio era situato l’imbocco di un tunnel collegato alla rete sotterranea di Hamas.
Secondo quanto riferito dai militari, sono state prese tutte le precauzioni necessarie per limitare i danni alla popolazione civile, compresa l’evacuazione, dal momento che Hamas opera regolarmente all’interno di aree umanitarie, “sfruttando sistematicamente gli edifici civili e la popolazione civile come scudi umani per attività terroristiche”.
Israele, uomo gravemente ferito in Bassa Galilea dopo attacco di Hezbollah
Un uomo risulta gravemente ferito dopo un attacco condotto da Hezbollah in Bassa Galilea attraverso il lancio di numerosi razzi.
Si tratta di un 28enne colpito da un razzo caduto in un’area aperta nei pressi della comunità settentrionale di Kfar Zeitim. L’uomo è stato trasportato al Centro medico Baruch Padeh in gravi condizioni.
Hezbollah ha lanciato un’offensiva da questa mattina, con razzi diretti in varie aree del nord di Israele, vicine al confine con il Libano.
Attese in Egitto delegazioni di Usa e Israele per i negoziati
La televisione di stato Al Qahera News riferisce che l’Egitto è pronto a ospitare, nei prossimi giorni, delegazioni provenienti da Stati Uniti e Israele per affrontare i “punti in sospeso” relativi agli accordi per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi.
L’emittente televisiva cita una fonte di alto livello vicina all’Intelligence egiziana secondo la quale l’Egitto sta tenendo vive le relazioni con “tutte le parti”, inclusa la delegazione di Hamas, al fine di “promuovere gli sforzi per raggiungere un accordo sulla tregua nella Striscia di Gaza”.
Gaza, 6 morti in raid israeliano a Zawaida
L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce di 6 vittime dopo un raid condotto dall’esercito israeliano sulla città di Zawaida, nel centro della Striscia di Gaza.
Sempre la Wafa riporta del ferimento di altre sette persone a seguito di alcuni attacchi effettuati nel campo profughi di Nuseirat e nella città meridionale di Khan Yunis.
Manifestanti protestano davanti alle case dei ministri del governo
Alcuni manifestanti israeliani hanno preso di mira per le loro proteste le abitazioni di alcuni ministri del governo di Tel Aviv.
In particolare, si sono radunati all’esterno delle case del ministro della Difesa Yoav Gallant, del ministro degli Esteri Israel Katz, del presidente della Knesset Amir Ohana, del ministro dell’Economia Nir Barkat, del ministro dei Trasporti Miri Regev, del ministro dell’Agricoltura Avi Dichter e del ministro del Negev, della Galilea e della Sicurezza nazionale Yitzhak Wasserlauf.
Secondo quanto riportato dai media israeliani, i manifestanti gridano: “Il sangue è sulle mani del governo di destra”.
Israele, sirene di allarme suonano vicino al confine con il Libano
Sirene di allarme sono risuonate nella comunità di Ramot Naftali, nel nord di Israele vicino al confine con il Libano, per avvisare del lancio di razzi in arrivo.
Si tratta di un nuovo attacco condotto da Hezbollah che, quotidianamente, lancia razzi contro le comunità al confine per sostenere Gaza durante la guerra in corso.
Manifestazioni oggi a Tel Aviv per chiedere nuove elezioni
A nove mesi esatti dall’attentato di Hamas e dall’inizio del conflitto, numerosi cittadini israeliani scenderanno oggi in piazza per chiedere nuove elezioni.
Le manifestazioni fanno parte di quella che viene definita la ‘settimana della Resistenza’, inaugurata dalle proteste di ieri sera.
Gli organizzatori riferiscono che terranno manifestazioni in tutto il Paese, per poi culminare in una manifestazione di massa davanti al quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv.
Haaretz: nuove richieste di Israele rallentano i negoziati
Il quotidiano israeliano Haaretz riferisce di nuove richieste avanzate da Israele che rischiano di allungare ulteriormente i tempi dei negoziati con Hamas per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
A sostenerlo è una fonte straniera anonima che aggiunge come Israele, nel corso della riunione di venerdì 5 luglio, abbia mostrato una “posizione dura” nei colloqui.
Media Israele: Hamas prepara attacco terroristico per ostacolare i negoziati
L’emittente israeliana Channel 12 riporta quanto riferito da una fonte anonima secondo la quale Hamas starebbe preparando un grave attacco terroristico per le prossime settimane per ostacolare i negoziati di pace.
La fonte sostiene che l’attacco potrebbe avvenire nella Striscia di Gaza o in Cisgiordania.
Media Usa, direttore Cia prossima settimana in Qatar per i negoziati
Secondo alcuni media, il direttore della Cia, William Burns, si recherà in Qatar la prossima settimana per seguire i negoziati tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Le fonti citate riportano possibili incontri di Burns con il premier del Qatar, il direttore del Mossad il numero uno dei servizi di intelligence egiziani.